Balneari, sentenza Ue contro rinnovi: tanti dubbi per le spiagge di Grado

Balneari, sentenza Ue contro rinnovi: tanti dubbi per le spiagge di Grado

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Balneari, sentenza Ue contro rinnovi: tanti dubbi per le spiagge di Grado

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 20 Apr 2023
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In assenza di nuovi indirizzi, teoricamente, le concessioni resterebbero prorogate fino al 2024. Le reazioni sull'isola.

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Dopo il no pronunciato dalla sentenza del Consiglio di Stato, anche la Corte di giustizia dell'Unione europea di Lussemburgo ha respinto il rinnovo automatico delle concessioni balneari. Una sentenza che riguarda da vicino anche il litorale del Friuli Venezia Giulia. Per la Corte, l'Italia deve osservare le norme europee che prevedono gare trasparenti e non discriminatorie.

Quindi il governo nazionale dovrà adeguarsi. Dopo il caso italiano di Manduria, la pronuncia europea è avvenuta sul ricorso dell'Autorità garante della concorrenza contro un'altro comune, anche questa volta pugliese: quello di Ginosa. Quest'ultimo sosteneva che sulle concessioni balneari bisognerebbe seguire senza dubbio le norme italiane previste. Non sembrano esserci spiragli in materia. La direttiva andrà applicata su tutte le concessioni che riguardano il Demanio marittimo.

Ad esserne conscio è il presidente della Git di Grado, Roberto Marin. "È un esito scontato - dice Marin - si è perso solo tempo mentre si sarebbe dovuto procedere con urgenza alla mappatura del demanio, cosa che avrebbe permesso le successive e adeguate determinazioni". In sostanza, se gli spazi demaniali sono sufficienti, si può procedere ad assegnare nuove concessioni tramite gara.

Nel caso contrario, se il demanio è insufficiente, bisogna procedere a formulare delle gare viste le eccessive concessioni in campo. Nello specifico, a Grado c'è ancora spazio a disposizione. "In Costa Azzurra - spiega il presidente della Git - c'è ancora un terzo di spazi non assegnati come anche nel caso di metà spiaggia, quella compresa nel tratto che va dal Palazzetto dello sport di Città Giardino fino a Grado Pineta".

In attesa della mappatura e di un'adeguata legislazione, sembra che resti in campo la validità dei decreti scritti dal governo Draghi. In assenza di nuovi indirizzi, teoricamente, le concessioni resterebbero prorogate fino al 2024. "Siamo di fronte al marasma più totale, una vergogna sulla quale sembra non si riesca a mettere mano per trovare una soluzione definitiva" così Marin in conclusione.

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