Romans d’Isonzo, arriva una nuova proposta per l’impianto fotovoltaico: entro venti giorni le risposte degli Enti coinvolti

Romans d’Isonzo, arriva una nuova proposta per l’impianto fotovoltaico: entro venti giorni le risposte degli Enti coinvolti

LA SITUAZIONE

Romans d’Isonzo, arriva una nuova proposta per l’impianto fotovoltaico: entro venti giorni le risposte degli Enti coinvolti

Di Federico De Giovannini • Pubblicato il 21 Lug 2025
Copertina per Romans d’Isonzo, arriva una nuova proposta per l’impianto fotovoltaico: entro venti giorni le risposte degli Enti coinvolti

La ditta Verbund Green Power Italia rilancia dimezzando superficie e potenza del progetto, ma le zone indicate per la costruzione restano le stesse della versione precedente.

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Per qualche mese non si è più discusso della proposta di realizzazione nel territorio comunale di Romans d’Isonzo di un impianto fotovoltaico: il potenziale intervento prospettato dalla ditta Verbund Green Power Italia aveva incontrato una convinta opposizione da parte della politica e della comunità locale.

Dopo una petizione firmata da 876 cittadini e giunta all’attenzione del Consiglio regionale, il progetto di Verbund Green è stato mandato, per volere dell’apposita Commissione in Regione, a valutazione di impatto ambientale (VIA). L’ultimo intervento in Consiglio del sindaco di Romans Michele Calligaris sul tema e sulla posizione dei suoi concittadini risale a febbraio di quest’anno, mentre sulla procedura di valutazione non si sono più avute novità.

Negli ultimi giorni è giunta però una nuova proposta da parte della ditta, annunciata pubblicamente tramite la stampa. A darne notizia ai cittadini è lo stesso Comune di Romans, il quale comunica che «la società ha avviato l’“autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio dell’impianto fotovoltaico denominato “PV39 Romans” e delle relative opere ed infrastrutture connesse». La nuova proposta progettuale è una «versione rivista e ridotta» rispetto alla precedente: da 16 ettari di superficie si passa a 6, mentre la potenza di picco dell’impianto verrebbe dimezzata da 11.999 a 5.999 kW.

È rimasta invece la stessa, nonostante le posizioni già chiaramente espresse dalla comunità e dall’amministrazione, l’area del territorio comunale individuata dalla ditta per la potenziale costruzione dell’impianto: si tratta sempre dei terreni tra via del Castelliere e l’ex Polveriera. Una scelta che l’amministrazione comunale aveva già criticato per il rischio di compromissione della campagna e del paesaggio locale, nonché per la vicinanza al centro abitato.

L’apertura della procedura prevede una conferenza dei servizi istruttoria-tecnica online; entro 20 giorni dall’attivazione, invece, gli Enti coinvolti nella realizzazione saranno chiamati ad esprimersi sulla proposta. Questi soggetti, cita il comunicato stampa del Comune, sono ben 37: oltre ai Comuni di Gradisca d’Isonzo, Fogliano Redipuglia, Sagrado e San Pier d’Isonzo (è attraverso il loro territorio che dovrebbe passare il collegamento dell’impianto con la centrale elettrica, situata a San Pier), si leggono anche i nomi di Ministero della Difesa, Ministero dell’Interno, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Comando Militare Esercito Fvg, Ufficio Personale, Logistico e Servitù Militari, Rete Ferroviaria Italiana, Anas, Autostrade per l’Italia e Asugi.

Una mole di soggetti che il sindaco Calligaris, contattato dalla nostra redazione, definisce «impressionante». «Impianti di questo tipo devono essere valutati con estrema attenzione prima della realizzazione – commenta - poiché vanno a compromettere l’ambiente e il territorio per anni a venire. Sarà dunque da capire se è si tratta di un impianto sostenibile e adeguato al territorio oppure se è impattante o presenta mancanze».

La questione, a suo avviso, riguarda anche «il modo con cui questi progetti vengono “proposti” ai territori: vi sono tantissimi documenti tecnici, che mettono gli Enti comunali e territoriali in una posizione più assoggettata. Le nuove caratteristiche della proposta non ci sono state comunicate direttamente, ma siamo venuti ad apprenderle dalla stampa».

«Quello che per noi conta è che l’impianto non si sviluppi in maniera indiscriminata» prosegue il primo cittadino di Romans, ricordando come «le risposte all’azione politica che abbiamo portato avanti all’unanime ci sono state». Un esempio è la Legge regionale n°2 del 4 marzo 2025, che fissa le norme per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili: «Abbiamo ottenuto dei risultati, ora si tratta di capire come queste tutele possano essere attuate concretamente nei territori».

L’argomento sarà comunque discusso durante la seduta del Consiglio comunale prevista per questa sera. Pur sottolineando con un po’ di sconcerto come «queste procedure esulano completamente dalla gestione urbanistica comunale» e lasciano ben pochi strumenti in mano all’Ente per far valere la propria posizione, Calligaris puntualizza che l’amministrazione «cercherà di avanzare le sue considerazioni sempre con massima serietà e trasparenza». In questa fase, conclude, «il Comune di Romans d’Isonzo parteciperà alla conferenza istruttoria e si riserverà l’invio di proprie determinazioni scritte nei venti giorni previsti a decorrere da oggi». 

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