il dibattito
L'appello degli universitari di Gorizia, sfide e idee verso la Capitale 2025

Serata partecipata sulle sfide per città e ateneo. Lo sguardo oltreconfine.
Era il 1989 quando il corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche faceva la sua comparsa a Gorizia. Da allora, l’Europa e il mondo si sono trasformati nettamente e oggi la città si presta ad affrontare la sfida a Capitale della cultura 2025, insieme a Nova Gorica. L’università dov’è in questo sfida? Se lo sono chiesti diversi studenti del polo di via Alviano, ieri sera ritrovartisi al bar Aenigma per discutere sull’opportunità di questo evento internazionale sia per la città che per le realtà didattiche locali, a partire dal Sid.
Organizzato dal gruppo provinciale dei Giovani democratici e dalla sezione locale del Movimento federalista europeo, l’appuntamento ha visto la partecipazione di tre docenti: Giulia Caccamo, professoressa di Storia delle relazioni internazionali; Roberto Louvin, professore di Diritto dell’Unione europea; e Cesare La Mantia, professore di Storia dell’Europa orientale. Loro hanno aperto il confronto, davanti a un aperitivo informale per capire la storia di questo percorso accademico e quali potranno essere i suoi risvolti futuri, al netto delle criticità.
Giunto nella succursale dell’Università di Trieste solo da poco tempo, Louvin - già presidente della Valle d’Aosta - ha sottolineato le potenzialità da sviluppare in sinergia con la Slovenia. Riprendendo gli spunti emersi in occasione di una recente conferenza in ateneo con i sindaci Rodolfo Ziberna e Klemen Miklavič, ha quindi ricordato che oltreconfine ci sono istituzioni come la Nova Univeza con cui avviare rapporti. Caccamo e La Mantia, presenti nel polo già da diversi anni, hanno invece rimarcato gli obiettivi originali del corso e quali sono le carenze visibili oggi.
Tra i tasti dolenti, è emersa la mancanza di luoghi di aggregazione comuni tra gli iscritti alle due università in città, ruolo svolto in limitata parte dalla Casa dello studente di via Mazzini. Anche l’assenza di una mensa pesa, così come l’occhio distante percepito dal ragazzi - e anche da alcuni docenti - da parte della sede centrale verso questo angolo. Spunti che hanno acceso il dibattito tra i partecipanti, molti dei quali al proprio primo anno di triennale o magistrale e provenienti da fuori città, se non da fuori regione. Aspetto, questo, anch’esso evidenziato.
La provenienza degli iscritti, infatti, nel corso degli anni si è sempre più ristretta al Nordest, mentre nei primi anni tanti venivano anche da aree ben più distanti. Ciò è stato frutto anche della nascita di corsi analoghi in altri atenei italiani, tra cui Forlì, ma anche di un calo di attrattività di Gorizia stessa. Presenti anche i rappresentanti delle liste Sim e Lisp, le due elette in consiglio di dipartimento nelle recenti votazioni, che hanno raccolto diversi suggerimenti nati e altrettanti proposti. Idee che dovranno trovare applicazione in buone relazioni per rilanciare il nome del corso.
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