Tre notti in una trincea come i soldati della Grande Guerra, l'avventura di Andrea Ferletic

Tre notti in una trincea come i soldati della Grande Guerra, l'avventura di Andrea Ferletic

Dal 4 al 7 gennaio

Tre notti in una trincea come i soldati della Grande Guerra, l'avventura di Andrea Ferletic

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 05 Gen 2021
Copertina per Tre notti in una trincea come i soldati della Grande Guerra, l'avventura di Andrea Ferletic

Fino a che punto ci si può immedesimare nello Storyliving, il racconto storico vissuto in prima persona? Lo sta provando in questi giorni lo storico e rievocatore Andrea Ferletic, che siamo andati a trovare al tramonto della prima notte in esterna.

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Tre notti e quattro giorni all’addiaccio all’interno di una trincea della Grande Guerra. Un’esperienza davvero particolare e che ha, se la si vuole paragonare a tanti desideri o richieste di altri giovani, veramente dell’incredibile. È quanto sta vivendo in questi giorni lo storico e rievocatore Andrea Ferletic, presidente del Gruppo Storico Culturale “I Grigioverdi del Carso” e che da anni si occupa del racconto storico non solo della Grande Guerra ma di vari secoli di trascorsi del Territorio.

Questa è l’ultima delle avventure in ordine temporale. Ferletic, di fatto, da tempo organizza anche varie marce rievocative raccogliendo appassionati ed esperti in uniforme d’epoca che si ritrovano per camminare qualche ora assieme in punti diversi del Goriziano ma non solo. Questa volta, come detto, Ferletic si è preparato, soprattutto nello spirito, ed è partito. Zaino in spalla, letteralmente, si è diretto verso la linea trincerata ai piedi del Monte Cosich che da tempo il gruppo del quale è presidente si occupa di pulire e mantenere.

Lo abbiamo incontrato ieri sera, al tramonto del 4 gennaio, proprio all’interno della trincea. All’interno di una piccola caverna lo stretto necessario per sopravvivere in questi giorni: una bugia con candela, uno scaldavivande austriaco “originale”, come ci tiene ad osservare lo stesso Ferletic, e vari altri utensili che si potevano trovare all’epoca.

“Voglio avvicinarmi il più possibile alla vita di trincea, a quanto potevano vivere all’epoca, nei limiti del possibile e della sicurezza”. Oltre alla bugia Andrea si è attrezzato con “alcune repliche, partendo dal letto che letto non è, ovvero sono tavole con alcune coperte per non essere a diretto contatto col suolo, come da varie testimonianze, uno zaino modello 1915 per la fanteria e c’è anche il fucile”.

Andrea ci prepara un the con uno scaldagavetta. “Il the è la parte meno storicamente attendibile ma bisogna cercare di scaldarsi un po’ in queste sere”, racconta Ferletic. Dopo aver bevuto questo particolare the “da trincea” ci racconta del metro di trincea che ha pulito prima di pensare a coricarsi.

Quindi non ci resta che salutarlo e augurargli non solo buona fortuna ma anche buona notte. E attendere la fine di questa particolare avventura per raccontarne il bilancio finale! 

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