La cronaca della giornata
Vermegliano saluta il suo don Renzo Boscarol, domani le esequie a San Lorenzo di Ronchi

Durante tutto il pomeriggio in tantissimi hanno deciso di recarsi a Santo Stefano per l'estremo saluto al prete giornalista. «Era legato ai poveri e si preoccupava che ci fosse il Vangelo nella Chiesa», il ricordo di don Mirko.
Numerosi i lumini e i ceri accesi sui balconi e dalle finestre di Ronchi dei Legionari, come da annuncio dell’Azione Cattolica diocesana, per ricordare la figura di don Renzo Boscarol. Alle 20, in contemporanea con la veglia di preghiera organizzata dalle parrocchie ronchesi nella chiesa di Santo Stefano a Vermegliano, chi non ha potuto essere presente ha voluto esserlo con la preghiera e la luce delle candele.
Un pomeriggio iniziato alle 14 con l’arrivo del feretro nella chiesa parrocchiale di Vermegliano, accompagnato da numerose associazioni ed enti locali. Primi fra tutti i parenti e, numerosi, i parrocchiani e gli amici, ma anche il locale gruppo di Protezione Civile, gli Scout, la Società Filarmonica Giuseppe Verdi, l’Asd Ronchi Calcio e la sezione ronchese della Fidas Isontina.
Ad accompagnare il feretro il vicario parrocchiale don Mirko Franetovich mentre durante tutto il pomeriggio una serpentina continua ha voluto dare l’estremo saluto al parroco di San Lorenzo. All’esterno i grandi manifesti predisposti dalle “Associazioni dell’Isontino” in quattro lingue, bisiaco e sloveno compresi.
Tutte le azioni liturgiche hanno ricordato la figura di don Renzo, la via Crucis meditata, la Santa Messa e la veglia funebre. Vari i confratelli presenti, dal decano don Paolo Zuttion a don Nino Comar, don Giovanni Sponton, padre Renato Ellero, don Mario Malpera, don Sinuhe Marotta e tanti altri, giunti da ogni parte della diocesi per rendere omaggio al sacerdote giornalista.
“Che cosa ci resta quando arriva sorella morte? – ha sottolineato don Mirko durante la veglia – ci resta di essere rimasti umani. Non dobbiamo sprecare gli spazi umani: le relazioni vanno amplificate, come ci richiede Papa Francesco. Ci dobbiamo far sostenere dalla carità gratuita e dal perdono”.
“Le nostre relazioni – sono ancora le parole del sacerdote – sono il primo cielo di Dio. Don Renzo ha vissuto con i suoi gesti 53 anni di sacerdozio, con il vigore e l’amore sempre di un prete giovane. Si preoccupava dei poveri e soprattutto che nella Chiesa ci fosse il profumo e la bellezza del Vangelo. Congedandoci da lui gli possiamo solo dire: Grazie, Renzo!”.
In prima fila, accanto al feretro, i parenti, con la sorella Gabriella in prima fila, e la rappresentanza dell’amministrazione comunale, prima il sindaco Livio Vecchiet e poi il vicesindaco Paola Conte. Due giorni di lutto cittadino sono l’omaggio che il Comune ha voluto offrire alla figura del prete nato nella borgata di Vermegliano e che proprio tra le sue strade e tra la sua gente ha concluso la missione terrena di pastore d’anime.
Ora l’appuntamento è per domani, quando la comunità potrà salutarlo anche a San Lorenzo di Ronchi dalle 8.30, quando il feretro arriverà nella parrocchiale e dove sarà esposto fino alle 13. Alle 15 l’arcivescovo monsignor Redaelli celebrerà le esequie al termine delle quali il sacerdote sarà sepolto nella tomba dei preti nel cimitero civile.
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