Le voci dei giovani contro il genocidio in Palestina, il sit-in al liceo Buonarroti di Monfalcone

Le voci dei giovani contro il genocidio in Palestina, il sit-in al liceo Buonarroti di Monfalcone

LA MANIFESTAZIONE

Le voci dei giovani contro il genocidio in Palestina, il sit-in al liceo Buonarroti di Monfalcone

Di Federico De Giovannini • Pubblicato il 22 Set 2025
Copertina per Le voci dei giovani contro il genocidio in Palestina, il sit-in al liceo Buonarroti di Monfalcone

Il presidio, promosso da studenti e studentesse, si è svolto in mattinata nelle due sedi dell’istituto. Contesto storico, testimonianze, scelte etiche e pensieri al centro degli interventi.

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In questi giorni di grande attenzione verso la causa palestinese in tutta Italia tra iniziative generali e mobilitazioni di categoria, anche gli studenti e le studentesse del liceo scientifico “Michelangelo Buonarroti” di Monfalcone hanno voluto organizzare una manifestazione scolastica di supporto alla popolazione di Gaza e Cisgiordania e contro il genocidio.

Il sit-in si è svolto dalle 10 alle 12 di stamattina, contemporaneamente nella sede principale di via Matteotti che nella succursale di viale Cosulich e in due turni: il primo rivolto agli studenti del biennio, il secondo alle classi terze, quarte e quinte. A idearlo, proporlo a docenti e dirigenza e organizzarlo sono stati diversi studenti e studentesse, perlopiù delle classi quinte: Umberto Dimitri, Dora Fontanot, Sabrina Bouatit, Valentina Ardolino, Mehjabin Alam, Manuel Giglio, Anna Pellizzoni e le due rappresentanti d’istituto uscenti Marta Venuto e Sarah Simonit.

Il presidio ha avuto come focus primario quello di sensibilizzare e far conoscere il più possibile la situazione umanitaria in Palestina e i suoi antefatti, non senza approfondire il contesto storico della questione. Circa 150 gli studenti del triennio che vi hanno preso parte nel giardino della sede centrale, ascoltando la lettura di una serie di testimonianze di cittadini e attivisti palestinesi sulla silenziosa occupazione ed esproprio delle terre in corso da decenni in Cisgiordania, sul trattamento riservato a chi viene incarcerato e sull’attività svolta in loco dalle Ong.

«Il nostro obiettivo è dare un’immagine di ciò che accade davvero in Palestina: la questione sula rete idrica, la colonizzazione, la cancellazione dell’identità e della presenza di un popolo – spiega Umberto – sentiamo la necessità di fare qualcosa, ma innanzitutto di sensibilizzare, poiché non tutti sono ancora a conoscenza di cosa accade e degli antefatti di questo conflitto».

Ma, prosegue sempre lo studente dell’indirizzo scientifico, «non vogliamo con ciò trasmettere un senso d’impotenza»: nonostante la distanza fisica con la Palestina, nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa per cambiare la situazione. E infatti, terminata la parte di contesto storico e testimonianze, si è voluto parlare di boicottaggio, scelte etiche ed altre iniziative pacifiche che anche i giovani possono intraprendere: «Si tratta di modulare i nostri stili di vita in modo consapevole rispetto a quanto sta succedendo», conclude Umberto.

Lo stesso sit-in ha voluto coinvolgere in maniera attiva e simbolica i partecipanti, non limitandosi ad una sequela di interventi “frontali”. Sulla scalinata d’ingresso, infatti, sono giunte molte barchette di carta contenenti parole e pensieri di ragazzi e ragazze, lette ad alta voce nel momento finale della manifestazione; un cartellone appeso al muro ha raccolto le firme di tutti coloro che hanno voluto lasciare un segno tangibile della loro partecipazione; non pochi, infine, gli studenti che hanno aderito all’idea di vestire uno o più colori della bandiera palestinese.

Un’occasione di approfondimento e coesione, dunque, che fin dalla prima proposta da parte dei suoi ideatori della classe 5°ALS è stata accolta positivamente e supportata con consigli su come indirizzarla dai docenti e dalla dirigenza dell’istituto. Positiva anche la partecipazione anche se, per lo sciopero del personale, diverse sono le classi che non sono proprio entrate a scuola. «È un’iniziativa che, come rappresentanti uscenti degli studenti, abbiamo appoggiato subito – commenta Sarah Simonit – sono contenta della partecipazione dimostrata da tutte le classi: il biennio ha dimostrato maggiore curiosità nel conoscere la storia, con il triennio c’è stato un coinvolgimento più attivo». Che l’evento di oggi sia solo un inizio lo auspica infine Dora: «La nostra intenzione è continuare ad approfondire il tema con iniziative durante l’anno, per esempio con un’assemblea d’istituto».  

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