Turisti dimezzati e rischio licenziamenti, trema il commercio in provincia di Gorizia

Turisti dimezzati e rischio licenziamenti, trema il commercio in provincia di Gorizia

nemmeno i saldi hanno aiutato

Turisti dimezzati e rischio licenziamenti, trema il commercio in provincia di Gorizia

Di Redazione • Pubblicato il 17 Feb 2021
Copertina per Turisti dimezzati e rischio licenziamenti, trema il commercio in provincia di Gorizia

Il fatturato del terziario rimane sotto la media regionale, mentre salgono i consensi verso la giunta Fedriga per la gestione della pandemia.

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Il prolungato periodo di chiusura delle attività economiche ha stoppato la ripresa della fiducia registrata nei mesi estivi, quando il terziario del Friuli Venezia Giulia aveva ripreso a correre. Gli imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi, tuttavia, mostrano capacità di resilienza e volontà di sperare nel futuro dei prossimi mesi. È quanto emerge nell’Osservatorio congiunturale curato da Format Research per Confcommercio regionale, presentato nella sede di Confcommercio Trieste dal direttore scientifico Pierluigi Ascani. Solo Gorizia conta 5mila imprese nel settore.


“Il livello di fiducia delle imprese del terziario e il livello dei principali indicatori economici, per quanto lontani dai numeri che venivano fatti registrare nel periodo pre-crisi, sono superiori in termini di performance ai risultati rilevati nel resto d’Italia – osservano il presidente regionale di Confcommercio Giovanni Da Pozzo e i colleghi presidenti di Trieste Antonio Paoletti, Gorizia Gianluca Madriz e Pordenone Alberto Marchiori –. Pur in un contesto che rimane di enorme difficoltà, è una reazione che prova la forza dei nostri imprenditori e che riteniamo sia alimentata dai provvedimenti che la giunta ha messo in campo sin dal primo lockdown”.

Per quanto riguarda la provincia di Gorizia, i ricavi del terziario sono rimasti sotto la media regionale, sia prima che dopo la chiusura totale in primavera. Il territorio, peraltro, è quello che ha registrato i risultati peggiori rispetto alle altre tre province in regione. È anche la seconda, dietro a Trieste, per il crollo degli arrivi turistici con un -53% nel periodo gennaio-novembre rispetto all’anno precedente. In particolare, sono mancate le persone dall’estero, in particolare durante la primavera-estate, e il dato sulle presenze turistiche segue a ruota. In questo caso, la perdita per il Goriziano è stata del 52%, sempre dietro a Trieste ma di un solo punto.

A preoccupare, poi, è ciò che potrà accadere quando avverrà lo sblocco dei licenziamenti: le stime mostrano una riduzione degli organici solo nel territorio di Gorizia del 18%, la situazione peggiore. Dal punto di vista della gestione dell’emergenza, invece, il Fvg è in una condizione è meno critica rispetto alla media nazionale anche per l’operato del governo regionale: aumentano i cittadini che giudicano “efficace” l’azione locale a difesa della salute pubblica: registrato il 77% di consensi verso l’operato della squadra di Fedriga, con un aumento di 6 punti rispetto a settembre.

A livello complessivo, in Fvg esistono circa 78mila imprese, di cui oltre 51mila operative nel terziario. Il 2020, l’anno dell’esplosione della pandemia, si è chiuso con un numero di imprese nuove nate molto più basso rispetto a quello del 2019 (-16%), ma lo stesso è avvenuto con riferimento alle cessazioni di impresa. Il fenomeno di “congelamento” delle chiusure, comune in Italia, è sintomatico dello stato di profonda incertezza nel quale versano gli operatori del territorio. I ristori erogati in favore delle categorie in difficoltà hanno contribuito a tenere in vita le imprese, comprese quelle che probabilmente avrebbero chiuso lo stesso anche in assenza della crisi.

Il saldo delle imprese esistenti in Fvg nel 2020 sul 2019 è legato proprio ai ristori erogati nell’anno: in assenza di questi, nel post-lockdown si temeva la scomparsa di 7mila operatori. Tuttavia, esistono almeno 2mila imprese potenziali inattive (hanno ricevuto i ristori ma dichiarano di non averne realmente beneficiato). Nel 2021 si teme una possibile contrazione del tessuto imprenditoriale. Una volta che le imprese avranno compiuto le formalità amministrative per la chiusura, potrebbe configurarsi uno scenario più preoccupante, specialmente se letto congiuntamente al crollo della voglia di “fare impresa” in Fvg. Inoltre, ammonta a 3 miliardi di euro la perdita dei di consumi nel 2020 rispetto al 2019 in Friuli Venezia Giulia.

È necessario peraltro sottolineare come il commercio faccia registrare già -344 imprese attive in meno rispetto al 2019. Più nello specifico, il settore al dettaglio non alimentare paga lo scotto di un andamento insoddisfacente dei saldi invernali: quasi il 60% dei commercianti dichiara di aver registrato incassi inferiori rispetto alla scorsa tornata. Infine, nell’ultima parte dell’anno si sono allungati i tempi di pagamento dei clienti. La previsione per i primi sei mesi del 2021 è di un recupero, a differenza del nazionale. In questo scenario, il 2020 si chiude con un aumento delle richieste di credito da parte delle imprese del terziario. In crescita anche le risposte positive.

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