l'iniziativa
La Transalpina si apre alle visite, in treno per 800 km fino a Chemnitz
Sabato la visita alla mostra dedicata, si punta ad attivare collegamenti con le due Capitali 2025.
È stata fin da subito un motore essenziale per lo sviluppo di Gorizia, a partire da quel 1906 in cui venne inaugurata da Francesco Giuseppe. Da allora, la stazione Transalpina - oggi a Nova Gorica - ha mantenuto quel fascino storico che sembra riportare indietro nel tempo chiunque vi entri, trovando un ingresso rimasto pressoché fedele a quello originale. Un patrimonio raccontato nella mostra allestita ormai da quasi tre anni nel corridoio della saletta, che ora offre anche visite guidate sia in italiano che in sloveno.
L’allestimento, curato da Alessandro Puhali (nella foto) e Mathias Marušič, sarà illustrato a partire da sabato mattina, con i tour alle 9.30 in sloveno e alle 11 in italiano. Sarà chiesto un contributo di 2 euro per costituire un fondo per la manutenzione dei pannelli, con l’obiettivo di riproporre l’iniziativa anche nelle settimane successive. Il progetto transfrontaliero, che ha unito il lavoro di Gect, Infopoint della stazione, Kulturni dom di Nova Gorica e Goriški muzej, ha coinvolto appassionati e istituzioni di ambo i lati del confine.
È stato così possibile raccogliere foto, documenti e aneddoti del periodo che va da inizio Novecento ai giorni nostri, con tutti gli sviluppi annessi alla ferrovia. Questa, chiamata appunto Transalpina in italiano ma anche in modi diversi a seconda della lingua - in sloveno è Bohinjska proga, ossia la ferrovia di Bohinj -, è lunga 140 chilometri e collega Jesenice con Sesana, all’interno di una rete complessiva di 900 chilometri per unire Trieste al centro Europa. Un fitto sistema di binari che permetteva di spostarsi nell’impero asburgico.
Proprio questa interconnessione mitteleuropea sta spingendo le realtà goriziane a riproporre un collegamento con Chemnitz, la città tedesca che condividerà con le due sul confine il titolo di Capitale europea della cultura 2025. Come evidenziato da Puhali, membro dell’assemblea del Gect, l’intenzione è di poter unire le due mete con dei convogli speciali, visto che la controparte germanica è a soli 60 chilometri da Dresda, collegata a suo tempo con la Nizza austriaca quotidianamente, lungo l’asse tra il porto giuliano e Berlino.
Una via di collegamento che per ora rimane ancora sulla carta, e nella storia, ma su cui si sta ragionando. Anche perché Chemnitz ospita il museo ferroviario della Sassonia, raccogliendo l’interesse di numerosi appassionati sul tema. Non è comunque l’unica opportunità in chiave turistica che offre questa linea, che grazie al fatto di essere rimasta pressoché intatta per oltre un secolo - con pochissimi ammodernamenti - si presenta come una soluzione perfetta per il turismo su rotaia. Per scopi industriali, invece, appare assai datata.
Su questo, si inserisce l’idea di proseguire nello sviluppo del percorso da Aidussina a Lubiana, ripreso anche dalla politica locale negli ultimi tempi. Una sfida persa all’epoca dalla Gorizia austriaca, mentre oggi il collegamento passeggeri tra la cittadina industriale e Nova Gorica non c’è più. Aspetti che potranno essere approfonditi nel corso delle visite guidate, mentre il via vai di turisti in zona è testimoniato da Kristina Markova, responsabile del Kit, l’infopoint della stazione: “Quest’anno c’è stato un flusso da tutto il mondo”.
“Tantissimi vengono solo per la piazza Transalpina - spiega - e non conoscono niente delle due città. Questa è sicuramente l’attrazione più importante per Gorizia e Nova Gorica, noi diamo indicazioni non solo per l’area ma anche per i dintorni, Friuli incluso”. Lo sportello, dentro cui si possono trovare i materiali informativi, è aperto da martedì a venerdì dalle 9 alle 16 e il sabato fino alle 15. Per richiedere informazioni o prenotare la visita, si può contattare l’indirizzo email kitng.go@gmail.com o il numero +386 (0)51251174.
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