L’esposizione
La mostra internazionale ‘Tatuaggi. Segni sulla pelle, tracce di identità’ arriva a Gorizia

Dal 7 al 21 settembre, con ingresso gratuito all’Auditorium della Cultura Friulana. Focus sul Mediterraneo. Il progetto è organizzato da ‘24 Ore Cultura’ in collaborazione con il Comune di Gorizia e il Gect Go.
Dopo l’esordio al Museo delle Culture di Milano, e le tappe a Marsiglia e Stoccolma, arriva anche a Gorizia la mostra “Tatuaggi. Segni sulla pelle, tracce di identità”, un percorso espositivo che indaga il tatuaggio nelle sue molteplici dimensioni culturali, simboliche e antropologiche. L’allestimento proporrà un ricco intreccio di testi, immagini e video, con un approfondimento dedicato alla storiografia locale. Il progetto, realizzato da 24 Ore Cultura, è promosso dal Comune di Gorizia in collaborazione con Gect Go, nell’ambito delle iniziative di GO! 2025 ed insieme a Let’s Go! Cosplay & Fun.
La mostra sarà ospitata dall’Auditorium della Cultura Friulana a Gorizia dal 7 al 21 settembre, da martedì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 con ingresso gratuito. L’esposizione è stata curata da Luisa Gnecchi Ruscone e Guido Guerzoni, con la collaborazione di Francesca Jurate Piacenti e Beatrice Corti.
«Si tratta di un’iniziativa inedita per la città di Gorizia – ha sottolineato il vicesindaco con delega alle Politiche giovanili, Chiara Gatta – perché è la prima volta che il tema del tatuaggio viene affrontato in una mostra, nonostante il Friuli e Gorizia siano luoghi di tatuatori e di numerosi studi specializzati. Abbiamo pensato in particolare ai giovani curiosi, nell’anno della Capitale Europea della Cultura, per ampliare ulteriormente l’offerta culturale della città e offrire uno sguardo nuovo su un linguaggio che i tatuatori sanno trasformare in vera e propria arte». Anche Antonella Manto, dirigente del settore politiche giovanili del comune, ha espresso soddisfazione per un evento che arricchisce il programma culturale della città.
«Parlando di arte e cultura ci è sembrato subito importante dedicare una finestra anche all’arte del tatuaggio un linguaggio diffuso tra tutte le generazioni e in molteplici forme, ma che ha radici storiche profonde che non tutti conoscono – ha evidenziato la direttrice del Gect Go, Romina Kocina - Proprio per questo ci è sembrato il tassello mancante da inserire all’interno del nostro territorio, in occasione della Capitale Europea della Cultura. Venuti a conoscenza della mostra internazionale organizzata da 24 Ore Cultura, abbiamo trovato subito sintonia con il Comune di Gorizia nel volerla portare qui nell’edizione speciale di Let’s Go! Cosplay & Fun – Go! 2025. Una collaborazione di alta qualità che ci offre l’opportunità di riflettere sul valore artistico del tatuaggio, sul suo impatto nella società contemporanea e anche come possibile sbocco professionale».
Paola Capitelli del gruppo 24 Ore Cultura, intervenuta in collegamento, ha espresso i suoi ringraziamenti sottolineando il valore della collaborazione con le pubbliche amministrazioni nello sviluppo di progetti culturali. «Il percorso di questa mostra è iniziato al Museo delle Culture di Milano, per poi approdare a Marsiglia, Stoccolma e oggi a Gorizia. Fin dall’inizio ci siamo posti una domanda: che cos’è davvero il tatuaggio? Oggi è un fenomeno globale di massa, ma in realtà è sempre stato un segno indelebile che attraversa epoche, continenti e culture. Per questo abbiamo scelto di indagarne le molteplici dimensioni storiche e culturali, offrendo una visione ampia e profonda» ha raccontato poi.
Il legame con il territorio è stato un altro aspetto centrale affrontato nella presentazione odierna: il Friuli e Gorizia sono infatti luoghi con numerosi studi e con l’Accademia di tatuaggio artistico di Udine. Nella mostra sarà dato spazio anche alla memoria locale, con articoli de Il Piccolo di fine Ottocento e inizio Novecento che raccontano il tatuaggio tra aristocrazia, carcerati e marinai. «Non si tratta soltanto di un segno di amore o appartenenza – ha aggiunto Paola – ma di una traccia fondamentale della nostra storia, non solo contemporanea. Vogliamo restituire il tatuaggio nella sua dimensione culturale e collettiva, senza rinunciare a un approccio anche divertente, grazie a installazioni multimediali, un focus sul Mediterraneo e una panoramica sui segni che in ogni parte del mondo gli uomini hanno scelto di imprimere sul proprio corpo».
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