la cerimonia
Tre nuovi cavalieri a Gorizia: il Quirinale premia Brotto, Pavšič e Freschi

Consegnati ieri sera i diplomi di cavaliere della repubblica a tre nomi del territorio, che si sono distinti nel campo culturale, sociale e lavorativo.
“Solo. Sono consapevolmente solo/in questa palude dei sensi che odora d’ipocrisia. /Ogni nuovo giorno è una sfida vinta dall’orgoglio per quanta gente attende sfiduciata il riscatto di una libertà assente”. Così recita l’incipit dei versi scritti dall’ispettore superiore di polizia in quiescenza, Pierpaolo Freschi – fra i tre insigniti dell’onorificenza di cavaliere – per commemorare i magistrati Falcone e Borsellino. Si è svolta nella serata del 4 novembre, in occasione del Giorno dell’unità nazionale e della Giornata delle forze armate, la cerimonia a Gorizia di consegna delle onorificenze.
Gli ordini al merito della repubblica italiana sono stati conferiti dal presidente della Repubblica. L’onoranza solenne si è tenuta presso la sala di rappresentanza della prefettura, con la partecipazione delle massime autorità e la consegna dei diplomi “ai cittadini che si sono distinti nel pensiero e nelle opere nel campo della scienza, delle lettere, delle arti, dell’economia e nel disimpegno di cariche pubbliche e di attività svolte ai fini sociali, filantropici e umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari”. Riconoscimenti che segnano l’intera comunità, a simboleggiare un territorio in cui le autorità supportano i cittadini e ne evidenziano il valore.
“Non sono tanti, gli insigniti, in quanto le onorificenze vengono concesse due volte all’anno e normalmente tendono ad accavallarsi con la Festa della Repubblica del due giugno”, ha voluto rimarcare il prefetto Raffaele Ricciardi. Sottolineando come i tre insigniti “racchiudano un po’ le caratteristiche peculiari di questo territorio”. A partire dall’imprenditore vinicolo Paolo Brotto, “dimostrazione del valore dei suoi prodotti e delle proprie capacità economiche” che potenziano e valorizzano la produttività regionale. Brotto inizia a lavorare a quattordici anni nell’azienda di famiglia di Vermegliano, oggi rinomata anche a livello internazionale e premiata per il sauvignon e il pinot grigio.
“Dal 1989 al 2011 è membro del consiglio di Friuli Isonzo, mentre dal 1991 al 1996 presidente”, ha evidenziato il capo di gabinetto Carlo Franz Pretto prima della consegna del diploma. “Una gradita sorpresa” è stato il commento di Brotto fra i due sindaci presenti, Claudio Bignolin e Mauro Benvenuto. “Con il mio lavoro cerco di promuovere anche la zona dell’Isontino, perché i nostri vini non sono molto conosciuti. Non bisogna sottovalutare le altre zone, non c’è solo il Collio”. Una produttività che amplifica la ricchezza delle peculiarità regionali, rappresentando una cassa di risonanza anche per il turismo d’oltralpe.
A ricevere il diploma di cavaliere è stato poi Rudi Pavšič, giornalista e autore di libri anche di ambito transfrontaliero, nonché membro di circoli culturali, che attraverso il proprio lavoro ha favorito il processo di coesione fra comunità italiana e slovena. “Appartengo a un territorio che ha conosciuto grosse difficoltà - sottolinea -. Sappiamo che alla fine sarà il dialogo, a risolvere i problemi. Tredici anni fa abbiamo lavorato assieme ai presidenti di Slovenia, Italia e Croazia. Tre anni fa Mattarella e Pahor sono venuti a Trieste e ci hanno dimostrato che le difficoltà possono essere superate”, richiamando alla memoria i due presidenti, mano nella mano innanzi alla foiba di Basovizza.
“Ringrazio i sindaci Ziberna e Turel, non dobbiamo sprecare questa grande occasione”. Onorificenza anche al già citato Pierpaolo Freschi – attuale segretario dell’Ipa di Monfalcone – che durante la sua carriera ha prestato servizio a Monfalcone, Villa Opicina e Trieste, dedicandosi anche al volontariato. Freschi è “testimonianza di come in questo territorio sia forte e radicato il senso delle istituzioni”, ha ribadito il prefetto, ringraziando la senatrice Francesca Tubetti. Secondo la quale “le tre benemerenze rappresentano quella che è la nostra quotidianità, la nostra vita, la nostra storia, le nostre fatiche e i nostri onori".
"Uno spaccato della nostra terra, quello che cerchiamo con il nostro lavoro personale di far conoscere al mondo”. Autore della poesia “Solo” – dedicata al giudice Falcone – e di “Invisibili” rivolta alla scorta, Freschi si è detto orgoglioso dell’onorificenza ricevuta, in qualità di “piccolo uomo delle istituzioni”. “Essendo un appartenente alla Polizia di stato sono stato anche referente al servizio collaboratori, e ho sviluppato una certa attenzione al sistema dei collaboratori di giustizia”. Prende parte alla Giornata della Memoria contro la mafia dello scorso anno, con “Solo” i cui versi vengono letti in piazza a Monfalcone.
“Ho partecipato a questa ricorrenza e da lì è nata questa poesia – chiarisce Freschi. Che è venuta fuori perché doveva venir fuori. Il titolo sta a indicare che, sostanzialmente, nell’ultimo periodo della sua vita il giudice Falcone era solo. Solo con la sua scorta. I colleghi erano gli angeli. Ho prestato servizio a Trieste, ho conosciuto benissimo Walter Cosina”, spiega riferendosi all’agente di scorta di Paolo Borsellino, rimasto ucciso nella strage di via D’Amelio. “Il mio presidente dell’International police association ha seguito il corso con Montinaro”, alludendo a uno degli agenti di scorta uccisi invece durante la strage di Capaci.
“Questa cosa la sentivamo dentro”, ribadisce. Gli abbiamo citato in proposito le parole di Falcone, a cerimonia conclusa: “Falcone diceva che la mafia è un fenomeno umano, e come tale ha un inizio e anche una fine. Secondo lei è vero?”. “Secondo me è verissimo. Finché ci saranno uomini come il giudice Falcone, sicuramente”. Entusiasta anche il primo cittadino Rodolfo Ziberna: “Negli ultimi sei anni ho partecipato un paio di volte a dodici di queste celebrazioni - ricorda -. Una comunità allargata, nazionale. La doppia firma - del Capo dello Stato e del presidente del Consiglio dei ministri – vale per un riconoscimento a una persona che ha fatto ‘oltre’ quello che doveva.
Riconoscimento non per la carriera, ma per quello che hanno fatto in più. Una sorta di pacca sulla spalla conferita dalla Repubblica”. Una manifestazione significativa ribadita ancora dal prefetto: “È un importante momento, riconoscere – da parte del presidente della Repubblica – il valore di cittadini della provincia di Gorizia che sono stati nominati cavalieri dell’ordine al merito della repubblica italiana. Perché costituiscono un esempio e uno sprone non solo per loro stessi, per i familiari e per gli amici, ma anche per tutti noi, per le istituzioni, per tutti coloro che lavorano nel pubblico e nel privato. Perché sanno che debbono - in questo modo - portare il contributo alla repubblica. Che, come dice la parola stessa, è ‘res pubblica’, una cosa di tutti, e non ‘res nullis’, di nessuno”.
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