a gorizia
Vittorio Sgarbi provoca sulle donne, èStoria inizia con Frida Kahlo
L'intervento del critico d'arte ha aperto ieri il filone cinematografico del festival, provocazioni e prese di posizioni che hanno fatto discutere.
C’è chi dice che è dal dolore che nasce l’arte, chi pensa che sia la sofferenza la più grande ispiratrice di molti grandi artisti e molte importanti loro opere. Caravaggio era un assassino con il vizio del gioco, Modigliani aveva un problema con l’alcol e le droghe, ed il giovane prodigio Egon Schiele condivise un amore tormentato con Wally Neuzil, un sentimento che dipinge nei suoi quadri cupi e angosciosi. Frida Kahlo, come è trasparito anche dalle parole del critico d’arte Vittorio Sgarbi al Kinemax di Gorizia in apertura dell'éStoria Film Festival, è stata una delle più grandi figure della storia artistica, emergendo in un mondo dominato da uomini.
Vite dedite ai vizi per compensare la difficoltà nel vivere. Si è parlato, ieri sera, di una donna che il dolore lo ha vissuto in prima persona per tutta la sua vita, nel corpo, nell’anima, nei sentimenti, ma che è riuscita a tramutarlo in una pittura sensazionale, pitturando su tela il suo mondo interiore. Perdendosi nei suoi ragionamenti, Sgarbi ha però dimenticato, forse, il motivo per cui questo festival ha deciso di essere dedicato alle donne. Ad esempio riuscire a superare quella concezione che vuole ricondurre ad ogni loro risultato la mano di un uomo, mostrando invece l’indipendenza e la forza di chi è riuscita ad emergere nonostante le difficoltà.
Ma a quanto pare la più grande sfida che, secondo il sindaco di Sutri, avrebbe portato due grandi donne come Artemisia Gentileschi e Frida Kahlo ad emergere come enormi artiste è stato, principalmente, il loro confronto con due figure maschili, il padre per Artemisia e il marito per Frida. E perché nessuno dice mai che Raffaello è stato un grande artista perché si è confrontato con la figura del padre Giovanni Santi, o nessuno si azzarderebbe mai a dire che il magnifico talento di Gian Lorenzo Bernini nasca dal confronto con il padre Pietro Bernini? Il loro talento è puro, innato, superbo e poi che fossero figli d’arte poco importa. Ma non se sei donna a quanto pare.
Sempre parlando di donne ed arte, Sgarbi si è soffermato a parlare del rapporto che “è stato la regola” di subalternità tra attori e attrici rispetto al regista, “un regime che ha investito e fustigato di tutti”, tra cui “Berlusconi, l’unico condannato per aver scopato una o più ragazze, le quali però andavano da lui dopo essere andate in televisione, come si va da un produttore, ad una cena”. “Quindi - continua - hanno costruito un meccanismo demoniaco in cui lui in realtà è stato al centro di una situazione in cui non era dominante ma era dominato” definendo infine la vicenda che ha coinvolto le olgettine e l'ex premier come una “circonvenzione di attentato”.
Utilizzando un termine che viene giuridicamente usato per i reati contro minori o infermi, intendendo le minorenni come le approfittatrici contro un Berlusconi che, a suo dire ingenuamente, non pensava che questo secolare sistema potesse rivolgersi proprio contro di lui. Un’affermazione che ha provocato le risa del pubblico sia chiaro, nessun segno di ribrezzo o fischio alcuno. Continuando sulla scia della povera vittima che è preda dei suoi assalitori, ha voluto ricordare il caso della supplente di Novate Milanese, “era una ragazza di vent’anni che veniva dal Molise, un po’ butterata".
"Entra a scuola e trova dei ragazzi di 14/15 anni, che ad un certo punto le hanno fatto un balletto intorno, la portano in una palestra, e poi quello di 15 anni la mette in ginocchio a fare una fellatio - spiega - l’hanno arrestata perché era maggiorenne, io la trovo una vittima” ritenendo la pena a lei inflitta il risultato di un “rovesciamento di una situazione psicologico di cui lei era una vittima, benché lei maggiorenne, così come il super maggiorenne Berlusconi mi appare vittima di un mondo femminile”. Ci sono testimonianze, ci sono le indagini, ci sono le prove che queste vittime non sono vittime del sistema.
Al massimo vittime di sé stesse, della propria voglia di superare i confini e della loro convinzione di non essere punite nel farlo. Un festival dedicato alle donne ma che inizia, purtroppo, parlando di un Berlusconi “vittima di un mondo femminile”, di giovani minorenni che hanno rotto le convenzioni sociali per sfruttare la vittima come fu Berlusconi, e di una supplente, di cui non si ricordava a quanto pare le testimonianze, ma di cui era importante sottolineare il “volto butterato, con un po’ di foruncoli”.
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