la condanna
Ziberna invita le tre violiniste russe a Gorizia, «Lipizer in discussione»

Atteso il concerto a Palazzo de Grazia, attese ripercussioni anche in vista della Capitale 2025.
L'eco dell'esclusione dei tre violinisti russi dal concorso Lipizer di Gorizia rimbomba ancora. Dopo aver già condannato la decisione, il sindaco Rodolfo Ziberna punta il dito verso la storica associazione musicale Rodolfo Lipizer, rilevando che il comportamento del suo direttivo "non è in linea con lo spirito della Capitale europea della cultura e la sua presenza in quest’ambito sarà messa in discussione”. nelle ultime ore è arrivato il rifiuto degli organizzatori della kermesse internazionale di riammettere gli artisti esclusi per il fatto di essere russi. Posizione riconfermata alla luce di quanto successo anche in altre sedi.
“In risposta alla mia richiesta ufficiale di riaprire loro le porte della competizione il presidente dell’associazione, Lorenzo Qualli mi ha risposto che intende mantenere questa esclusione - spiega il primo cittadino - ritenendola in linea con le direttive dell’Unione europea e di altre manifestazioni internazionali. Ma è una posizione davvero assurda, sia perché non esistono direttive in tal senso sia perché non me ne importa nulla che altri facciano discriminazioni di questo genere, finchè a Gorizia sarò sindaco io saranno sempre contrastate dal Comune. Ed è per questo che mi sono già messo in contatto con una delle violiniste escluse Lidia Kocharian (di origine armena e residente a Bruxelles)".
Alla musicista, il sindaco ha espresso "non solo la mia solidarietà ma anche la volontà di ospitarla a Gorizia, insieme alle altre escluse, quest’estate, nell’ambito delle manifestazioni stagionali. Abbiamo già un accordo con il maestro Claudio Liviero, della Casa delle arti, per realizzare un evento che le veda protagoniste. Ma non è sufficiente. Qui ci troviamo di fronte a un atteggiamento di una gravità assoluta perché si cerca di far passare l’idea che la responsabilità criminale di un dittatore debba ricadere su tutto un popolo, senza neppure porsi il dubbio che questo popolo, in questo caso il popolo russo, stia subendo gli eventi senza nulla poter fare per modificarli".
Atteggiamento definito "terribile. E non è importante che la decisione sia stata assunta a maggioranza o all’unanimità dal direttivo, ma che si sia arrivati alla sua approvazione. Ogni anno l’associazione Lipizer riceve anche dal Comune un contributo per la sua attività e quest’anno non è stato ancora deliberato. Al momento, su questo fronte non posso dire altro perché tutto viene definito da uno specifico regolamento ma è evidente che ciò che è accaduto non potrà non pesare sui rapporti futuri fra l’amministrazione e l’associazione. E, come ho detto, è altrettanto palese che, a queste condizioni, non ci sarà spazio per la Lipizer nei progetti della Capitale europea della cultura”.
Si unisce anche l'assessore alla Cultura, Fabrizio Oreti: "Gorizia ha il dovere di lanciare un messaggio forte e chiaro visto che parliamo di una città dove la musica e la cultura fanno parte del proprio Dna". Confermando il concerto a Palazzo De Grazia, ricorda che quando ha appreso la notizia "ho pensato ad una potenziale fake news. Invece, purtroppo, era tutto vero. In questo momento storico, la cultura ha un ruolo molto importante, deve saper mediare e ricucire proprio dove la politica e la diplomazia non sono riuscite ad intervenire. La musica per eccellenza ha questo compito".
"A loro volta, molti artisti russi stanno subendo scelte scellerate del governo che sono lontanissime dai loro valori o dalla loro volontà e rischiano così di essere penalizzati due volte, sia da un punto di vista umano sia da un punto di vista artistico" conclude l'esponente della giunta.
Sul tema, interviene anche il candidato sindaco Mario De Marco, esprimendo "tutta la propria indignazione" per l'accaduto. Per l'aspirante primo cittadino "non è un buon biglietto da visita" per il 2025, mentre "la cultura è confronto, dibattito, differenza, discussione, no oscurantismo e discriminazione". De Marco "pur essendo un cittadino goriziano si dissocia da questa politica di guerra, la cultura è cultura e non può essere abbinata alla politica. La cultura è avvicinamento no allontanamento". Proprio da Gorizia "dovrebbe partire il messaggio che la cultura dovrebbe unire e non dividere", auspicando un dietrofont "anche se si rende conto che ormai la frittata è fatta".
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