L'Ute lascia il Polivante e trasloca in piazza Julia, pronti 95 corsi a Gorizia

L'Ute lascia il Polivante e trasloca in piazza Julia, pronti 95 corsi a Gorizia

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L'Ute lascia il Polivante e trasloca in piazza Julia, pronti 95 corsi a Gorizia

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 15 Set 2024
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Ben 95 corsi divisi per area tematica e aperti a tutti, trasferiti nella casa delle Ancelle di Gesù bambino. Le iscrizioni si apriranno il 25 settembre.

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Dall’intaglio del legno al burraco, dal merletto a tombolo alle nozioni di informatica, passando attraverso elementi di cardiologia per poi spaziare dalla musica di Felix Mendelssohn alla letteratura di Charles Dickens, con l’intermezzo dei laboratori di scrittura creativa. Tutto questo e tantissimo altro offriranno i corsi del nuovo anno accademico presso l’Università della Terza età, che a Gorizia riaprirà i battenti il 14 ottobre. «Quest’anno le lezioni e i corsi non si terranno più al Centro Polivalente – spiega la presidente Emiliana Di Dato – Abbiamo una convenzione con il comune che scadrà nel 2027, quindi l’assessore Silvana Romano ci ha assicurato che una volta conclusi i lavori potremo tornare al Polivalente».

In attesa delle opere di riqualificazione, l’Ute ha dovuto individuare una sede alternativa, approdando in piazza Divisione Julia presso le Ancelle di Gesù bambino. «Venivano dette “Suore Spaum”, e si trovavano in quella che una volta era piazza del Fieno. Le suore hanno manifestato la propria disponibilità ad accoglierci – prosegue Di Dato – Da quando hanno chiuso l’asilo, per il quale erano molto attive, hanno diversi spazi a disposizione». Con il desiderio di occupare aule e sale rimaste vuote, le suore vedranno rifiorire l’edificio dove un tempo cantavano le voci bianche.

«Ormai sono rimaste in poche, ma sono molto in gamba e vorrebbero rendersi utili», prosegue. «Una volta eravamo circondati da persone insostituibili – ricorda commossa Suor Teresa, referente della struttura - Poi alcune sono venute a mancare. Dopo si è aggiunta la pandemia, che ci ha paralizzato. Dovevamo raccogliere necessariamente meno bambini, e la spesa diventava insostenibile. Avremmo voluto che restasse comunque luogo educativo di riferimento, così quando abbiamo ricevuto la richiesta da parte dell’Ute ne eravamo entusiaste. Anche perché alcune delle referenti frequentavano l’asilo qui, poi hanno portato i propri figli, e si ritroveranno in un certo senso a casa propria».

A disposizione dei corsisti ci sarà una sala conferenze con oltre 40 posti, due laboratori manuali e una palestra per lo svolgimento dell’attività fisica, oltre che la segreteria e una saletta in cui ritrovarsi al termine delle lezioni. «È un ambiente abbastanza gradevole e ospitale – rimarca Di Dato – Mentre ultimamente al Polivalente eravamo un po’ sacrificati. Questo sarebbe stato il trentanovesimo anno, come ospiti al Polivalente, dove all’inizio avevamo molti spazi, poi gradualmente ridotti per via che l’edificio non era a norma. Sia per l’aula conferenze, che aveva solo 24 posti, sia per la mancanza di un’aula in cui ritrovarci a fine lezioni».

Una situazione precaria che aveva spinto i responsabili a chiedere accoglienza presso il polo di via Santa Chiara. «Molte lezioni le abbiamo svolte lì, lo scorso anno – aggiunge – Quando il numero dei partecipanti era superiore a 24, ci sono venuti incontro. Il problema è che non possono metterci a disposizione un’aula stabilmente. Quest’anno, se dovessimo avere richieste maggiori, potremmo anche rivolgerci all’università di Udine, contenta di ospitarci». Distribuiti per la città i volantini informativi già a partire da ieri, ma tutte le informazioni sono reperibili sul sito www.utegorizia.it, dov’è possibile trovare materie e argomenti del nuovo anno.

Le iscrizioni si apriranno il 25 settembre presso il Centro Polivalente, mentre l’inaugurazione avverrà il 18 ottobre nella Sala incontro di San Rocco, dove la storica dell’arte Manuela Uccello approfondirà il murales di Tino Piazza inserito nel libretto e nel dépliant di presentazione. «Abbiamo moltissimi corsi – precisa - Si spazia dalle lingue straniere all’informatica e alla fotografia, con diversi laboratori, che quest’anno sono ancora più numerosi del solito», sottolinea con entusiasmo. Intaglio e intarsio del legno, ma anche lavorazione della cartapesta, maglia lavorata ai ferri e il tradizionale merletto a tombolo, spiegato da un’insegnante proveniente da Aurisina.

Non mancano il cucito intermedio e avanzato e il patchwork, oltre al quilling - antica arte orientale che consiste nell’arrotolare striscioline di carta per ottenere preziose creazioni - Fra le lingue, la novità di quest’anno è l’inserimento dello spagnolo e dello sloveno avanzato in aggiunta alle tradizionali inglese, francese e tedesco. Si spazia poi dalla microbiologia alla a un laboratorio teatrale intitolato “Attori coraggiosi”, mentre in ambito storico si approfondirà la storia locale di Gorizia, con approfondimenti sulla ferrovia italiana che verranno svolti direttamente presso la stazione. «Si parlerà della storia locale di Gorizia e Nova Gorica e della Transalpina», specifica ancora.

Un piatto ricco di eventi, dove non mancherà la collaborazione con la Banca d’Italia, con cui sarà possibile approfondire temi sulla moneta e di educazione finanziaria. «Con il Cai faremo invece delle uscite, sia in primavera che in autunno – racconta – A Gorizia e sul Collio, con l’architetto Kuzmin e con Vanni Feresin». Non mancheranno attività di diritto internazionale umanitario a cura della Croce Rossa, lo studio del carsismo con il circolo Seppenhofer e uno sguardo alla gastronomia goriziana. Grande importanza rivestiranno gli argomenti specialistici di medicina, mentre ai momenti di socializzazione saranno dedicati corsi di ginnastica attiva con qi gong, yoga e biomusica.

Un numero altissimo di corsi - ben 95 - divisi per area tematica e aperti a tutti. «Non abbiamo limiti di età, anche un minorenne potrebbe iscriversi. Certo, ci rivolgiamo soprattutto alle persone anziane – osserva – Per consentire loro di stare assieme, uscir di casa, socializzare, sentirsi ancora attivi e approfondire conoscenze, impegnando il tempo libero in modo utile e costruttivo. Per questo ci tenevamo ad avere anche un ambiente in cui le persone potessero ritrovarsi e scambiare due chiacchiere con gli insegnanti, e lì avremo questa possibilità».

Fra i docenti che collaborano con l’Ute da lunga data e tuttora presenti nel percorso formativo, il professor Gianfranco Scialino di Pasian di Prato, che a dicembre spegnerà 83 candeline e ha tenuto le sue lezioni a Gorizia fin dal principio, 39 anni or sono. «La lunga durata di quest’istituzione è già un segnale di come corrisponda a un’esigenza sentita di cultura e socialità da parte della popolazione – riflette Scialino – Per quanto si rivolga a chi è fuori dal tempo lavorativo, nella fase iniziale c’erano anche i giovani, a seguire gl’incontri».

«Sono sempre rimasto colpito dall’entusiasmo e dalla capacità organizzativa dei diversi staff direttivi, in quanto non è facile trovare una capacità di rinnovarsi nel tempo», sottolinea. E se Scialino negli ultimi anni nota una diminuzione di corsisti in ambito letterario, ricorda come all’inizio si raggiungesse il centinaio di discepoli. «Questo dimostrava che la nascita dell’Ute chiaramente interpretasse qualcosa di significativo in seno alla società goriziana, anche se la letteratura italiana oggi è meno attrattiva». Innumerevoli i luoghi in cui si sono svolti i suoi corsi, fra cui lo storico Palazzo Attems, il liceo classico o l’aula per le conferenze della Carigo.

«In questi anni ho conosciuto angoli affascinanti di Gorizia che in genere non si praticano, avendo così modo di approfondire la storia della città e il suo modo di vivere. Una città all’apparenza calma, ma in realtà carica di emozioni, tensioni e problematiche, sia sociali che connesse alla propria memoria storica». Con il professor Scialino è stato possibile intraprendere quell’affascinante excursus nel mondo della letteratura che ha spaziato dai classici ai nostrani Michelstaedter, Saba, Tomizza, Ungaretti, e che in questo anno accademico si rinnoverà con Pirandello. «Altri corsi hanno ricadute pratiche, mentre la letteratura è qualcosa d’impalpabile, difficilmente misurabile nei suoi effetti. Non serve a nulla, ma è fondamentale per vivere», ammette nel congedarsi.

Foto Università della Terza Età Gorizia

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