Witor's nella rete Benetton, viaggio nella fabbrica di cioccolato di Gorizia

Witor's nella rete Benetton, viaggio nella fabbrica di cioccolato di Gorizia

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Witor's nella rete Benetton, viaggio nella fabbrica di cioccolato di Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 08 Mar 2022
Copertina per Witor's nella rete Benetton, viaggio nella fabbrica di cioccolato di Gorizia

Prodotte 2mila tonnellate di Boeri in un anno, impiegati 80 dipendenti. La sede punta all'autosufficienza.

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È un business “dolce” quello in cui la famiglia Benetton ha messo le mani, passando per Gorizia. Il fondo 21 Invest che fa capo ad Alessandro Benetton ha infatti rilevato il 70% delle azioni della Witor’s per quasi 100 milioni, storica realtà dolciaria con sede a Cremona ma che ha uno degli stabilimenti più importanti a Sant’Andrea. Questa mattina, il sindaco Rodolfo Ziberna e l’assessore al lavoro, Marilena Bernobich, hanno fatto visita alla sede insieme al presidente del Consorzio industriale della Venezia Giulia, Renato Russo.

Un tour che segue quello della settimana scorsa in altre due realtà della zona industriale, andando a conoscere il luogo dove viene prodotto il celebre Boero. Nato nel 1962, questo dolce viene prodotto in quantità eccezionali: ben 6.000 in un anno, per un totale di 2.000 tonnellate. Sono così 60 anni che in riva all’Isonzo si prepara uno dei dolci più consumati a livello internazionale, tanto da occupare da solo una delle cinque linee a disposizione nell’area da 28mila metri quadrati. Qui trovano occupazione 80 dipendenti.

A fare da cicerone è stato il direttore della filiale, Orazio Civello, che non ha nascosto il dispiacere per il fatto che Gorizia conosca poco questa realtà. Un paradosso, visto che l’hub in via del San Michele ha anche uno spaccio aziendale che, prima della pandemia, accoglieva in 12 mesi quasi 70mila persone. Tanti dallo stesso Friuli Venezia Giulia e dal Veneto, ma anche da Slovenia, Austria fino ai Paesi dell’Europa centro-orientale. Qui non arrivano solo per il Boero, però, perché le altre linee sfornano anche le eccellenze di Barilla, Pavesi e Mulino Bianco.

Dai Ringo ai Pandistelle, passando per i Baiocchi: la visita del primo cittadino all’interno dell’industria sembrava la versione più realistica dell’avventura di Charlie all’interno della Fabbrica di Cioccolato di Willy Wonka. Al posto dell’eclettico imprenditore e degli Umpa Lumpa, ci sono operai che lavorano su più turni fino al sabato, con una capacità produttiva da 16.600 tonnellate annue. Ma si potrebbe arrivare a superare il doppio. “Il mercato ha bisogno di innovazione” ha evidenziato Civello, tanto che sono già pronti 2 milioni da investire in un nuovo prodotto.

Una mole di attività che richiede uno sforzo ulteriore di personale nei mesi più “caldi”, ossia proprio l’estate in cui si preparano i dolci. A questo si aggiungono gli interventi fatti negli ultimi 3 anni per l’efficientamento energetico e strutturale: sono stati tolti 9.000 metri quadrati di amianto dai tetti e fatto l’isolamento termico; sostituito le luci con led e installata una centrale geotermica progettata ad hoc dal gruppo Hera. “Abbiamo abbattuto il 90% dell’uso di gas metano”, puntando ora a porre anche un impianto fotovoltaico da 850 kW.

L’obiettivo è arrivare all’autonomia energetica completa. Se da questo lato l’azienda sarà meno vulnerabile agli andamenti internazionali, lo rimane però per le materie prime. Alcune creme, infatti, sono prodotte con olio di girasole, prodotto soprattutto in Russia e Ucraina, e il loro acquisto ora è diventato difficile. Così come per la farina dei biscotti, che coinvolge indirettamente lo stabilimento che li farcisce. Lo stesso mercato moscovita è uno sbocco importante: “Avevamo un cliente con milioni di tavolette che ora rimarrà ferma” rileva il direttore.

Sempre a livello internazionale, il cacao arriva da Ghana e Costa d’Avorio, con alcune varianti da Tanzania ed Ecuador. Come proposto dal sindaco, l’idea è di coinvolgere Witor’s in un prossimo “villaggio di cioccolato”. Nel frattempo, il business in crescita chiede però nuovi spazi: in trattativa c’è l’acquisizione di ulteriori 5.000 metri quadrati in un capannone limitrofo, mentre lì vicino si trova anche l’ex Zulli. Qui, Russo ha spiegato che l’ex opificio - di proprietà del Consorzio - sarà demolito per realizzare un nuovo immobile, sempre a disposizione della zona industriale.

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