LA DECISIONE
L’Unesco approva l’allargamento della zona cuscinetto del sito archeologico di Aquileia

L’area passa da 245 a 391 ettari, includendo e tutelando anche il sito del discusso progetto di parco fotovoltaico. La soddisfazione di Comune, Fondazione Aquileia e Soprintendenza.
Il Comitato Internazionale del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, riunitosi a Parigi nello scorso mese di luglio, ha approvato la proposta di allargamento della zona cuscinetto (Buffer Zone) del sito di Aquileia. La comunicazione ufficiale è giunta alla Fondazione Aquileia dalla Direzione Generale Affari Europei e Internazionali del Ministero della Cultura, afferente al Dipartimento per l’Amministrazione Generale.
Si conclude così in maniera positiva l’iter avviato lo scorso gennaio dalla Fondazione, in quanto ente gestore del sito Unesco per conto del Comune di Aquileia, per l’ampliamento della zona di protezione intorno al sito iscritto nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco (Core Zone), con una procedura di modifica minore del perimetro.
Nella decisione che approva la variazione, il Comitato Internazionale «ritiene che la proposta di estensione della zona buffer contribuisce a mantenere il Valore Eccezionale Universale dei beni Patrimonio dell’Umanità e migliorerà la sua integrità e protezione». Un’ulteriore tutela la cui necessità si è avvertita a inizio 2025 a seguito della proposta progettuale di un campo fotovoltaico in località San Zili di 21 ettari e di 9989 KWp di potenza nominale. Soprintendenza, Comune e Fondazione Aquileia si opposero fermamente all’idea, in ragione della vicinanza dell’area scelta alla città antica e all’impatto che la sua realizzazione avrebbe avuto sul patrimonio archeologico.
Dopo il provvedimento favorevole al progetto della Conferenza dei Servizi indetta dalla Direzione Regionale Difesa dell’Ambiente Energia e Sviluppo Sostenibile, la Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del MiC aveva predisposto la richiesta di opposizione, subito accolta dal Ministro Giuli e prontamente inoltrata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ora, quella stessa area è inclusa nel nuovo perimetro di protezione stabilito dall’Unesco.
Ad accogliere con grande soddisfazione la novità è il presidente di Fondazione Aquileia Roberto Corciulo: «Questo era uno degli obiettivi prioritari del nuovo Piano di gestione, approvato dal Consiglio di amministrazione della Fondazione. La decisione sancisce un principio fondamentale per un sito come Aquileia: le esigenze, pur comprensibili, della transizione energetica non devono confliggere con quelle della conservazione di un sito Patrimonio dell’Umanità, che tutti siamo tenuti a rispettare, tutelare e trasmettere intatto alle future generazioni». Gli fa eco Cristiano Tiussi, direttore della Fondazione, evidenziando l’entità dell’ampliamento: «Con questa modifica, la zona buffer passa da 245 a 391 ettari, determinando quindi, anche sul lato orientale, una migliore e più efficace azione di protezione della Core Zone».
«L’ampliamento della buffer zone non è soltanto una misura tecnica: è il segno di una comunità che ha raggiunto una maggiore consapevolezza e sente di dover difendere e trasmettere integra la propria eredità culturale alle generazioni future»: è quanto invece afferma il sindaco Emanuele Zorino. Un «risultato frutto di un lavoro intenso e sinergico che dimostra quanto sia forte la maturità della nostra comunità nel riconoscere il valore universale del proprio patrimonio», lo definisce il primo cittadino, rievocando il percorso condiviso con Fondazione Aquileia, Soprintendenza e Ministero della Cultura e mosso dalla consapevolezza dei «rischi concreti che le novità contenute nel piano europeo sulla transizione energetica e il decreto energia del 2022 potevano rappresentare per il nostro territorio».
Un convinto apprezzamento per la decisione arriva infine dai funzionari delegati della Soprintendenza Paola Ventura e Melissa Ricetti: «L'estensione della buffer zone nella fascia orientale sia coerente e necessaria, convergendo con gli altri strumenti normativi a nostra disposizione per salvaguardare l’integrità e l’identità del sito, anche in vista di ulteriori interventi dai cui potrebbe essere interessato».
Ventura e Ricetti sottolineano anche le nuove scoperte di evidenze archeologiche nell’area ora inclusa nella zona di protezione: «Il progetto di un'infrastruttura di basso impatto e pienamente integrata in una valorizzazione sostenibile della città antica, quale è l'ampliamento della rete ciclabile nella zona di Monastero, ha dato avvio alla prescritta verifica archeologica preventiva. Le indagini hanno portato alla scoperta di un importante ed articolato contesto di evidenze abitative, produttive e funerarie (databili fra I e V secolo d.C.), oggetto di indagini accurate, portate a termine senza pregiudizio per la realizzazione dell'opera».
Foto Fabio Bergamasco
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