Turriaco, cinquant'anni di attività per il 'Peon' Renzo Spanghero

Turriaco, cinquant'anni di attività per il 'Peon' Renzo Spanghero

Il traguardo

Turriaco, cinquant'anni di attività per il 'Peon' Renzo Spanghero

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 02 Set 2021
Copertina per Turriaco, cinquant'anni di attività per il 'Peon' Renzo Spanghero

Dal 1971 Renzo mantiene viva l'osteria nel cuore del paese bisiaco e continua a lavorare con la consapevolezza che la tradizione continuerà anche dopo.

Condividi
Tempo di lettura

Mezzo secolo di attività. Il “Peon” di Turriaco taglia, così, i cinquant’anni di ininterrotto servizio. E Renzo Spanghero li ha festeggiati nella sua osteria, quella che si può ben dire essere una delle realtà più longeve dell’intero Triveneto.

“Proprio qualche anno fa il Circolo culturale e ricreativo don Eugenio Brandl aveva edito un libro sulla storia dell'osteria della famiglia Spanghero che ha i suoi inizi a fine 1700, nel 1767 per la precisione. Un'osteria simbolo del paese e della Bisiacaria intera che, attiva da più di due secoli, rimane un luogo di ritrovo abituale ancora oggi”, specifica la presidente del circolo, Elisa Baldo.

“Qui, nel bene o nel male – racconta Renzo Spanghero, oste dal 1971 – ognuno si è ritagliato nel corso del tempo il suo nome: la gente diceva “... 'ndemo lì de Ettore”, “lì de la Romana”, “lì dei Spangari”, per la mia gestione si parla del “Peon” e in questo scorso giugno, precisamente l'8, sono trascorsi 50 anni precisi dal momento in cui ho preso in carico ufficialmente questo lavoro, dal momento in cui esso mi ha chiamato”.

Racconta commosso il signor Renzo spiegando come, per esso, lui sia rientrato da un'avventura importante e di come se lo sia sentito dentro. Renzo, infatti, da giovane, mentre il padre portava avanti l'attività di ristorazione, si era recato in Svizzera per svolgere l'attività di meccanico tornitore. “I primi mesi trascorsi in Svizzera non sono stati semplici – ricorda Renzo – ma il papà mi stimolava ad andare avanti; io non pensavo ancora all'osteria e, stringendo i denti, ho cercato di mantenere fede al mio impegno. Allo stesso tempo, però, davo una mano a persone che avevo conosciuto lì e che avevano dei locali di ristorazione”

Renzo spiega come, ad un certo punto, si rese conto che quel mestiere lui ce lo aveva nel sangue, tanto che nel 1971 rientrò definitivamente dalla Svizzera e decise di riprendere in mano l'attività della sua famiglia. Nel frattempo, il papà era venuto meno, ma lui con coraggio rinnovò tutta l'osteria e in meno di sei mesì aprì di nuovo ai suoi avventori.

“Ho sempre cercato di dare lavoro a gente del luogo, sia nel momento della ristrutturazione, sia come aiuto lavoranti o simili e poi non posso dimenticare l'aiuto ricevuto dalla mia famiglia, da mio cognato Bruno che, concluso il suo lavoro, veniva a darmi una mano, da sua moglie, e mia sorella Vittoria, da mia moglie Ariella poi e, ora, dai nostri figli, Davide e Ilaria che, dopo aver intrapreso i loro percorsi di studi e di lavoro, hanno deciso, come ho fatto io, di tornare qui e portare avanti ancora questa nostra creatura”.

“Si coglie emozione nelle parole di Renzo che, pur avendo lasciato appunto ai figli la conduzione della trattoria in quell'idea di famiglia a cui tiene molto, rimane sempre una persona di riferimento per i clienti affezionati, per la comunità intera e per tutti coloro che lo conoscono. In queste occasioni non resta che dire: Ad maiora!”, conclude Baldo. 

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione

×