Protezione civile in stallo, squadre di Monfalcone e Carso si fermano

Protezione civile in stallo, squadre di Monfalcone e Carso si fermano

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Protezione civile in stallo, squadre di Monfalcone e Carso si fermano

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 21 Nov 2023
Copertina per Protezione civile in stallo, squadre di Monfalcone e Carso si fermano

Gruppo comunale e volontari del Distretto Carso Isonzo concordi sullo stop, fino a quando non cambierà l'interpretazione della legge.

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È una decisione presa ieri sera nel corso della Consulta straordinaria dei coordinatori dei gruppi comunali e dei presidenti delle associazioni di volontariato di Protezione civile. A Udine c'era anche il sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, il direttore dell'Ufficio legale del dipartimento nazionale di Protezione civile, Roberto Giarola, e l'assessore regionale delegato, Riccardo Riccardi. Al centro, il problema emerso dopo la morte del caposquadra di Preone, Giuseppe De Paoli, per cui sono stati indagati il sindaco, Andrea Martinis, e il coordinatore della squadra comunale, Renato Valent.

La posizione della squadra della Protezione civile di Monfalcone sul caso è stata comunicata questa mattina dalla stessa primo cittadina e dal coordinatore Andrea Olivetti. C'è da dire che ogni squadra comunale ha deciso in autonomia se sospendere o meno tutte le proprie attività: Ennio Medeot, coordinatore del distretto Caro Isonzo, nonostante l'assenza dalla partecipazione diretta per un lutto familiare, conferma che tutti i Comuni del distretto parteciperanno al fermo operativo.

“Un messaggio forte ma dovuto - commenta il sindaco Cisint - una decisione che intendiamo lanciare a pieno sostegno dei coordinatori della Protezione civile e a tutti i volontari. La Protezione civile per noi ha un valore enorme. Ricordiamo tutti il grande lavoro della nostra squadra quando, durante il Covid, in occasione degli incendi sul Carso e della recente mareggiata, i volontari sono stati in prima linea per aiutare le forze dell’ordine e i cittadini secondo le necessità del momento. Basti pensare che, proprio durante la mareggiata di ottobre, su 63 volontari, 57 hanno prestato servizio per ripulire e mettere in sicurezza il litorale".

"Senza il loro puntuale intervento non saremmo in grado di essere così vicini alle persone durante le emergenze". Il sindaco ha altresì dichiarato che è la prima volta che il decreto legislativo 81 del 2008 viene interpretato in questo modo da un magistrato, "causando la dovuta sospensione di tutte le attività della Protezione Civile e generando una situazione che non ha precedenti nella storia del volontariato". Una sospensione ritenuta giusta anche dal locale coordinatore monfalconese Andrea Olivetti per tutelare i volontari. "È una iniziativa di autotutela, non uno sciopero" ha affermato Olivetti.

E ancora il sindaco Cisint: "Ho già informato i nostri referenti a Roma, che hanno espresso la disponibilità ad attivarsi tempestivamente. Inoltre, ho già contattato il prefetto, che rappresenta il governo sul territorio, per spiegare le nostre motivazioni, perchè ogni sindaco è interessato da questo problema e stiamo agendo nell’ottica di tutelare non solo i coordinatori e i volontari, ma l’intera comunità, che non può essere privata a lungo di un servizio così importante”.

Il coordinatore Olivetti ha altresì precisato: “La mia sospensione e quella della squadra monfalconese rappresenta sia un gesto di solidarietà nei confronti di chi è stato indagato per aver prestato un servizio alla comunità, sia per chiedere fortemente di dare certezze sull'applicazione della norma, con l’auspicio di poter riprendere presto tutte le attività a supporto della nostra città e i suoi cittadini”. Ma quanto durerà questo stop? Dal Comune di Monfalcone, si fa sapere che la situazione si sbloccherà solo dopo una diversa interpretazione della legge o la sua riformulazione.

"Il gioco di squadra è fondamentale - conclude Cisint - ma anche la responsabilità delle gerarchie. Tutte le squadre devono restare unite sul tema".

Le reazioni dell'assessore regionale Riccardi

"Siamo impegnati in un percorso che ha l'obiettivo di dare certezze, perché la straordinaria esperienza della Protezione Civile continui e, anzi, si consolidi. La Regione percorrerà tutte le strade possibili per giungere a una soluzione che assicuri ai primi cittadini, ai coordinatori delle squadre di Pc e ai volontari, la tranquillità necessaria per continuare la loro meritoria, generosa e fondamentale opera a favore della collettività, non solo del Friuli Venezia Giulia, ma anche, nel caso di grandi calamità, anche di popolazioni di altre regioni del Paese, o di altri Stati".

Lo ha sottolineato più volte, ieri sera, Riccardi alla Consulta straordinaria dei coordinatori dei Gruppi comunali di protezione civile e dei presidenti delle associazioni di volontariato incardinate nel sistema di Protezione civile del Friuli Venezia Giulia. Il tema del decreto legislativo 81 è stato sviscerato dal direttore dell'Ufficio legale del Dipartimento Nazionale di Protezione civile, insieme al direttore centrale della Pc del Friuli Venezia Giulia, Amedeo Aristei.

Nel ricordare che il provvedimento assunto dalla Magistratura nei confronti di un sindaco del territorio della Carnia e del coordinatore del gruppo di Pc di quel Comune, rientra nell'alveo dell'interpretazione di una norma che non è di competenza della Regione ma dello Stato. Riccardi ha pure precisato come l'attività dei tecnici dell'Azienda sanitaria universitaria del Friuli Centrale sia stata svolta nell'ambito della delega dell'organismo inquirente, ovvero il magistrato.

"È indubbio che la situazione che si è venuta a creare, e che non ha precedenti nella storia dell'attività del volontariato di Protezione Civile, e in generale nel mondo del volontariato, ci preoccupa - ha aggiunto nascosto Riccardi - la stiamo seguendo da quando ne siamo venuti a conoscenza, nel pieno rispetto nell'autorità dell'azione della magistratura, con il supporto tecnico degli uffici legali di Pc".

"Qui si tratta di dare certezze sull'applicazione di una norma che, per quello che è il pensiero dei nostri giuristi, a partire dal 2011, non può essere applicata al volontario così come si applica a un datore di lavoro in relazione al rapporto che lo lega ai suoi dipendenti. Lo stesso si dica per la figura del responsabile o preposto che sia. Tuttavia, se tutto ciò non dovesse essere condiviso, assumeremo tutte le iniziative possibili per giungere a un chiarimento dell'interpretazione della norma, che sancisca e consolidi definitivamente i principi specifici che valgono per il volontariato di protezione civile in questo campo e per la quale apparirebbe necessaria una unificazione del Parlamento" così in chiusura l'assessore Riccardi.

Foto di Agata Cragnolin

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