L'ESPOSIZIONE
A vent’anni dalla sua scomparsa Gorizia, celebra l’artista italo-sloveno Zoran Music

La mostra “La stanza di Zurigo, le opere e l’atelier”, che presenterà circa cento opere suddivise per decenni dagli anni ‘30 ai primi 2000, sarà inaugurata il 25 maggio a Palazzo Attems e resterà aperta al pubblico fino al 31 ottobre.
Zoran Music fa ritorno a Gorizia, città che ha profondamente influenzato la sua vita con il suo crocevia di culture e matrici diverse. A vent’anni dalla sua scomparsa avvenuta a Venezia nel 2005, l’artista italo-sloveno nato nel 1909 a Bukovica, piccolo paese di cinquecento abitanti a poco più di otto chilometri da Gorizia, sarà celebrato con una grande mostra all’interno di GO! 2025, iniziativa che unisce Gorizia e Nova Gorica nel progetto di Capitale Europea della Cultura.
La mostra, intitolata “Zoran Music. La stanza di Zurigo, le opere e l’atelier”, curata da Daniela Ferretti, verrà inaugurata il 25 maggio al primo piano del Palazzo Attems Petzneistein a Gorizia dove resterà aperta al pubblico fino al 31 ottobre 2025.
L’allestimento prevede l’esposizione di oltre cento opere divise in decenni dagli anni ’30 al 2000, tutte provenienti dall’ambito familiare o privato dell’artista.
La “Stanza di Zurigo” è il cuore della mostra proposta per celebrare Zoran Music. Il percorso espositivo si dipana intorno a un’opera magistrale, realizzata tra la fine degli anni ’40 e l’inizio dei ’50, su commissione delle sorelle di nazionalità svizzera Charlotte e Nelly Dornacher che, affascinante dai decori dello studio veneziano di Zoran, chiesero all’artista di riprodurli nella cantina della loro villa a Zollikon, sulle colline di Zurigo, per trasformarla in un locale accogliente di ritrovo tra amici. I luoghi di Venezia, i cavallini, i barconi carichi di bestiame, le donne dalle gonne multicolori e gli ampi parasole si intrecciano da un lato con i nudini, il ritratto dell’amatissima moglie Ida e delle committenti e dall’altro con le vedute di una Venezia trasognata.
La Stanza fu accogliente e vitale ma sarebbe potuta andare distrutta e restare vittima dell’abbandono imprevedibile di quei luoghi. E invece la Stanza è stata salvata dall’incuria e dalla demolizione, le opere sono tutte visibili, grazie all’estro di Paolo Cadorin, grande esperto dell’arte della conservazione, amico e poi cognato di Music che fin dall’inizio applicò le sue conoscenze nella prospettiva di un recupero che consentisse di godere dell’opera fuori dalla realtà per cui era stata concepita.
La mostra proporrà la visione di opere con cui sarà documentata l'intensa ricerca artistica di uno dei pittori più raffinati ed enigmatici del 20esimo secolo, dagli esordi a Zagabria al viaggio in Spagna, da Venezia a Dachau. Ritornato dalla prigionia alla città lagunare, nell’oro dei mosaici, nella luce di San Marco che si apre a Oriente verso la costa dalmata, Music ritrova la sua tavolozza e definisce la sua personalissima cifra stilistica.
Si divide per lunghi anni tra Venezia e Parigi. Le radici culturali di Music affondano da un lato nella nativa Mitteleuropa e nella storia millenaria di Venezia, dall’altro si nutrono delle immagini provenienti dalle grandi tradizioni pittoriche europee: El Greco, Goya, Rembrandt.
Nella capitale francese consolida la sua fortuna critica e sperimenta, con le "Suites Bizantine” e le "Terre Dalmate”, un’astrazione formale che abbandonerà poco dopo per lasciare emergere a distanza di venticinque anni, il ricordo dei corpi di Dachau immortalandoli nello straordinario ciclo “Noi non siamo gli ultimi” a cui fanno seguito i “Motivi vegetali”, i “Paesaggi rocciosi”, gli “Interni di cattedrale” e i “Canali della Giudecca”.
Nell’ultima produzione Music ripiega il suo sguardo sempre più verso sé stesso e verso Ida eseguendo una notevole serie di autoritratti e doppi ritratti in cui, su tele grezze di grande formato, i colori rarefatti, scuri e terrosi delineano figure spogliate di tutto il superfluo per presentarsi nella loro pura essenzialità.
La quasi totalità delle opere selezionate proviene dall’archivio dell’artista, preziose testimonianze di una vita consacrata all’arte. Ad accompagnare il visitatore nel viaggio d’omaggio a Zoran Music saranno esposti anche oggetti da lui plasmati, ricordi di famiglia e personali.
Il catalogo vedrà tra gli altri un contributo di Jean Clair, Accademico di Francia, scrittore, storico dell’arte e curatore francese, amico e sodale di Music. Saranno inoltre pubblicate per la prima volta in italiano le tre interviste a Zoran Music realizzate da Michael Peppiatt, storico, curatore e scrittore inglese. Un video sulla Stanza, le opere e i luoghi dell’artista accompagnerà i visitatori.
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