IL PODCAST
L'ultima puntata di ‘Voci dal Confine’ riflette sulla memoria che unisce Slovenia e Italia

Nel terzo episodio della trilogia di Marilisa Bombi, David Bandelj si parlerà di educazione, giovani e responsabilità: uno sguardo lucido e necessario verso un futuro senza muri.
Ultimo appuntamento della trilogia “Memorie di confine”, ideata e condotta da Marilisa Bombi.
Dopo aver affrontato il difficile rapporto tra storia e memoria nella prima puntata, e le ferite ancora aperte delle deportazioni e delle fosse comuni nella seconda, questo terzo episodio volge lo sguardo in avanti. Si parla di futuro. Di educazione. Di giovani. E di responsabilità collettiva.
Anche oggi, al microfono, la voce è quella di David Bandelj – insegnante, poeta, musicista – che vive e lavora in questa terra di frontiera e da anni si occupa di costruire ponti tra culture, lingue e generazioni. Non lo fa con proclami, ma con il suo lavoro quotidiano nelle scuole, con i suoi scritti, con la sua musica.
«Chi educa alla memoria? E con quali strumenti possiamo costruire un futuro in cui il confine non divida, ma unisca?».
Con queste due domande si apre la puntata, e a queste si cerca di dare voce attraverso riflessioni profonde e mai scontate.
Al centro dell’episodio c’è anche l’opportunità – e il rischio – legati al 2025, anno in cui Gorizia e Nova Gorica sono Capitale europea della cultura.
Un’occasione storica per affrontare temi finora rimasti ai margini del dibattito pubblico. Ma anche una sfida, perché – come sottolinea Bandelj – «finché certi nodi non saranno riconosciuti e affrontati con chiarezza, la Capitale rischia di restare un’operazione culturale di superficie».
Il valore dell’educazione emerge come uno dei temi più forti dell’intervista.
A scuola, racconta Bandelj, si può fare molto: creare occasioni di confronto, usare la storia come strumento di consapevolezza, coltivare una coscienza civica.
Ma perché ciò avvenga, anche gli adulti devono essere disposti a restare umani, a non strumentalizzare la memoria, a riconoscere le verità – anche quelle scomode.
Nel corso della puntata, si parla anche della necessità di superare le polarizzazioni, di «capire le ragioni dell’altro», e di insegnare ai ragazzi che le scelte individuali contano, che la storia non è fatta solo di grandi eventi, ma di coscienze che decidono.
L’ultima parte dell’intervista tocca un punto simbolico, ma tutt’altro che marginale.
David Bandelj ricorda come Gorizia non abbia mai revocato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini.
Un fatto che, a quasi ottant’anni dalla fine del regime fascista, pesa ancora come un’occasione mancata.
Un gesto formale, certo. Ma anche un segno di maturità democratica che – secondo Bandelj – avrebbe potuto rappresentare un passo verso una memoria più consapevole e condivisa.
La conclusione dell’episodio è affidata alla voce narrante del podcast: «Concludiamo questa trilogia con il rammarico per ciò che non è stato fatto, e con la speranza che il futuro ci veda più consapevoli, più giusti, più umani».
Tre episodi, tre giorni, per attraversare insieme il confine più difficile: quello della coscienza storica. Con Voci dal confine, Marilisa Bombi ha aperto uno spazio di ascolto e riflessione.
Un progetto editoriale indipendente che invita a guardare con occhi nuovi una terra spesso raccontata solo attraverso stereotipi.
Una voce che, con delicatezza e rigore, invita Gorizia – e ciascuno di noi – a prendersi la propria parte di responsabilità nella costruzione di una memoria collettiva finalmente libera e plurale.
Il podcast è fruibile tramite Spotify cliccando qui e su YouTube qui.
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