Agitazione al Palazzo di giustizia di Gorizia, salta la riunione. Scintille sindacati-prefetto

Agitazione al Palazzo di giustizia di Gorizia, salta la riunione. Scintille sindacati-prefetto

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Agitazione al Palazzo di giustizia di Gorizia, salta la riunione. Scintille sindacati-prefetto

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 30 Nov 2022
Copertina per Agitazione al Palazzo di giustizia di Gorizia, salta la riunione. Scintille sindacati-prefetto

I sindacati attaccano la Prefettura, «precedente preoccupante». Ricciardi: «Richiamerò le parti».

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A preoccupare è la sorte del personale del Palazzo di giustizia di Gorizia, ma le scintille emergono tra sindacati e Prefettura. I primi avevano chiesto al commissario di governo di attivare il tavolo di conciliazione, dopo aver dichiarato lo stato di agitazione per quanto riguarda Tribunale e Procura. A nemmeno due settimane di distanza da quell’appello, Fp Cgil, Cisl Fp e Confsal Unsa esprimono in una nota “stupore e rammarico” per “il mancato esperimento del tentativo obbligatorio di conciliazione”.

Nella lettera rivolta allo stesso prefetto, Raffaele Ricciardi, e alle altre autorità coinvolte, i segretari regionali Mauro Cenci, Salvatore Montalbano ed Enrico Acanfora parlano di “assoluta mancanza di motivazione di un provvedimento che rappresenta un preoccupante precedente per quanto riguarda in generale le procedure di raffreddamento delle vertenze sindacali, tanto più alla luce della gravità delle ragioni poste alla base di uno stato di agitazione proclamato per tentare di mandare un forte segnale di disagio e di difficoltà”.

Questo arriva dai “lavoratori di alcune amministrazioni del Ministero della Giustizia che, nel territorio di Gorizia, vivono con particolare gravità le conseguenze del mancato turn-over con una carenza di personale che ne mette a rischio perfino l’apertura”. Le sigle, quindi, rivendicano di essersi rese disponibili a un incontro “nei cinque giorni previsti dalla normativa”, rinviando altri impegni “a date successive al 21 novembre, data entro la quale detto tentativo avrebbe dovuto, ex lege, essere obbligatoriamente esperito”.

La procedura, però, è stata posticipata a ieri. Data che ha portato alla “impossibilità di chiedere ulteriori rinvii ad impegni già a suo tempo rinviati ma che, purtroppo, riguardavano tutte le organizzazioni sindacali interessate che pertanto, proprio al fine di assicurare la presenza a questo delicato impegno, hanno unitariamente e semplicemente chiesto un ulteriore breve rinvio a codesta Prefettura”. I sindacati, inoltre, rivendicando di non aver mani voluto rinunciare al tentativo di concitazione, anzi attaccano Riccardi.

Secondo loro, infatti, il suo operato si sarebbe limitato a ridurre “un fondamentale istituto transattivo a mero adempimento burocratico”. Ricostruzione che viene completamente smentita dal dietro interessato, se non per il rinvio oggettivo dell’incontro. “Ho fissato l’incontro a martedì 29 novembre così da poter far combaciare le agende di tutti, coinvolgendo anche il capo del personale del ministero della Giustizia. I sindacati, però, ci hanno detto che quel giorni non ci sarebbero stati. La riunione è stata quindi annullata”.

Il rappresentante del governo, quindi, ricorda che il suo gabinetto non ha ricevuto ulteriori risposte da parte dei rappresentati dei lavoratori. “Stupore e rammarico lo dichiaro io - così Riccardi - e non è vero che non ho fatto nulla. Il mio non è stato un mero adempimento burocratico, anzi ho chiamato personalmente le parti. In passato ho tenuto riunioni con il presidente del Tribunale, procuratore, forze di polizia e sindaci per capire come rinforzare gli uffici giudiziari. Ho posto l’attenzione del tema a ministeri e presidenza del Consiglio”.

“Ora riconvocherò le parti, mi auguro che si presenteranno” chiosa Ricciardi. Al netto della polemica scoppiata sulla convocazione del tavolo, l’oggetto della mobilitazione è la grave carenza di personale degli uffici: il Tribunale conta 22 unità su un organico di 38 persone, escluso il dirigente, mentre la Procura ha appena 11 unità su 29 previste, di cui peraltro una è da due mesi in infortunio e un’altra in malattia. Pesano anche le difficoltà per il Giudice di pace deve far fronte con il Cpr di Gradisca d’Isonzo.

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