Il saluto dell'imam al sindaco di Moraro, comunità accolta 20 anni fa

Il saluto dell'imam al sindaco di Moraro, comunità accolta 20 anni fa

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Il saluto dell'imam al sindaco di Moraro, comunità accolta 20 anni fa

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 23 Ago 2022
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L'incontro in municipio, l'ospitalità iniziata all'inizio del Duemila dal sindaco Fiorelli.

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Si sono incontrati dopo tanti anni che le rispettive comunità si conoscono e intrecciano, senza però mai un momento “formale”. Nei giorni scorsi, il sindaco di Moraro, Lorenzo Donda, ha accolto in municipio una delegazione arrivata dalla Francia di fedeli musulmani, guidata dall’imam Cheik Tidiiane Barro. Una visita che suggella 20 anni di frequentazione del piccolo centro friulano da parte della comunità straniera, iniziata con l’allora sindaco Renato Fiorelli a cavallo tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila.

Un legame proseguito fino ad oggi, con una quindicina di persone che si ritrova ogni domenica pomeriggio nella palestra di via Ciso Tuni, pregando tutti insieme. Solo durante la fase più acuta della pandemia, nel 2020, le celebrazioni si sono interrotte, riprendendo successivamente. Quando tutto è iniziato, in paese erano accolte alcune famiglie arrivate da Senegal e Mauritania, tra i primi emigrati africani che arrivano in zona. Nel tempo, queste si sono trasferite ma l'apertura della palestra, da parte delle diverse amministrazioni, è rimasta.

“Hanno chiesto loro di incontrarci - spiega l’attuale primo cittadino - e siamo stati ben felici di accoglierli. È stato un momento che ha riunito anche persone dal resto della regione e da fuori”, con alcuni giunti anche dal Veneto. L’imam, infatti, era la prima volta che arrivava in zona, vivendo e lavorando in Francia. Con lui, c’erano anche una quindicina di persone, che hanno trovato posto nella sala del consiglio comunale. “È stato un confronto tra culture - ancora Donda - e abbiamo ribadito il rispetto reciproco e la volontà di stare in comunità”.

“Un momento di conoscenza tra religioni ed etnie diverse - ha rimarcato - ma con l’obiettivo comune di rispetto reciproco e costruttivo. ‘La religione autentica, qualunque essa sia, dev’essere fonte di pace e non di violenza’ come ci insegna Papa Francesco”. Oltre al capo della giunta, l’amministrazione era rappresentata anche dall’assessore alla cultura, Graziella Bucciol, e dal consigliere Paolo Costa. Barro è un personalità molto stimata nella sua comunità, viaggiando spesso tra i Paesi dell’Africa subsahariana.

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