«Le emergenze non hanno confini», conclusa con successo l’esercitazione transfrontaliera con più di 500 volontari

«Le emergenze non hanno confini», conclusa con successo l’esercitazione transfrontaliera con più di 500 volontari

I RINGRAZIAMENTI

«Le emergenze non hanno confini», conclusa con successo l’esercitazione transfrontaliera con più di 500 volontari

Di Francesca Diviacchi • Pubblicato il 08 Giu 2025
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Le giornate hanno messo in evidenza l’importanza della collaborazione tra i territori e che «non ci deve essere differenza di origine o lingua quando si parla di sicurezza».

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Si è conclusa ufficialmente oggi, domenica 8 giugno, l’esercitazione transfrontaliera del progetto In4Safety, svoltasi dal 5 all’8 giugno e che ha coinvolto i comuni di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter-Vrtojba, alla presenza di numerose autorità e dei protagonisti che hanno reso possibile la realizzazione del progetto.

Durante queste giornate sono state simulate operazioni di soccorso in contesti urbani e fluviali, interventi in edifici danneggiati, ricerca di dispersi sia in superficie che sotto le macerie, verifica della sicurezza delle infrastrutture, gestione delle comunicazioni e molto altro, con l’obiettivo di migliorare la capacità congiunta di risposta alle emergenze nelle aree di confine tra Italia e Slovenia.

Ad aprire la mattinata è stato il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, che ha ringraziato i presenti e sottolineato l’importanza della cooperazione transfrontaliera, affermando che «la collaborazione è alla base di tutto». Ha concluso il suo intervento esprimendo gratitudine per il lavoro svolto, finalizzato a garantire maggiore sicurezza ai cittadini. A seguire, ha preso la parola il sindaco di Nova Gorica, Samo Turel, ricordando come in passato, di fronte a situazioni di emergenza localizzate, sia già stata dimostrata una solida capacità di collaborazione «Questa esercitazione ha confermato che siamo senza confini, capaci di agire insieme come se fossimo un’unica realtà».

In rappresentanza della Questura di Gorizia è intervenuto il capo di gabinetto Andrea Bottega, che ha evidenziato l’ottima collaborazione con la Protezione civile, non solo durante l’esercitazione ma anche in occasione di eventi complessi come l’organizzazione del Giro d’Italia dello scorso 24 maggio. «Questi momenti sono fondamentali per affinare le tecniche operative e, soprattutto, per rafforzare la sinergia tra i vari attori coinvolti» ha dichiarato. Un concetto ripreso anche dal prefetto di Gorizia, Ester Fedullo, che ha sottolineato l’importanza di queste giornate non solo per confrontarsi, ma anche per aggiornare e ridefinire i piani di emergenza «Nel sistema di protezione civile la pianificazione è essenziale – ha affermato – perché non si tratta solo di gestire l’emergenza, ma soprattutto di prepararsi in modo preventivo. Questa esercitazione ha rappresentato una preziosa occasione per valutare i progressi e individuare ulteriori margini di miglioramento».

«Sono convinto che questa esercitazione non rimarrà solo una teoria ma dimostrerà anche che saremo in grado di passare alla pratica – prende parola il capo della protezione civile della Primorska, Samo Kosmač– speriamo che grazie ai fondi di questi progetti si riesca a garantire le attrezzature necessarie e soprattutto che si trovi il modo di includere anche i giovani e non solo».

Presente stamane anche l’assessore regionale alla salute Riccardo Riccardi che, trovandosi in accordo con tutte le parole dette precedentemente, ha voluto soffermarsi sulla tematica dell’attività formativa alla quale dalla regione sono stati destinati quest’anno 2 milioni di euro. «Siamo in un’area che è stata teatro, tre anni fa, di incendi che sono stati fermati con un lavoro di squadra. Da Gorizia si alza un segnale forte ovvero che davanti a eventi di questo genere non ci possono essere barriere, non ci deve essere differenza di origine, lingua o confine perché quando abbiamo a che fare con la sicurezza delle persone dobbiamo collaborare insieme – conclude l’assessore – questa è soprattutto la cultura».

Romina Kocina, direttrice del Gect Go partener dell’esercitazione transfrontaliera di protezione civile «abbiamo già visto questa grande collaborazione con le forze dell’ordine durante la giornata inaugurale della capitale della cultura 2025, poi con il Giro d’Italia e ora questa esercitazione è stata un importante tassello che ci permette di utilizzare in modo concreto i fondi europei – continua poi – noi abbiamo voluto dare un contributo con immagini, video per creare dei documenti e materiali studiabili per approfondire».

È poi intervenuto il direttore della Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia, Amedeo Aristei, il quale ha spiegato che, durante le sette diverse tipologie di scenari simulate, è stato possibile approfondire ogni situazione grazie a uno strumento ovvero un software in grado di stimare, a pochi minuti dall’evento, le possibili conseguenze, permettendo così – in un contesto reale – di attivare tempestivamente le richieste di supporto.

Simon Vendramin, capo dell’unità dei vigili del fuoco di Nova Gorica, ha ringraziato gli organizzatori del progetto aggiungendo che «lavorare insieme non è scontato ma abbiamo dato prova di saperlo fare per cercare la strada migliore».

Cira Piscicelli, comandante dei Vigili del Fuoco di Gorizia, ha spiegato che ogni anno vengono organizzate esercitazioni a livello nazionale. In questa occasione sono stati attivati veri moduli di emergenza, raggiungendo così anche l’obiettivo della valutazione dei danni dopo un evento simulato. Sono stati effettuati circa 80 rilievi per mappare l’area colpita e definire la zona rossa. Successivamente è stata avviata un’attività di ricerca, anche grazie al supporto dei volontari. Sono stati eseguiti interventi di puntellamento, con la partecipazione di circa 200 operatori provenienti da tutta la regione, tutti molto soddisfatti dei risultati.

L’esercitazione, raccontata positivamente da molti, non aveva come unico obiettivo quello di valutare l’efficacia dell’intervento ma, come ha sottolineato l’assessore comunale alla sicurezza urbana Francesco Del Sordi, aveva l’obiettivo di individuare eventuali criticità, così da poterle analizzare e migliorare.

A nome delle forze di emergenza e del volontariato sloveno, Tadej Devetak ha preso la parola sottolineando l’importanza di una collaborazione ancora più stretta tra tutte le unità operative, invitando le autorità a garantire, nei futuri progetti, un coordinamento sempre più integrato.

Per concludere, a nome delle forze di emergenza e del volontariato italiane in Friuli Venezia Giulia è intervenuto Alessandro Gallo. «C’è stato un grande sforzo da parte di tutti i volontari. Principalmente ci siamo impegnati nell’ambito logistico, di allestimento del campo e assistenza a tutte le squadre. La cosa che mi ha fatto più piacere è stata la partecipazione soprattutto dei più giovani che hanno avuto la possibilità di provare sul campo cos’è e come funzionano queste situazioni di emergenza».

Tutti i presenti, quindi, hanno espresso giudizi positivi sull’esercitazione, sottolineando la qualità dell’organizzazione e l’importanza dell’esperienza condivisa. L’entusiasmo e la partecipazione attiva, in particolare da parte dei più giovani, hanno rappresentato un segnale incoraggiante. Ancora una volta, è emerso chiaramente un messaggio fondamentale ovvero che le emergenze non hanno confini.

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