l'azienda
I violini più preziosi nelle custodie più belle nate a Monfalcone, vendute in tutto il mondo

Nata nel 1985 dentro un garage, l'azienda oggi conta clienti in tutto il mondo dall'Italia alla Corea. Spazi e personale in espansione.
Forse in pochi sanno che, nella zona industriale di Monfalcone, è nascosto un capannone da cui escono piccoli tesori. Approssimandosi il periodo natalizio, potremmo dire che al suo interno lavorano degli elfi che con pazienza certosina, dedizione e soprattutto amore per la musica riescono a creare custodie per strumenti musicali uniche al mondo. Era il 1985 quando Vittorio Clemente (nella foto) ed Edi Bogaro, due amici uniti dalla passione per la musica, hanno trasformato il garage del primo in un piccolo laboratorio per riparazioni e manutenzione degli archi.
La necessità di trovare un’entrata con cui pagare gli studi universitari rispettivamente di giurisprudenza e medicina unita alla curiosità verso il mestiere di liutaio dello zio di Vittorio e al crescente desiderio di dar vita a oggetti curati, capaci di regalare soddisfazione a chi li realizza, sono stati le molle che hanno dato vita alla ditta Bogaro&Clemente. La definizione “Italian Luxury for musicians” che accompagna il nome sintetizza perfettamente la peculiarità dell’azienda, che conta oltre 4000 clienti in tutto il mondo, con picchi di richieste da Cina, Giappone, Corea e Germania.
La storia di B&C è di perpetua ricerca di nuovi prodotti (realizzati mirando sempre più all’autosufficienza) e di perfezione: quella perfezione che sola garantisce la nitidezza del suono in un’orchestra. Negli anni infatti la riparazione è presto stata sostituita dalla costruzione di custodie per strumenti ad arco cui si affiancata la realizzazione di componenti per gli strumenti stessi fino a sognare il momento in cui – in un prossimo futuro - nello stabilimento entrerà il tronco che poi uscirà in forma di violino: dentro, ovviamente, la sua preziosa e unica custodia.
Vittorio Clemente ci ha accompagnato negli spazi in cui si trovano da quindici anni, un capannone impostato sull’autosufficienza energetica grazie agli impianti fotovoltaici, al recupero dell’acqua piovana per gli scarichi e al riscaldamento alimentato con i blocchetti di legno ricavati dai trucioli della lavorazione dei loro prodotti. Si tratta di spazi che prossimamente verranno ampliati (così come il personale, che attualmente conta 27 dipendenti) proprio in vista di una crescita della produzione, sia in termini di tipologia di prodotto sia dal punto di vista degli ordini sempre crescenti da soddisfare.
«Siamo gli unici al mondo a riprodurre delle immagini sulle custodie grazie a un processo che abbiamo messo a punto noi e per il quale abbiamo creato appositi macchinari. Le custodie sono rivestite in sughero che, grazie al sottovuoto, diventano un pezzo unico con la fibra di carbonio utilizzata per l’esterno e che può essere in forma di tessuto secco, poi bagnato con resina, o - per una resa migliore – usiamo dei fogli di carbonio pre impregnati di resina che poi vengono messi sottovuoto e sottopressione».
«I colori, che per primi hanno sostituito le custodie completamente nere, o le immagini che ci vengono richieste adesso, non vengono dipinte o applicate successivamente, ma penetrano nel materiale. A volte ci domandano di riprodurre il colore dell’automobile, più spesso – soprattutto in Corea – ci inviano riproduzioni di quadri che sono stati dichiarati patrimonio nazionale ma c’è stata addirittura una formazione musicale viennese che ci ha chiesto di riprodurre le loro fotografie in modo da essere riconoscibili quando si spostano negli aeroporti».
Le custodie che vengono realizzate possono essere sagomate o meno e spaziano da quelle per gli archetti fino a quelle per i contrabbassi, alte circa due metri. Accanto a questa produzione, condotta con macchinari ma sempre di impronta artigianale per assicurare finiture di pregio, la ditta ha sviluppato la realizzazione di accessori che spaziano dai nasetti alle colofonie fino ai kit che comprendono mentoniere, cordiere, spalliere e piroli. Ciascuno di questi accessori può essere personalizzato secondo le indicazioni del committente così che i nasetti (che servono a tendere i crini sull’archetto), realizzati in ebano, possono essere impreziositi da inserti di madreperla o argento inseriti uno a uno nel minuscolo incavo che deve contenerli.
Le colofonie (i blocchetti di pece che vengono passati sulle corde per creare attrito) vengono prodotte secondo due diverse ricette adatte alla stagione estiva e invernale e assumono la forma di cuore, di violino o quella di ottagono (il numero otto è un portafortuna nel mondo orientale) costringendo le scatoline che le contengono ad assumere la medesima forma. E questi minuscoli scrigni, spesso impreziositi da incisioni personalizzate, vengono curati al punto che vengono sigillate le eventuali imperfezioni del legno di radica in cui sono costruiti utilizzando colla mista a polvere del medesimo materiale.
Muovendosi all’interno del capannone, i grandi macchinari sono affiancati dalle postazioni in cui i dipendenti lavorano alla luce di una lampada posizionata sul tavolino: la pazienza e la passione per la perfezione sono le uniche doti che vengono ricercate in chi entra in azienda dal momento che non esiste una formazione specifica per questo tipo di lavorazioni che, dunque, vengono apprese sul posto.
«Una buona percentuale di chi lavora qui è un musicista, solo uno è un liutaio e io stesso sto seguendo un corso di liuteria - spiega Clemente che, dopo il conservatorio e la laurea in giurisprudenza, presto accantonata, ha abbracciato la carriera di violinista con l’orchestra Piccola Vienna.
Nonostante i prezzi impegnativi, ampiamente giustificati dall’artigianalità dei prodotti (per una custodia di violino si parte da 700 euro, quelle di contrabbasso superano i 2000) l’azienda ha un numero di richieste che fatica a soddisfare grazie anche alla visibilità offerta dalle fiere di settore cui prende parte a Francoforte, in Cina e, in Italia, a Cremona. Non mancano ovviamente i clienti eccellenti: il violinista ucraino Pavel Vernikov, l’orchestra del Cremlino e l’orchestra giovanile “Luigi Cherubini” fondata e diretta nel 2004 dal maestro Riccardo Muti. Credere in un sogno sta dunque alimentando molti altri sogni.
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