Tutela del lago di Doberdò, un team di esperti nelle profondità subacquee

Tutela del lago di Doberdò, un team di esperti nelle profondità subacquee

Gli studi

Tutela del lago di Doberdò, un team di esperti nelle profondità subacquee

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 04 Nov 2020
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Esperti e appassionati coadiuvano le analisi e gli studi dell'Università di Trieste in un inghiottitoio del Lago di Doberdò.

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Proseguono gli esperimenti per conoscere meglio e salvaguardare il Lago di Doberdò. Questa mattina un gruppo di esperti ha iniziato una serie di tracciamenti e studi subacquei nell’inghiottitoio del lago – ne esistono vari – più a ovest. “Vi è stata un’immersione subacquea nell’inghiottitoio grazie alla condotta presente”, spiega Matteo Cavanna, uno degli esperti intervenuti, che si è immerso armato di macchina fotografica. Cavanna è passato attraverso una frattura “infrastrato orizzontale di circa un metro di larghezza e quaranta di altezza. Vi sono anche delle progressioni ma sono ostacolate da pietre”.

Allo stesso tempo è stato posto un flussometro e sono stati utilizzati tre chili di fluoresceina, un tracciante chimico atossico e visibile solo con fluorimetri da laboratorio. “Abbiamo installato un fluorimetro anche nella grotta Andrea ed è prevista l’uscita di varie squadre per monitorare la situazione in dieci punti ogni sei o otto ore”, spiega ancora Cavanna. Di fatto sono più di dieci le località interessate, dal Parco delle Mucille al lago di Pietrarossa, dal lago di Sablici a Moschenizze, Grotta Comarie, Sardos – all’altezza del Ponte della Cartiera sulla Strada Statale 14 – e il Timavo.

In questo momento gli studi in atto sul Lago di Doberdò sono principalmente due, uno del professor Alfredo Altobelli dell’Università di Trieste sull’impaludimento della zona, l’altro seguito dal professor Luca Zini, sempre dell’ateneo triestino, in collaborazione con il Consorzio di Bonifica e la direzione ambiente della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia. A dare man forte a quest’ultimo progetto vi sono una serie di esperti e appassionati di varie associazioni che hanno deciso di mettere a disposizione della ricerca le proprie conoscenze e le proprie capacità tecniche.

“Le indagini preliminari sono iniziate a settembre e sono proseguite a ottobre - precisa ancora Cavanna – i tracciamenti, invece, iniziati oggi”. Nel lago vi sono almeno tre inghiottitoi, “e questo è il quarto esperimento che portiamo avanti: i primi tre li abbiamo eseguiti più a sud est con periodo di magra, ora il lago si trova a media portata. Possiamo così valutare risposte e tempistiche e soprattutto capire se nel sistema vi è anche il lago di Pietrarossa: gli altri tre esperimenti sono stati negativi”.

Per quanto riguarda la parte subacquea, invece, “stiamo seguendo l’inghiottitoio dal 2012, già fatto una prova di svuotamento nel 2014 ma non era riuscita: quella i ieri è la prima esplorazione: dovremo tornarci per passare la strettoria”, conclude Cavanna.

Foto e video di Matteo Cavanna, Duilio Cobol, Valentina Bellotto e Loretta Crestani

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