a gorizia
L'Aeroporto infiamma l'Aula, ampia maggioranza su ingresso Sdag
Ampia maggioranza sull'ingresso della Sdag nella gestione di Ada a Gorizia, attesi dal Demanio 150 ettari di terreno dell’aeroporto al Comune.
Torna in aula il dibattito sul futuro dell’aeroporto di Gorizia “Amadeo duca d’Aosta”. Il Consiglio comunale di Gorizia ha infatti approvato, nel corso della seduta di ieri, la delibera consiliare dello scorso 22 maggio. Via libera, quindi, all’ingresso di Sdag Spa, la società titolare dell’adiacente autoporto controllata dal comune di Gorizia, in Ada Scpa, la società consortile che gestisce l’area aeroportuale, con un aumento di capitale di 2mila euro.
I motivi
«Questo passaggio – ha spiegato l’assessore alle Partecipazioni societarie Paolo Lazzeri (nella foto) – è stato reso necessario dal fatto che il collegio dei revisori di Ada aveva da tempo fatto presente la necessità di ripristinare la pluralità dei soci». Una situazione che permane da quando, uno dopo l’altro, negli anni scorsi sono usciti dal consorzio la Regione, la Camera di commercio e il comune di Savogna d’Isonzo, lasciando così il comune di Gorizia come socio unico.
Ma ci sono anche ulteriori ragioni dietro quest’operazione. Lazzeri ha infatti aggiunto: «Dalle analisi sugli effetti derivanti da sinergie tra Sdag e Ada, è emerso infatti che non solo si trarranno benefici sugli assetti organizzativi di quest’ultima, ma che ne deriverebbe un ampliamento dei servizi offerti alle imprese dalle due infrastrutture, anche in prospettiva della probabile evoluzione delle modalità di trasporto di alcune merci speciali con i servizi di trasporto aereo con droni cargo. Droni che attualmente vengono già realizzati da Pipistrel all’interno del nostro aeroporto».
Secondo l’assessore «c’è una collaborazione in atto tra Trieste, Gorizia e Cervignano. Sappiamo, inoltre, che Adriafer sta già operando all’interno dell’autoporto di Gorizia». Non solo. Sempre Lazzeri ha poi annunciato che il Demanio, attraverso la Regione, intende cedere gratuitamente al Comune 150 ettari di terreno dell’aeroporto: «Questo è fondamentale, perché oltre a realizzare quello che è un mio sogno, il parco fotovoltaico, Enac dovrà trattare con i cittadini di Gorizia per decidere sul futuro dell’aeroporto».
Le posizioni in Consiglio
La delibera è stata approvata da un'ampia maggioranza dell’assemblea, con 33 voti favorevoli – tra cui quelli del gruppo del Partito democratico, Lista Fasiolo, Slovenska skupnost, Regione autonoma Fwd e Gorizia è tua – e sette contrari, espressi dai gruppi Noi mi noaltris Go, Azione con Calenda, Lista Martina sindaco, Franzo Zotti contro tutti. Nonostante ciò, non sono mancate aspre polemiche da parte di diversi esponenti dell’opposizione, esasperati dalla grave situazione finanziaria in cui versa la consortile, che nell’ultimo bilancio presentava un deficit di poco più di 100mila euro.
A ricordare un po’ come si sia arrivati a questo punto è stato il consigliere Antonio Devetag: «La disgraziatissima società dell'aeroporto nasce sulle rovine del progetto della Scuola della Guardia di finanza, nato agli inizi degli anni Ottanta: 108 miliardi di vecchie lire stanziate dallo Stato per costruire un complesso multifunzionale che avrebbe ospitato circa 300 lavoratori stabili, tra insegnanti, addetti e almeno 800 allievi».
«Gli edifici della scuola – ha ricordato il consigliere di Azione – avrebbero occupato circa 25 ettari dei 160 complessivi dell’aeroporto. Il tutto conservando l’hangar superstite del IV Stormo, le palazzine di via Trieste, la piccola torre di controllo e costruendo una pista in cemento di un chilometro e mezzo per sviluppare l’aeroturismo. Il piano assicurava anche una ricchissima dotazione di impianti sportivi, tra cui palestre e una piscina a disposizione della città».
I problemi, nella ricostruzione di Devetag, sorsero quasi immediatamente con «il fuoco di sbarramento, forse originato dai contrapposti interessi di due gruppi rivali di progettisti e architetti goriziani, che trovarono immediata corresponsione nella sinistra Dc fortemente avversa al sindaco Scarano. Si arriva così al 1994, quando intorno al “no” alla Scuola si forma una bizzarra armata formata dalla sinistra (Cittadini per l’Isontino, Unione slovena, i Verdi) e dalla Lega nord che diffonde la diceria che i negozianti sarebbero stati tormentati dai neofinanzieri». Si giunse così all’epilogo della vicenda: «La compagine promuove un referendum comunale. Conclusione: Gorizia perde i miliardi della Scuola che vanno a finire in Piemonte e in Puglia».
Per il consigliere di opposizione, l’unica soluzione sarebbe cedere Sdag e Ada direttamente all’Autorità portuale di Trieste, affinché siano gestite direttamente dal suo presidente Zeno D’Agostino. Nonostante queste premesse, continua a permanere una generale – o forse rassegnata – speranza che l’infrastruttura possa prima o poi decollare. Per esempio, la consigliera dem Laura Fasiolo – che siede anche in Consiglio regionale – ha svelato che «presto Sdag beneficerà dalla Regione di 4 milioni di euro, a dimostrazione della capacità di attrarre risorse a supporto del territorio, inteso come nuovo punto propulsore dell’economia. L’allargamento di Sdag in Ada può portare anche a un allargamento della Zona logistica semplificata e rafforzata».
Posizione condivisa dal capogruppo del Pd Marco Rossi: «Restano vive le preoccupazioni circa la credibilità del piano di risanamento dell'Aeroporto Duca d'Aosta, che il centrodestra ha approvato un mese fa. Per quanto riguarda la possibilità di ingresso di Sdag nel capitale dell'aeroporto, invece, si tratta di un'operazione condivisibile. In particolare se può contribuire al risanamento dell'aeroporto attraverso la generazione di economie tra Sdag e Ada, è una possibilità positiva. Come Partito democratico restiamo fermamente convinti della necessità di sfruttare le potenzialità dell'Aeroporto Duca d'Aosta nonostante i molti errori accumulati dalle gestioni targate centrodestra in questi ultimi anni».
Di tutt’altro avviso il capogruppo di Noi mi noaltris Go Andrea Picco, secondo cui «non si sta investendo su un aeroporto, ma su una futura, eventuale, nuova area industriale». Picco infatti interpreta i piani della giunta come una strategia «per attrarre nuovi capannoni, nuovi insediamenti produttivi, con la speranza che qualche imprenditore, nei prossimi anni, ci si voglia stabilire, nonostante il luogo non sia attrattivo per il passaggio delle merci».
Una mancanza di attrattività dovuta a diversi segnali, come «il raddoppio della linea Lubiana-Capodistria, tagliando fuori Nova Gorica, o l’investimento su un nuovo polo del freddo a Prosecco, dopo che D’Agostino aveva indicato, tre anni fa, quello di Gorizia come unico elemento di valore per la logistica retroportuale». La previsione del consigliere è infausta: «L’anno prossimo o alla fine dell’anno, ne sono matematicamente certo, ricapitalizzeremo per l’aeroporto, e metteremo nuovamente soldi».
Foto Daniele Tibaldi
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