In 700 all'Ara Pacis nel ricordo dei caduti, Medea celebra la memoria

In 700 all'Ara Pacis nel ricordo dei caduti, Medea celebra la memoria

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In 700 all'Ara Pacis nel ricordo dei caduti, Medea celebra la memoria

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 25 Set 2021
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In tantissimi hanno partecipato al ricordo dei caduti. Il messaggio del ministro Guerini e del Collegio del Mondo unito.

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È un luogo simbolo non solo per il suo territorio, ma per tutta Italia e oltre. Questa mattina, l’importanza dell’Ara Pacis Mundi di Medea è stata testimoniata dalla grande folla presente alla Giornata nazionale del ricordo dei caduti e dispersi in guerra. Un appuntamento organizzato dall’amministrazione comunale, Associazione nazionale delle vittime e Associazione alpini di Gorizia e che ha richiamato sul colle quasi 700 persone. Il tutto inserito negli eventi a ricordo dei 70 anni del monumento, inaugurato nel 1951 da Alcide De Gasperi.

Per l’occasione, hanno voluto lasciare un proprio messaggio alcune personalità nazionali e internazionali, a partire dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini: “Difendere la patria - ha scritto l'esponente del governo - significa affermare quei valori di pace, libertà e democrazia che sono beni preziosi per ogni società civile”. Anche il Quirinale ha inviato una lettera, con gli auguri del presidente Mattarella e l’elogio per aver realizzato l’evento. Da Duino, la presidente del Collegio del Mondo unito dell’Adriatico, l’ambasciatore Cristina Ravaglia, ha voluto dedicare un pensiero.

Un affetto storico, quello tra il paese e l’istituzione, radicato nel tempo tanto che l’inaugurazione dell’anno accademico 2012-13 venne fatto proprio sul colle, nel trentennale della scuola. Ravaglia ha quindi raccontato la testimonianza di due suoi studenti, l’egiziano Mahmoud e l’israeliana Naama, nelle cui lingue la parola “pace” ha un suono simile, trovando però difficoltà a trovare applicazione tra i rispettivi popoli: “Tutto è cambiato quando abbiamo cominciato a conoscerci, qui al Collegio del Mondo unito, Adesso quando ci salutiamo e ci auguriamo la pace, è davvero quello che vogliamo l’una per l’altro e viceversa”.

Racconto che spiega nel quotidiano ciò che tutti si augurano quando si parla di non ripetere mai più gli errori del passato. Anche la staffetta partigiana Paola Del Din, premiata con la medaglia d’oro al valore militare, ha portato un suo saluto ai presenti, ricordando i compagni di lotta che persero la vita per combattere il nazifascismo.

Tra il pubblico, presenti componenti delle associazioni provenienti da tutta Italia, che hanno assistito con emozione alle celebrazioni. Gli occhi di tanti hanno indugiato sull’interno del monumento, in quell’urna realizzata in legno e bronzo che contiene le zolle di terra degli 800 cimiteri di guerra della Penisola, compresi quelli stranieri, nei quali riposano i propri antenati. In loro memoria, è stata intonata l’Ave Maria dal trombettista di fama internazionale Mauro Maur, insieme alle note del coro Ana “Ardito Desio” di Palmanova.

Il legame dell’Ara Pacis, peraltro, non è solo con i conflitti della prima metà del Novecento ma contiene le tracce anche di quelli successivi, simbolo della necessità di dover ricordare: “Nell’Ipogeo predisposto sotto l'urna centrale - ha ricordato l’ex sindaco e memoria storica, Franco Stacul - sono state depositate le terre delle foibe dell'Istria, delle terre dell'Iraq con particolare riferimento a Nassirya, dell'Afganistan, del Libano  e dei cimiteri della Galizia, a ricordo dei giovani di queste terre caduti dopo l'agosto 1914 e combattendo con la divisa austroungarica”.

La mattinata si è conclusa quindi con la santa messa. Presente anche Poste italiane, che per l'anniversario dell'area sacra ha prodotto un annullo filatelico speciale con la dicitura “70° Anniversario Consacrazione Ara Pacis Mundi 1951-2021”. Folta la rappresentanza della scuola elementare Edmondo De Amicis, con studenti e docenti seduti in platea.

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