«Il vaccino mette a rischio il dono del sangue», Fidas Isontina smentisce la fake news

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«Il vaccino mette a rischio il dono del sangue», Fidas Isontina smentisce la fake news

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 28 Gen 2022
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Il presidente Feliciano Medeot rassicura i donatori sulla falsità della notizia che circolava su Whatsapp. Variante Omicron e il classico calo post feste hanno fatto lievemente diminuire le donazioni.

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Un giro di messaggi, una sorta di Catena di Sant’Antonio nella quale, invece di augurare fortuna, si comunicano messaggi anche pericolosi sulla salute e, in questo caso, sulla donazione di sangue. Con possibili ripercussioni sui donatori stessi e, dunque, sulla riserva di sangue, plasma ed emocomponenti non solo a livello locale ma, potenzialmente, anche nazionale. In questi giorni circola sulle applicazioni di messaggistica istantanea la notizia, smentita dalla Fidas Isontina, che le persone con la terza dose di vaccino già inoculata non potrebbero donare causa possibili coaguli nel sangue.

Queste sono informazioni assolutamente infondate in quanto la donazione di sangue ha come principio fondamentale quello di essere sicura, sia per il donatore che per il ricevente”, precisa il presidente di Fidas Isontina, Feliciano Medeot. “Sempre lo è stato e sempre lo sarà. Dall’inizio della pandemia nelle strutture trasfusionali, sono state messe in pratica tutte le procedure di sicurezza. Ricordiamo che il dono del sangue corrisponde a necessità di pazienti. Si rispettano le opinioni di tutti ma non con la salute del prossimo. L’utilizzo di queste notizie false è da biasimare anche pubblicamente”, così ancora Medeot.

Per quanto riguarda la sicurezza il presidente Medeot rassicura. “Sono state introdotte, da due anni a questa parte, le dovute cautele sia per la donazione che per la frazione biologica e il trasporto del sangue. Alcuni protocolli particolari vanno a garantire la qualità e la valorizzazione del gesto soprattutto la donazione solo su prenotazione e il calendario regionale”.

Nel mese di gennaio ci sono stati due principali fattori che hanno favorito un minimo calo del dono, ovvero la persistenza della pandemia e la variante Omicron “che sta falcidiando il numero totale di donatori disponibili, dall’altro c’è un calo normale di donazioni che avviene sempre nel periodo post feste”. Grazie alle sezioni ma anche con le chiamate al dono, effettuate proprio da Fidas, “si cerca di mantenere la situazione alla normalità”.

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