Caos sui nuovi accordi per Irisacqua e Isa, i sindaci chiedono risposte a Gorizia e Monfalcone

Caos sui nuovi accordi per Irisacqua e Isa, i sindaci chiedono risposte a Gorizia e Monfalcone

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Caos sui nuovi accordi per Irisacqua e Isa, i sindaci chiedono risposte a Gorizia e Monfalcone

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 18 Feb 2021
Copertina per Caos sui nuovi accordi per Irisacqua e Isa, i sindaci chiedono risposte a Gorizia e Monfalcone

Gli accordi sono scaduti a fine 2020 ma rimangono contrasti sul testo da approvare. L'appello ai due comuni per trovare una soluzione.

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Sono dodici i Comuni che chiedono a Gorizia e Monfalcone di sbloccare la situazione sugli accordi per le società partecipate. In particolare, la discussione verte su Irisacqua e Isontina ambiente, le due partecipate in house, per le quali i termini sono scaduti già a fine anno e, ancora oggi, si attende un testo definitivo sul quale tutte le amministrazioni socie possono esprimersi nei rispettivi consigli comunali. L’appello è stato lanciato questa mattina in sala consiliare a Gradisca d’Isonzo, con sette sindaci riuniti (di cui due in videoconferenza, nella foto), che definiscono la situazione come “spiacevole e pericolosa” per tutti i 25 paesi dell’ex provincia.

Numero che sale a 28 se si considerano anche i territori triestini che partecipano a Isa. La questione è stata ricordata dalla prima cittadina di casa, Linda Tomasinsig: “Una versione del testo era stata approvata lo scorso 14 dicembre e ci eravamo dati tempo fino al 17 per eventuali modifiche. Il giorno dopo di quella data, da Monfalcone è arrivata la proposta di alcune aggiunte, tanto che i Comuni che che avevano messo al voto il disegno di delibera hanno dovuto ritirarlo all’ultimo”. Tra questi, la stessa Gradisca e altri sei. Il 25 gennaio, quindi, ecco il voto unanime per l’accordo che doveva essere definitivo, salvo poi arrivare nuove modifiche da Gorizia.

La città dei cantieri, però, ha comunque deciso di andare al voto cinque giorni dopo quella comunicazione. Era l’8 febbraio e, ad oggi, l’incertezza regna sovrana. Nel frattempo, anche Mossa e San Floriano hanno approvato le loro delibere. Schierati per chiedere di arrivare a una conclusione della vicenda oggi c’erano, oltre all’ex fortezza veneziana, Romans d’Isonzo, Villesse, Staranzano, San Canzian d’Isonzo, Turriaco e Sagrado. Proprio il primo cittadino di quest’ultimo, Marco Vittori, ha sottolineato che “aldilà degli annunci sulla stampa e di quello che dice il sindaco di Cormons, Roberto Felcaro, c’è un disealineamento tra Gorizia e Monfalcone per evidenti motivi”.

“Noi siamo piccole realtà - ha aggiunto -, ma i nostri cittadini devono avere pari diritti. Il regolamento va rispettato da tutti”. Le conseguenze di questo stallo, ha aggiunto il capo della giunta di Romans, Davide Furlan, è la fine del rapporto in house, ossia “l’esercizio del controllo analogo, così come lo può fare l’azienda stessa sui propri uffici. Questo è l’oggetto stesso degli accordi tra noi soci, è più una questione sostanziale che tecnica”. Tomasinsig non vede plausibile lo scenario del venir meno di questa possibilità, ma a rischio rimangono comunque i posti di lavoro e gli investimenti, in particolare per quanto riguarda Irisacqua.

Nel discorso, comunque, non fa parte Apt, che seppur partecipata ha un altro iter da seguire. “Ci troviamo in due fuochi - ha commentato la sindaca di Villesse, Flavia Viola -, siamo tutti in difficoltà e questa situazione rischia di rovinare quanto di buono è stato fatto in passato”. Da Turriaco, Enrico Bullian legge quanto sta accadendo come “propaganda sulla supposta unità dell’Isontino, che non è altro che una pagliacciata”. Ora, quindi, non si attende più una versione o un’altra, ma solo il voto finale che potrebbe essere anche sulla bozza approvata il 14 dicembre. Nel frattempo, Gorizia si riunirà in assemblea a inizio marzi.

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