La vita senza amore, quattro personaggi disegnati da Ibsen a Nova Gorica

La vita senza amore, quattro personaggi disegnati da Ibsen a Nova Gorica

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La vita senza amore, quattro personaggi disegnati da Ibsen a Nova Gorica

Di Nicholas Taucer • Pubblicato il 14 Mar 2024
Copertina per La vita senza amore, quattro personaggi disegnati da Ibsen a Nova Gorica

È la prima volta che il rinomato regista bulgaro Stiliyan Petrov, noto per la sua poetica, porta una pièce sul piccolo palcoscenico sloveno. La trama.

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Ieri sera, al Teatro Nazionale di Nova Gorica, si è tenuta la prima dell'opera teatrale di Henrik Ibsen "Quando nei morti ci risvegliamo". Questo spettacolo rappresenta l'opera meno rappresentata e l'ultima scritta dal celebre drammaturgo norvegese. Si distingue nettamente dalle sue precedenti a causa del suo finale aperto, che lascia ampio spazio all'interpretazione del pubblico. È la prima volta che il rinomato regista bulgaro Stiliyan Petrov, noto per la sua poetica specifica e l'attenzione meticolosa alla recitazione, porta una pièce sul piccolo palcoscenico sloveno.

La peculiarità del regista risiede nel suo stile minimalista e raffinato, in netto contrasto con le tendenze attuali del teatro contemporaneo. Essendo poco rappresentata, l'opera non è condizionata da interpretazioni stereotipate, che spesso limitano la libertà dei registi nella messa in scena. Lo stile è estremamente minimale, focalizzando l'attenzione degli spettatori sul dialogo e sulla recitazione degli attori. Questi hanno saputo incarnare con maestria la drammaticità e il significato che cerca di comunicare, ovvero quello di un uomo che, privo d'amore, si avvicina al diavolo e alla morte.

Il tema principale riguarda le conseguenze dell'assenza di amore nella vita di una persona. In questo contesto, vengono esplorati e delineati i quattro personaggi principali: il professore Arnold Rubek (interpretato da Gorazd Jakomini), sua moglie Maja Rubek (interpretata da Arna Hadžialjević), il cacciatore Ulfhejm (interpretato da Blaž Valič) e la modella Irene (interpretata da Helena Peršuh). La trama si concentra sul tormentato rapporto tra Maja e Arnold, che è gravemente compromesso dall'assenza di amore tra i due. Arnold, un artista noto e di successo, nonostante il suo status, non riesce a trovare la felicità completa.

Maja, ancora innamorata di lui, cerca di ravvivare la loro relazione proponendo nuove attività, ma il conflitto tra loro è evidente: Arnold è un uomo solitario, immerso nei suoi pensieri creativi, mentre Maja desidera una vita più intensa. La figura di Irene rappresenta una luce nel buio per l'artista, ricordandogli il suo passato e la sua opera più importante, "Il giorno della risurrezione”, per cui ha posato. Irene aveva amato Arnold profondamente, ma lui non era stato in grado di accettarla completamente come donna, relegandola solamente all'arte. Nella disperazione e nel tentativo di rivivere il passato, i due decidono di salire su una montagna dove vengono sorpresi da una valanga.

La loro morte insieme diventa l'unica soluzione alla loro tormentata esistenza. Lo spettacolo è piacevole e scorre molto velocemente. Lo stile unico di Petrov si fa sentire sia nei ricchi dialoghi drammatici, che nel minimalismo dell’offerta visiva. Anche dopo il termine della recita, i pensieri rimangono immersi nelle intricanti relazioni tra Arnold, Maja, Irene e Ulfhejm, riflettendo sull’oscura ricerca dell'amore e del significato della vita che caratterizza l'opera di Ibsen. Ci ricorda, ancora una volta, che l’unica cosa che ci rende veramente vivi, è la costante ricerca dell’amore puro.

Foto Sng Nova Gorica

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