La Protezione civile si ferma anche a Gorizia, «volontariato a rischio»

Il sindaco Ziberna conferma lo stop della squadra comunale, dopo la riunione a Udine con i gruppi di tutta la regione, fino a data da destinarsi.

Anche Gorizia va verso lo stop alle attività di Protezione civile. Una decisione confermata questa sera dal sindaco Rodolfo Ziberna, dopo che la Consulta straordinaria dei coordinatori e presidenti di associazioni che fanno parte della rete si era espressa in tal senso, riunitasi a Udine. La situazione è scaturita a seguito dell’imputazione per omicidio colposo del sindaco di Preone, Andrea Martinis, e del coordinatore della squadra comunale, Renato Valent, dopo la morte del caposquadra di Giuseppe De Paoli.

“Ne abbiamo parlato anche nel direttivo dell’Anci - spiega il primo cittadino - ci sarà un documento di vicinanza alla famiglia della vittima e solidarietà a chi è inquisito. O c’è un interpretazione unica in tutta Italia oppure serve un intervento normativo che tuteli i capisquadra. Altrimenti non ne troveremo più e smantelliamo il sistema volontariato. È impensabile che un caposquadra si possa considerare datore di lavoro, esprimo grande apprezzamento per quello che queste donne e uomini fanno ogni giorno”.

“Il Comune - rimarca - è a loro vicino, insieme agli altri sindaci e alla Regione stiamo intervenendo. Ci sarà anche la comunicazione al prefetto per informare che se, dovesse accadere qualcosa che necessiti dello stato di emergenza, ci dovrà essere un tavolo che disponga chi sostituirà i volontari di Protezione civile”. Scenario che nessuno si augura, almeno fino a quando non sarà chiarita la norma. Analoga sospensione delle attività si registra anche altri gruppi della provincia e del Friuli Venezia Giulia.

Foto di archivio

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