La tragica quotidianità della Grande guerra nei diari dei soldati a Villesse, la nuova opera di Enrico Cernigoi

La tragica quotidianità della Grande guerra nei diari dei soldati a Villesse, la nuova opera di Enrico Cernigoi

La recensione

La tragica quotidianità della Grande guerra nei diari dei soldati a Villesse, la nuova opera di Enrico Cernigoi

Di Ferruccio Tassin • Pubblicato il 24 Dic 2020
Copertina per La tragica quotidianità della Grande guerra nei diari dei soldati a Villesse, la nuova opera di Enrico Cernigoi

Tra strategie di guerra e racconti personali, il ritratto di un conflitto visto dagli occhi di chi è stato chiamato a portarlo avanti.

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I Villessini vi troveranno il paese, chi non lo è scorgerà guerra scientificamente studiata, palpitanti note di comunità divisa in tre: rimasti, internati, combattenti per l’Austria; e l’estraneità di un esercito; si diceva liberatore, si presentò oppressore. Testo a incastro: guida il racconto di Enrico Cernigoi nel suo "Le retrovie della Grande guerra. Villesse 1915-1917". Documenti di prima mano, specialistica bibliografia: Villesse riferimento, e intera guerra scenario; in lacerti, diari, di peso diverso. Documentazione fotografica di due filoni: narrazione di Cernigoi, con foto e numerose cartine che mostrano il paese.  I materiali provengono da archivi e dalla poderosa collezione di Moreno Weffort.

Col soccorso, per la stampa, della Bcc di Staranzano e Villesse, i “Blaudins” aggiungono un’altra pubblicazione a loro merito, ulteriore tappa della storia: del paese e a più vasto raggio. Cernigoi disquisisce, come il pesce nell’acqua, dei progressi negli studi militari; di strategia, tattica, logistica, comunicazioni. Parla di Cadorna riformatore, delle divergenti posizioni di governo ed esercito. All’attacco italiano, gli Austroungarici sono già debilitati dalle battaglie di Galizia. Si narrano le fasi dell’attacco, con la III Armata: deve sfondare su di un Carso, ostico ed arma con le pietre sventagliate delle artiglierie. Il 27 maggio, Villesse è “italiana” (lo era anche prima).

Si tratta della valenza di fiumi, ponti; d’occupazione dei territori, coi provvedimenti di sicurezza, divieti, controlli su tutto e tutti, campane silenziate. I diari: quello di Matteo Albonetti. I carabinieri hanno gli occhi su Villesse; vien fuori malessere fra i soldati. Albonetti scrive benino, parla di Fogliano allagata, ma si vede che i diari sono materia da trattare con esperienza. Ancora Cernigoi: sistemi di difesa, teste di ponte; diari e foto prendono corpo. Uno dei perni delle teste di ponte Villesse, con la brigata Pinerolo; altre si succederanno, per riposi dal fronte; ci sono i bersaglieri, il cimitero cambia volto; i morti - perlopiù italiani - saranno fra i 2 e i 3000.

Parlando di ospedali, Cernigoi allarga la visuale a sanità, formazione di nuovi mezzi, e nuovi medici. Dal diario del bersagliere Giuseppe Burani s’odono i rumori della guerra: fucileria, artiglieria leggera e pesante.  Vediamo postazioni di puntamento e osservazione sul campanile. Spunta la bella cartolina di un pittore di guerra, Cascella; viene in mente il pittore di guerra goriziano Italico Brass. Cernigoi parla di rinforzi al ponte di Villesse (via di possibile attacco agli Italiani) del macello pel bestiame, di baraccamenti… Il lettore procede lentamente, dove lui si districa agile. Diario del giovane irredentista polesano Giuseppe Vidali; italiano eccellente: fiocchi di poesia, visioni eroiche.

Entra funzione l’arma aerea; Cernigoi ne tratta, come di contraerea, mascheramento contro osservazione, fotografia aerea; sistemazione della artiglieria e della ancor più complessa sistemazione di campi trincerati e difese nelle retrovie. In paese, a riposo un battaglione della brigata Catanzaro: sarà decimata per ammutinamento a Santa Maria la Longa. Si riportano pagine del diario di Attilio Frescura: disinformazione sui fatti di Villesse; penosa, offensiva, ironia sulle donne del paese. Una “anomalia” storica: accenna a un soldato villessino che non saprebbe contare! A Villesse (1844) era stata istituita fin una sezione scolastica femminile! Nel ’17, ampliamento del poligono di tiro; andirivieni di truppe e materiali con ferrovia decauville: meta Villa Vicentina, snodo di ferrovia e rifornimenti.

Si illustra funzione e scopo delle telecomunicazioni. Caporetto: già prima, 26 ottobre, le truppe italiane lasciano Villesse, bruciando i materiali. Dense pagine di diario di Galliano Gerin racconta il paese in guerra; brilla il silenzioso sacrificio delle donne. Ancora spiegazioni efficaci di Cernigoi su logistica, specializzazioni mediche, poi l’epilogo della guerra, anni e anni dopo la fine, con la traslazione delle salme degli italiani, il fascismo che si appropria del loro sacrificio. Cerimonia il 9 febbraio 1934; le benedì il parroco don Francesco Panzera, uomo di valore, guida della comunità.

Il libro non celebra la guerra. La ricorda, fa venire in mente la poesia di Salvatore Quasimodo, dopo la II guerra mondiale; vale per tutte le guerre: “Sei ancora quello della pietra e della fionda, / uomo del mio tempo […]”. Proprio così, fino a oggi!

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