Morte del piccolo Stefano a Gorizia, le motivazioni della sentenza a ottobre

Morte del piccolo Stefano a Gorizia, le motivazioni della sentenza a ottobre

le condanne

Morte del piccolo Stefano a Gorizia, le motivazioni della sentenza a ottobre

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 04 Ago 2024
Copertina per Morte del piccolo Stefano a Gorizia, le motivazioni della sentenza a ottobre

La giudice Cristina Arban ha chiesto, e ottenuto, una proroga di ulteriori 90 giorni dei termini previsti per il deposito delle motivazioni dopo la sentenza di maggio.

Condividi
Tempo di lettura

Tre mesi dopo la sentenza di condanna del Tribunale di Gorizia per il Curatorio della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg per l’incidente che, il 22 luglio 2020, costò la vita al tredicenne Stefano Borghes, la giudice Cristina Arban ha chiesto, e ottenuto, una proroga di ulteriori 90 giorni dei termini previsti per il deposito delle motivazioni. Si dovrà attendere fino al prossimo autunno inoltrato, quindi, per poter accedere al dispositivo della sentenza che lo scorso 3 maggio ha condannato per omicidio colposo il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, in qualità di presidente della Fondazione, a 1 anno e 10 mesi di reclusione.

Condannati anche altri cinque componenti del Curatorio – Tiziana Gibelli (ex assessore regionale alla Cultura), Marco Menato (ex direttore della Biblioteca statale isontina), Raffaella Sgubin (direttrice del Servizio Ricerca, musei e archivi storici dell’Erpac), Maurizio Boaro (componente cooptato effettivo) e Bruno Pascoli (componente cooptato supplente) – a 1 anno e 4 mesi ciascuno. Per la violazione delle norme in materia anti-infortunistica, a carico di tutti gli imputati era stata anche stabilita una pena di 2 anni di arresto.

Ai condannati nel primo grado di giudizio era stata concessa la sospensione condizionale della pena e la non menzione. Oltre al pagamento delle spese processuali, i membri del Curatorio sono stati anche condannati al risarcimento del danno alle parti civili, da liquidarsi in separato giudizio civile, concedendo una provvisionale immediatamente esecutiva a favore dei genitori di Stefano – Roberto Borghes e Daniela Franz – pari a 100mila euro ciascuno, e a favore della sorella Chiara Borghes pari a 40mila euro.

La vicenda aveva visto sul banco degli imputati anche l’allora facente funzioni direttore della fondazione, Enrico Graziano, che aveva concordato con il pubblico ministero una pena di 1 anno, 11 mesi e 10 giorni, il responsabile del servizio prevenzione e protezione della fondazione, Federico Costadura – condannato in appello a 1 anno e 8 mesi di reclusione – e il consulente Matteo Turcutto, assolto sempre in appello.

Dalla seconda metà giugno, infine, l’area del parco coinvolta nell’incidente è tornata a disposizione della Fondazione a seguito del dissequestro disposto dal Tribunale di Gorizia. Un passaggio fondamentale per la prosecuzione degli importanti lavori di restauro resi possibili grazie ai fondi del Pnrr.

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram e Whatsapp, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione