IL CONFRONTO
Giovani e partecipazione politica al centro di 'Tracciare Futuri', i due tavoli a Staranzano e Monfalcone

A guidare il primo confronto i giovani amministratori comunali Papais e Campobasso. Sentimenti di disillusione e mancanza di canali di dialogo emergono dal tavolo di Viurna e Terzoni.
È giunta alla sua quarta edizione la rassegna-laboratorio dedicata a proposte e riflessioni per una cittadinanza attiva “Tracciare Futuri”. Tenutasi tra il 2 e il 4 ottobre a Staranzano, Gorizia e Monfalcone, l’iniziativa ha visto il susseguirsi di 13 diversi tavoli di incontro e discussione che hanno spaziato su vari temi, da temi più legati al contesto locale fino a discorsi di carattere più ampio legati all’inclusione, passando per questioni trasversali come le nuove forme di povertà e il benessere nell’ambiente scolastico.
Ad aprire e chiudere gli appuntamenti della rassegna, vi è stato un preciso filone tematico: il difficile rapporto tra giovani e politica locale. Il primo tavolo del 2 ottobre a Staranzano e l’ultimo, nella mattinata del 4, a Monfalcone, hanno affrontato la medesima questione da due voci e punti di vista differenti ma complementari: da un lato, quelle di coloro che si sono messi in gioco diventando giovani amministratori nella scena politica locale; dall’altro, approfondendo il pensiero di chi ancora osserva, animato da un sentimento misto di disillusione e desiderio di trovare efficaci spazi di dialogo con la realtà istituzionale.
Il tavolo di Staranzano, cominciato alle 18, ha visto un pubblico eterogeneo composto sia da giovani che di persone d’età più matura. Vi hanno partecipato Enrico Papais, vicesindaco di Ronchi dei Legionari, e Simone Campobasso, assessore a Staranzano: due voci giovani, per l’appunto, chiamate ad analizzare il tema della partecipazione giovanile alla vita comunitaria. «I giovani – è stato osservato dai due relatori – vivono la politica con distacco, e quando mostrano interesse, spesso lo rivolgono più ai grandi temi globali che a ciò che accade a pochi chilometri da casa loro».
Poca l’attrattiva esercitata da politica e associazionismo locale, «una via alternativa per esprimere cittadinanza attiva dove però la presenza giovanile resta scarsa», hanno rilevato i partecipanti al tavolo. Ci si aggiunga la mancanza di tempo legata a studio, lavoro o famiglia, ulteriore fattore che «frena il ricambio generazionale e mantiene la politica a misura d’anziano». Una possibile soluzione, hanno infine concordato Campobasso, Papais e gli altri partecipanti, potrebbe essere quella di «creare costanza negli eventi e mantenere viva la socialità, per costruire luoghi di confronto dove i giovani possano tornare protagonisti».
Dal tavolo di Monfalcone, condotto da Erik Viurna e Giovanna Terzoni del direttivo di Monfalcone Civica e Solidale assieme all’antropologo Giuseppe Grimaldi, la questione è emersa ancor di più, assumendo il connotato di una vera e propria «frattura sociale». Nel corso di passate occasioni di incontro con i giovani monfalconesi, si sono delineati con chiarezza sentimenti di disinteresse, disillusione o addirittura contrasto verso la politica e il rapporto con anziani e istituzioni; non a caso, pochi sono stati gli under 30 a partecipare al confronto in piazza Cavour.
A partire da queste constatazioni, Grimaldi ha riflettuto più a fondo sulla divisione nel contesto della città bisiaca: «Monfalcone è una città giovane, ma con una composizione sociale diversa da quella di qualche decennio fa, tutto ciò, probabilmente, non è stato ancora digerito e assimilato fino in fondo». Un modo conflittuale di vivere gli spazi sociali e politici che si traduce anche nelle dinamiche del quotidiano: «Il centro città – ha osservato un partecipante al tavolo – non è più vissuto dagli autoctoni come un tempo. Oggi, chi anima le piazze e i bar sono soprattutto i ragazzi bengalesi. Gli italiani dove sono?».
Come sanare la frattura, dunque? Al tavolo di piazza Cavour, riferiscono Viurna e Terzoni, si è risposto citando la necessità di educatori di strada, spazi di dialogo, ma anche percorsi di partecipazione condivisa come una Consulta Giovani sul modello di quella approvata pochi mesi fa a Ronchi dei Legionari per creare un canale permanente di dialogo e di coinvolgimento diretto con la realtà politico-istituzionale della città.
Un’iniziativa, quest’ultima, condivisa convintamente da Cristiana Morsolin, consigliere comunale di Monfalcone Civica e Solidale che ha seguito da vicino i tavoli di “Tracciare Futuri”. Solleciteremo ulteriormente il Comune sul discorso di una Consulta Giovani – dichiara Morsolin – così come si continuerà a insistere sull’educativa di strada. Preziose, dunque, le considerazioni emerse ai tavoli, che saranno elaborate al fine di mettere in connessione e in dialogo le «realtà separate e complesse» del contesto locale.
Morsolin definisce infine l’edizione 2025 di “Tracciare Futuri” come «la migliore di questi quattro anni, molto cresciuta in termini di partecipazione e ricca di proposte su come agire anche a livello amministrativo». Un lato interessante, secondo la consigliera, poiché ha consentito il confronto tra le idee di amministratori e quelle di cittadine e cittadini «facendo emergere spunti ancora più interessanti di quelli in partenza».
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