Aquileia, il Cardinale Parolin al Giubileo delle Facoltà ecclesiastiche del Triveneto: «Bisogna dimostrare che l’oggi di Dio è possibile»

Aquileia, il Cardinale Parolin al Giubileo delle Facoltà ecclesiastiche del Triveneto: «Bisogna dimostrare che l’oggi di Dio è possibile»

LA VISITA

Aquileia, il Cardinale Parolin al Giubileo delle Facoltà ecclesiastiche del Triveneto: «Bisogna dimostrare che l’oggi di Dio è possibile»

Di Federico De Giovannini • Pubblicato il 14 Giu 2025
Copertina per Aquileia, il Cardinale Parolin al Giubileo delle Facoltà ecclesiastiche del Triveneto: «Bisogna dimostrare che l’oggi di Dio è possibile»

Il Segretario di Stato Vaticano ha officiato la solenne concelebrazione eucaristica in Basilica e ricordato il Concilio del 381.

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In occasione del Giubileo delle Facoltà Ecclesiastiche del Triveneto, Aquileia ha oggi accolto il Segretario di Stato della Santa Sede di Città del Vaticano, il Cardinale Pietro Parolin, per una visita e una celebrazione eucaristica nella secolare cornice della Basilica di Santa Maria Assunta. Cornice dal profondo valore simbolico: Aquileia, infatti, è terra di origine delle chiese che oggi compongono la regione ecclesiastica del Triveneto.

All'appuntamento hanno partecipato le rappresentanze della sede e gli istituti collegati in rete della Facoltà teologica del Triveneto, la Facoltà di diritto canonico San Pio X di Venezia, l’Istituto di liturgia pastorale Santa Giustina di Padova e l’Istituto di studi ecumenici San Bernardino di Venezia. Da Venezia anche il patriarca Francesco Moraglia, che assieme ai vescovi del Triveneto - guidati dal vescovo di Gorizia, Carlo Maria Roberto Redaelli - ha co-officiato la Messa.

La giornata si è aperta alle ore 10.30 con l'incontro di tutti i gruppi delle sedi del Triveneto nella piazza antistante lo storico edificio patrimonio Unesco, dove sono stati accolti da un intervento introduttivo di Andrea Bellavite, direttore della Fondazione SoCoBa e della Basilica di Aquileia. I numerosi presenti si sono poi spostati all'interno della Basilica: qui, Maurizio Girolami e Marzia Ceschia della Facoltà teologica del Triveneto hanno tenuto due interventi a carattere storico e teologico-spirituale.

Poco prima di mezzogiorno è cominciata la celebrazione eucaristica. Come ricordato da monsignor Moraglia, nel 381 d.C. fu proprio Aquileia ad accogliere il concilio, convocato da Sant’Ambrogio, che «concluse per l’Occidente latino la lunga messa a punto della dottrina della consustanzialità del Verbo». Il Concilio di Aquileia fu inoltre prolungamento del più celebre Concilio di Nicea, di cui quest’anno cadono i 1700 anni esatti.

Il valore storico, unito al ruolo di rilievo avuto negli anni Novanta dalla cittadina nel potenziamento della formazione teologica con il documento “La croce di Aquileia”, hanno fatto da cornice all’omelia di Parolin, cominciata con un riferimento ai passi del Vangelo su Gesù nella Sinagoga di Nazaret. «Nella Sinagoga, tutti erano concentrati con stupore e attesa: noi vorremmo che la Chiesa fosse così, una comunità di uomini e donne che volgono le proprie attenzioni unicamente a Cristo», queste le parole del Segretario di Stato del Vaticano. «Tenere lo sguardo su Gesù è il compito primo anche della teologia – ha proseguito - in questo modo è possibile accogliere un mistero che va studiato e imparato con il rigore degli studi, ma declinato nella tenerezza degli affetti e in una passione autentica per l’umanità dolente di oggi».

Di Aquileia e della Basilica Parolin ha ricordato il già citato Concilio del 381, i «mosaici conosciuti in tutto il mondo raffiguranti la storia di Giona», ma anche il carattere «multiculturale e multietnico in cui vivevano i cristiani di allora, fra numerosi scambi commerciali e culturali che li facevano «sentire avvolti e raggiunti dalle storie della salvezza». Compito delle facoltà teologiche nell’odierno contesto socioculturale «contrassegnato da crescenti sfide e dalle vicende dolorose della situazione mondiale», secondo il Cardinale, è «far vedere che l’oggi di Dio è possibile anche qui, in un continuo rapporto fra la parola di Dio, la vita sacramentale della Chiesa e le comunità cristiane dentro il contesto della società civile».

Al termine della cerimonia, prima della benedizione, Parolin ha salutato i fedeli ricordando il ruolo di speranza e fede come «centro di questo pellegrinaggio giubilare: una fede che dà senso e sapore e pienezza alla nostra vita, attraverso lo studio e l'approfondimento della teologia, un tesoro ricevuto in dono dal Signore che dobbiamo impegnarci a trasmettere alle generazioni future».

Le rievocazioni del Concilio e i riferimenti alle dolorose vicende di attualità non hanno potuto che richiamare la proposta, avanzata dai sindaci di Gorizia e Nova Gorica e divulgata in mattinata della nostra testata, di ospitare ad Aquileia e addirittura nella Basilica i negoziati di pace per l’attuale conflitto russo-ucraino. Vista l’occasione, è stato spontaneo approfondire il tema con i presenti.

«Se ne è parlato nell’omelia: Aquileia è terra di passaggio ma anche di messaggio, sede della chiesa madre del Triveneto e soprattutto luogo in cui si incarna l’incontro tra Occidente e Oriente, luogo di mediazione, dialogo e grande spiritualità»: queste le parole del sindaco Emanuele Zorino, che ha definito «interessante» la proposta giunta dalla Capitale Europea della Cultura, ma «da portare in un tavolo di confronto allargato».

Si è dimostrato favorevole nei confronti della proposta, sebbene non troppo ottimista alla luce delle vicende d’attualità, anche Parolin. «La speranza è che possa essere accettata, ma lo vedo come un cammino in salita a causa della situazione internazionale molto preoccupante, in cui il principio della forza si sta sostituendo a quello del diritto», ha dichiarato il Segretario di Stato Vaticano, ricordando le offerte già avanzate dalla Santa Sede «per ospitare colloqui diretti di pace fra Russia e Ucraina», finora «senza un risvolto positivo».

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