Zona archeologica di San Canzian, si riapre il dibattito sul futuro degli scavi

Zona archeologica di San Canzian, si riapre il dibattito sul futuro degli scavi

I NUOVI SCAVI

Zona archeologica di San Canzian, si riapre il dibattito sul futuro degli scavi

Di I.B. & S.F. • Pubblicato il 23 Giu 2023
Copertina per Zona archeologica di San Canzian, si riapre il dibattito sul futuro degli scavi

Le osservazioni di alcuni cittadini, contenute in una lettera aperta e rivolta all'amministrazione comunale, parlano di 'inerzia'. Moimas non ci sta, «lavoro costante e dispendioso».

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Avevano già scritto, esprimendo pubblicamente le proprie perplessità, nell'agosto 2021, contro il progetto comunale 'Verso una piazza. Intervento di valorizzazione degli scavi archeologici e del piazzale d’ingresso della chiesa parrocchiale di San Canzian d’Isonzo' contenuto all'interno del più ampio 'Mar e Tiaris', progetto a livello regionale promosso dal Comune di Grado quale capofila.

Gli stessi cittadini, ovvero Isabella Braida, Anna Clara Calligaris, Valentina Correddu, Elena Gregoris, Lucio Rigonat, Rossella Tortul e Carmen Trevisan, in questi giorni sono tornati sul tema. Dopo due anni di sospensione dei lavori, voluta dalla Sovrintendenza Archeologica del Fvg per procedere ad un’indagine preliminare sulle ben 14 zone delle 18 riconosciute come “punti d’interesse e relativo grado di rischio rispetto all’opera” dall’archeologo Dario Innocenti nella “Verifica preventiva”, il gruppo ritorna così sull’argomento.

L’occasione che ha portato a questa decisione è stata l'interessante conferenza organizzata dalla Società Friulana di Archeologia-sezione Isontina del 27 maggio scorso su “La chiesa di San Proto e le indagini archeologiche a San Canzian”, che ha visto come relatore il professor Giuseppe Cuscito, uno dei protagonisti degli scavi di ormai sessant’anni fa.

"La conferenza e la successiva visita guidata agli scarsi e mal tenuti reperti oggi visibili, sia di epoca romana che paleocristiana, hanno confermato l’evoluzione del vicus quale centro religioso vitale ed autonomo già nei secoli IV e V, desumibile dalle professioni dei donatori inscritte nel grande pavimento a mosaico di 32x16 metri della basilica del VI secolo - diaconus, lector, notarius, tonsor - portato in luce negli scavi passati. Anche le decorazioni musive testimoniano che San Canzian fu “L’anello di congiunzione tra l’attività dei maestri aquileiesi e la loro continuazione ed evoluzione in Grado” (S. Tavano, in “Ce fastu?”, 1965). 

D’altra parte, la rilevanza del sito archeologico, oggetto di numerose pubblicazioni, è ben nota a livello specialistico e pare confermata dagli scavi attualmente in corso, svolti con grande scrupolo dall’archeologo Innocenti. Solo l' amministrazione del nostro Comune sembra poco interessata a valorizzare tale ricchezza. Questo a dispetto dei nuovi ritrovamenti, l’unico auspicio espresso dall’assessora alla cultura Flavia Moimas, intervenuta alla conferenza del 27 maggio in rappresentanza dell’amministrazione comunale, è che si finisca presto l’indagine, per poter procedere finalmente con la pavimentazione", scrivono nella lettera.

"Essa sarà sì “sicura” riguardo l’impatto archeologico, ed anche esteticamente gradevole, ma significherà senza dubbio l’azzeramento di ogni ipotesi di emersione dei resti archeologici. Dopo un consistente investimento per tali opere - 140mila e 750 euro - chi può credere che si ribalti tutto di nuovo? La revisione del Piano Regolatore Comunale, che pure prevede di “aggiornare le perimetrazioni delle aree di interesse archeologico, presenti in modo significativo nel territorio, specialmente agricolo di San Canzian” (Direttive per la formazione di variante al PRGC, punto a, maggio 2023), non fa cenno alla necessità di rivedere il progetto “Verso una piazza”, che riguarda il centro abitato, e che pertanto viene confermato. 

Ribadiamo piuttosto che è proprio questo il momento per ripensare all’intero progetto di riqualificazione archeologica, e non solo del piazzale della chiesa, ma di tutte le numerose emergenze antiche del territorio: chiesa di San Proto (l’unico lacerto visibile è invece stato ricoperto da un pavimento di cemento!) la rotonda di Santo Spirito, la presunta palestra con mosaici di atleti in località Rondon, le ville romane come quella dei Canzi (luogo della sepoltura dei tre martiri Canziani), e le altre individuate a suo tempo dallo studioso locale Beniamino Braida e confermate da indagini come quella di Stefan Groh dell’Università di Vienna nel 2013 (villa rustica in località La Bregadina dei Cagnussi, di 5mila e 900 metri qudrati), ma mai oggetto di scavi, e l’elenco potrebbe continuare", scrivono.

"Siamo consapevoli che una riqualificazione archeologica generale richiede competenze, progettualità, fondi ed investimenti di cui un Comune limitato come il nostro al momento non dispone, ma manca in primo luogo la volontà politico-culturale di realizzarlo.

Ciò considerato, proponiamo invece un articolato programma da realizzarsi per fasi: mappare l’intero territorio comunale, urbano e agricolo, utilizzando con adeguata calibratura le nuove tecnologie di indagine, come il georadar; valorizzare quanto oggi visibile, contrastando l’abbandono e degrado dei siti attuali, garantendo l’apertura regolare dell’Antiquarium Cantianense, promuovendo la fruizione di tali ricchezze attraverso percorsi visivi e ampia diffusione di materiale informativo; ampliare l’orizzonte e la capacità di intervento: riaprire le campagne di scavo sui ritrovamenti passati, collegarli a quelli attuali e futuri, in modo da caratterizzare San Canzian come un vasto sito archeologico, in connessione con Aquileia e la via Gemina che la collegava a Trieste", dicono.

La proposta dei firmatari è chiara: "Riteniamo che solo istituendo un tavolo operativo allargato, coordinato dal Comune, cui partecipi la Regione, l’Arcidiocesi, la Sovrintendenza ai beni Archeologici e Ambientali, la Società per la conservazione della Basilica di Aquileia, le associazioni culturali (come la SFA Isontina e la Ass. Cult. Lacus Timavi), gli Enti di ricerca universitaria, si possa elaborare un programma d’intervento di larga visione, ma al contempo concreto e che coinvolga la cittadinanza", concludono.

Da parte sua è lapidaria l'assessore alla cultura e vicesindaco, Flavia Moimas. "Mi dispiace profondamente il tenore usato dai firmatari dell’articolo sugli scavi nella zona archeologica di San Canzian d’Isonzo in merito all’inerzia dell’Amministrazione comunale e allo “sconcerto” che il mio brevissimo intervento ha causato tra i presenti alla conferenza del professor Cuscito organizzata dalla SFA ed inserita nel calendario degli appuntamenti dell’assessorato alla cultura per il Maggio dei Libri.

L’aver attivato e finanziato le indagini con il georadar oltre ai recenti scavi sul sagrato, che hanno raggiunto la cifra di 36mila euro a carico del bilancio comunale, gli incontri con la Parrocchia e la Soprintendenza, ente competente per la tutela del patrimonio archeologico e l’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere sui beni culturali archeologici, i costanti rapporti con la Società Friulana di Archeologia, gli Open day ai siti archeologici, l’applicazione scoprisancanziandisonzo.org, non ritengo rientrino nel significato della parola 'inerzia'", così Moimas.

Foto d'archivio: conferenza del 22 luglio 2021 sui risultati del georadar.

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