A Turriaco la petizione sul centro per minori stranieri non accompagnati, il sindaco Pieri: «Nessuna decisione definitiva, bando generico»

A Turriaco la petizione sul centro per minori stranieri non accompagnati, il sindaco Pieri: «Nessuna decisione definitiva, bando generico»

LA RACCOLTA FIRME

A Turriaco la petizione sul centro per minori stranieri non accompagnati, il sindaco Pieri: «Nessuna decisione definitiva, bando generico»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 21 Mag 2025
Copertina per A Turriaco la petizione sul centro per minori stranieri non accompagnati, il sindaco Pieri: «Nessuna decisione definitiva, bando generico»

Oltre 300 firme contro «la possibile riduzione della sicurezza, della qualità della vita e per le conseguenze sul valore degli immobili». Il Comune, «non sarà necessariamente un centro per minori».

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Torna d’attualità il tema della possibile attivazione di un centro per minori stranieri non accompagnati a Turriaco. L’annuncio era stato dato dalla nostra testata ad agosto 2024 quando la Regione ha concesso al Comune bisiaco un contributo di 2.547.760 euro per il progetto di riqualificazione di un edificio, destinato appunto ad accogliere migranti stranieri non accompagnati. L'immobile si trova in vicolo del Fante 2 dove dovrebbero essere recuperate una vecchia stalla, il fienile e il magazzino che compongono il complesso. In sostanza, si tratta del quinto braccio del Curtivon, che nel tempo ha mantenuto l’originaria struttura rurale anche nelle tre sezioni già riqualificate. Il locale era già stato parzialmente usato come struttura residenziale da una piccola comunità di ragazzi che al momento non è più ospitata in paese.

Il tutto è legato alla Legge Regionale 9 del 2023 sul controllo del fenomeno migratorio. Infatti, all’articolo 8 è prevista la promozione di “azioni volte a fornire il supporto e il sostegno alla gestione della questione con una prospettiva orientata alla promozione della sicurezza integrata del territorio”. Tra gli interventi e i contenuti proposti, c’è quello che riguarda la rigenerazione cittadina e il social housing. Del complesso argomento si è parlato stamane, mercoledì 21 maggio, con i promotori di una petizione di iniziativa popolare che intende portare a conoscenza dell’amministrazione comunale di Turriaco la preoccupazione che una parte della cittadinanza nutre rispetto a quanto si prospetterebbe in futuro ovvero – come si legge dal testo del documento che ha ricevuto al momento oltre 300 firme - «l’intenzione di aumentare il numero di minori stranieri non accompagnati nel territorio comunale» che «suscita timori nei firmatari per la possibile riduzione della sicurezza e della qualità di vita, con probabili conseguenze sul valore degli immobili nel comune di Turriaco».

Tutto questo – per i promotori Fabio Latini, Cristiano Menazza e Giovanni Norbedo – tiene conto anche della «prossima realizzazione di una struttura, adibita alla stessa funzione, nella limitrofa Begliano». A tal proposito viene chiesto all’amministrazione comunale «di valutare attentamente tutte le possibili implicazioni che questo intervento potrebbe comportare». Gli esponenti si dicono «lontani da logiche partitiche ma attenti a raccogliere le idee della cittadinanza». Dopo settimane di “porta a porta” e raccolta firme in piazza, è stato attivato anche un numero di telefono ad hoc per ricevere informazioni sulla petizione: 3514018885. Latini, Menazza e Norbedo esprimono le loro preoccupazioni visti i recenti fatti di cronaca successi a Udine caratterizzati da precedenti per spaccio e fenomeni di delinquenza legati a questo tipo di Centri.

«Di chi sarà la responsabilità di questi soggetti che saranno ospitati? Chi gestirà la struttura?» domandano congiuntamente. Non sono mancati i riferimenti agli aspetti sociali dell’iniziativa. «Va ascoltata la gente – continuano – perché l’iniziativa ha un peso importante. L’ideale sarebbe poter contare su un’assemblea pubblica in modo da ricevere maggiori dettagli e comprendere quale sia la valenza sociale di ciò che si profila». Alla richiesta di garanzie avanzata dai residenti firmatari e dai promotori, risponde il sindaco Nicola Pieri il quale riferisce che è in programma per metà giugno un incontro nel quale verranno presentate le attività portate avanti nella prima parte di mandato della sua Giunta. «In quell’occasione si parlerà anche di questo ma in linea generale in quanto non sono ancora in possesso della progettazione specifica – sono le parole di Pieri - non ci vogliamo sottrarre ad una presentazione pubblica dell’intervento, ma stiamo aspettando le bozze della progettazione esecutiva per illustrarne i contenuti: contiamo di organizzare un evento in giugno per la presentazione più generale di quanto realizzato in questo primo anno di amministrazione, a cui farà seguito un secondo evento con un focus più centrato su questo argomento».

«L'amministrazione ha presentato alla Regione Fvg un progetto che prevede una struttura destinata all'accoglienza, una seconda struttura destinata a servizi per cittadini o associazioni del paese e una riqualificazione urbana – specifica il primo cittadino - la prima struttura non sarà necessariamente un centro per minori, il bando è molto più generico e parla di interventi finalizzati alla miglior convivenza e coinvolgimento della cittadinanza italiana e straniera. Il tipo di comunità che sarà quindi ospitato, viste le frequenti modifiche normative, sarà stabilito in accordo con la Prefettura, in prossimità del termine del progetto, e non potrà non tenere conto dei recenti e stringenti vincoli imposti dalla Delibera di Giunta Regionale del 28 marzo scorso che fissa paletti sul numero degli ospiti e sulla localizzazione dei centri per minori».

«Per partecipare al bando è stato necessario sottoscrivere un protocollo d’intesa con la Prefettura, che è scaturito da un tavolo per la sicurezza e l’ordine pubblico e che ha prodotto l’atto d’intesa in cui non si parla di minori stranieri ma di un più generale “intervento di riqualificazione urbana […] da destinare all’accoglienza” – specifica Pieri – inoltre la struttura progettata dovrà avere un vincolo a mantenere la destinazione oggetto del contributo per cinque anni: in seguito potrà essere riconvertita. Quindi sceglieremo una progettazione versatile, immaginando degli spazi che in un futuro potranno anche essere usati per altri scopi. Il progetto preliminare presentato in Regione e che ci ha permesso di ottenere il contributo prevede due strutture: una prima idonea ad ospitare al piano terra locali per gli educatori e spazi comuni, e al primo piano alloggi per un massimo sedici persone, e una seconda di carattere socio-culturale, pensata a servizio delle associazioni ma sarà possibile anche destinarla a scopi socio sanitari, come ad esempio studi medici, con un primo piano con stanze versatili ed un secondo open space per eventi e presentazioni».

«Questo progetto servirà per restituire al paese quello che di fatto è il quinto braccio del Curtivon, ad oggi ridotto ad un fienile ed una tettoia. Saranno creati dei passaggi e una connessione urbana fra il retro della chiesa di San Rocco e il vicolo del Fante, passaggi pedonali e sistemazioni di aree verdi. Si tratta comunque di ipotesi progettuali, utilizzate per la domanda di contributo: è in fase di sviluppo la progettazione definitiva – esecutiva, che potrebbe anche recepire indicazioni diverse e modificare qualche dettaglio, senza stravolgere il senso del progetto. Il cronoprogramma dell’intervento prevede di terminare la fase di acquisto dell’immobile e della progettazione entro quest’anno, per poi dare il via alla realizzazione dell’opera nel corso del 2026».

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