Un atleta friulano dal paese…al mondo!

Un atleta friulano dal paese…al mondo!

Il personaggio

Un atleta friulano dal paese…al mondo!

Di Ferruccio Tassin • Pubblicato il 27 Ott 2025
Copertina per Un atleta friulano dal paese…al mondo!

Ferruccio Tassin delinea la figura di Silvano Simeon, nato a Visco nel 1945 e record italiano di lancio del disco.

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Oggi, 27 ottobre, Silvano Simeon, un grande dell’atletica, ne avrebbe fatti ottanta.  Nato a Visco, nel 1945, nel 1967, all’Arena di Milano, superò, nel lancio del disco, il record italiano (resisteva da più di 11 anni) di Adolfo Consolini. Uno degli anni più belli fu, per lui il ’76: vince a Heslinki, in Finlandia-Italia; a Konigsvinger, in Norvegia-Italia. A Montreal, in Europa-America, è un eccellente secondo (Ludvik Danek, allora primatista mondiale, con 60,96; lui, con 60,46!) e vince a Viareggio in Italia-Usa-Spagna; in quell’occasione, il settimanale “Atletica” della Fidal uscì con questo titolo in prima pagina “Due meravigliose giornate di Atletica con Americani e Spagnoli a Viareggio USA spettacolo: Arese Ambu Simeon le gemme Azzurre”.

Quando si ritira, allena le discobole ed è tecnico federale per l’intero settore lanci e poi per il disco. Mise su famiglia con la prof. Maria Rosa Grandis ed ebbe due figli, Alessandro e Lorenzo.

Avevo con lui grande amicizia, da ragazzo; era il perno della compagnia, per capacità di spirito, battuta pronta e intelligente in ogni occasione, persino sui suoi malanni… Uno che lo conosceva bene (Giorgio Reineri) scrisse (annuario FIDAL 2011) che non era uno sprecaparole (in friulano un strazzeperaulis) “usava soltanto il sì e il no, senza appoggiarsi a quei rafforzativi di moda che sono assieme una sberla all’italiano e un’americanata”.

Il suo successore come tecnico nel settore lanci, il prof. Francesco Angius, in uno stupendo profilo, ha raccontato, tra l’altro: “…Ho subito apprezzato la sua signorilità e disponibilità, il suo mettersi a disposizione degli altri senza voler apparire, ma per il piacere di farlo e per l’amore di questo sport. E’ stato uno dei pochi che non mi ha giudicato ed etichettato solo perché non venivo dal mondo dell’atletica, ma ha atteso a trarre dei giudizi con l’immensa saggezza che era radicata dentro di lui. Da quei giorni la nostra frequentazione si è sempre più intensificata e Simeon è divenuto uno dei miei maestri e modelli, un personaggio da seguire, da ascoltare e a cui tendere. Oltre che il più grande esperto di disco in Italia, capace di vedere in pedana particolari che sfuggono a tutti e trovare mille soluzioni geniali, era un modello di comportamento. Era quello che gli inglesi chiamano gentlemen . Il rapportarsi con gli altri , la dialettica e la cultura erano i suoi cavalli di battaglia ed era un piacere stare in sua compagnia .Durante i lunghi raduni ho sempre cercato di frequentarlo il più possibile per non perdermi una “goccia” del suo sapere e dei suoi insegnamenti, ma soprattutto perché rimanevo affascinato dai cento, mille racconti della sua ricchissima vita. Era, per gli appassionati di atletica come me, come ascoltare delle fiabe e degli episodi mitologici. Ho lavorato con lui per molti anni, e più volte ha manifestato il suo apprezzamento per quello che facevo, mi aveva “adottato” professionalmente e voleva sempre che quando si doveva parlare di lancio del disco lo facessi io (convegni, lezioni, articoli, ecc…), io ero felice di ciò ma non capivo perché demandasse questi compiti quando lui non aveva uguali. Solo con il passare del tempo e con la reciproca frequentazione ho compreso che mi stava facendo fare un percorso educativo e mi stava crescendo professionalmente. Mi stava guidando. Gli devo moltissimo, mi chiamava “scienziato” per scherzare, ma io ogni volta che facevo qualche intervento sia tecnico che metodologico, lo cercavo e volevo sapere il suo parere che contava più di tutti. La sua approvazione mi dava gioia e entusiasmo a continuare. Il suo rapporto con i ragazzi era fantastico e unico. Divenivano suoi figli, li addestrava, li istruiva , li difendeva e li richiamava con un carisma che lo poneva al di sopra delle parti. Era un educatore oltre che un grande tecnico, era una continua fonte di insegnamenti. In venti anni non ricordo mai una parola fuori posto o un commento sferzante verso qualcuno, il “giusto mezzo” e la serenità erano doti connaturate e residenti da sempre dentro di lui, così come la modestia e il non apparire. Mi ha permesso, nei raduni fatti insieme, di stare al suo fianco e di lavorare alla pari con lui (anche se pari non eravamo e non lo saremo mai), facendo passare il tutto come una cosa naturale . Togliendo a lui e dando importanza a me. Tanto lui usciva sempre ingigantito da tutte queste situazioni, appariva quello che realmente era e sempre rimarrà: un uomo intelligente e buono. Per me non se ne andato via in quella orrenda domenica che si è permessa di sottrarcelo, è sempre seduto sulla sua seggiola dietro la pedana di Formia con la fronte al sole e i suoi caratteristici occhiali, mentre tutti lo cercano e attendono una sua arguta battuta.

Voglio chiudere parafrasando il titolo di un vecchio western che era titolato:”Cavalcano insieme”, ecco io orgogliosamente posso vantare tra i miei titoli “Lavorarono insieme” e furono amici. Tutto ciò è inalienabile e rimarrà in me per sempre…”.

Resterà un pilastro nella storia dell’atletica italiana, Silvano Simeon, che campeggia in una gigantografia nella palestra di Paderno (Udine), vicina al campo dove andava ad allenarsi. Due volte olimpionico (Monaco ’72 e Montreal ’76 ); tre volte agli europei; 52 presenze in nazionale; 10 campionati italiani; oro nei Giochi del Mediterraneo (a Tunisi nel ’67 e a Smirne nel ’71); argento ad Algeri, nel ’75, e bronzo a Spalato, nel ’79; bronzo, alle Universiadi di Torino e argento ai campionati militari CISM a Salonicco nel 1966). Rimane il ricordo indelebile di uno che ha fatto parlare di sé l’intero mondo sportivo, ma soprattutto di un uomo vero, simpatico e generoso.

In foto: Quando batté il record italiano nel disco, il parroco di Visco, mons. Umberto Miniussi, fece suonare le campane a festa e il Comune decise per una medaglia d’oro. Nella foto, la consegna da parte del Sindaco, cav. Antonio Suerz.

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