Un pompiere per tutta la vita, Romans saluta il suo Adriano Bon

Un pompiere per tutta la vita, Romans saluta il suo Adriano Bon

il ricordo

Un pompiere per tutta la vita, Romans saluta il suo Adriano Bon

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 27 Gen 2022
Copertina per Un pompiere per tutta la vita, Romans saluta il suo Adriano Bon

L'ultimo saluto nella sala parrocchiale, accolto da più di un centinaio di persone. L'omaggio.

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È stato l’ultimo saluto di una comunità a una persona che è stata per molti tanto più di un semplice amico. Questa mattina alle 11, Romans d’Isonzo si è riunita nella sala parrocchiale "Monsignor Galupin” per i funerali di Adriano Bon, ex vigile del fuoco che ha lavorato per oltre 30 anni tra Udine e Cervignano, vestendo i panni di capo del distaccamento della Bassa friulana. Classe 1942, dopo la pensione era rimasto un punto di riferimento per tanti suoi colleghi, nonché per i volontari della Protezione civile di cui era componente e parte attiva.

In piazza ad attendere il feretro c’era più di un centinaio di persone, molti vestendo l’uniforme del corpo. Insieme a loro, anche tre mezzi parcheggiati accanto alla chiesa, gli stessi su cui Bon era salito infinite volte per portare soccorsi nelle situazioni più disparate. Dalle grandi emergenze degli anni Sessanta, come la tragedia del Vajont e l’alluvione di Latisana, alle operazioni quotidiane che non tardavano a nascondere insidie. Tutte sfide affrontate con grande professionalità, come ricordato dagli stessi compagni sull’altare, in un caloroso messaggio.

La sua dedizione agli altri sempre e comunque è stata anche al centro dell’omelia di don Michele Centomo. “Non siamo oggi tutti concentrati sul nostro io? Il nostro caro Adriano era una persona che non viveva per sé stesso. Chi lo ha conosciuto, apprezzato nella sua umanità e nella sua professione, può testimoniare la sua dedizione a salvare la vita ed è stato beatificato dalla sua presenza altruista. E la presenza di tutti voi lo testimonia”. Una vita, quella del “pompiere per sempre” come amava definirsi, comunque segnata dalla discrezione “senza salire palcoscenici”.

“Ognuno di noi - ha rimarcato il sacerdote - è una storia sacra, ossia riservata per cose grandi. Adriano, attraverso la sua corporalità, ha lavorato, servito, amato e sofferto. Prima che il suo corpo sia sottratto ai nostri sguardi, vogliamo esprimere con un gesto simbolico quanto l’amore di Dio resta su di lui”. Parole che hanno commosso i presenti, contingentati a causa delle restrizioni e con tanti altri all’esterno ad attendere la ripartenza verso il cimitero. Insieme a lui, le figlie Adriana e Sabrina e le loro famiglie, per dire l’addio definito al proprio caro.

Vedovo da qualche tempo, soffriva di problemi di deambulazione. Nonostante gli acciacchi, a 79 anni rimaneva comunque una persona con una buona parola per tutti. Vigili del fuoco di Udine e Gorizia ne hanno ricordato lo spirito con ha affrontato ogni intervento, così come i compagni della Protezione civile. Come “padre” aveva fatto crescere tanti ragazzi all’interno delle diverse organizzazioni. Nel 2015, era stato insignito del premio Cur e Pais, assegnato dall’amministrazione locale a cittadini che si sono contraddistinti all’interno della comunità.

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