Ritorna alla luce il sepolcro di von Spaun, Gorizia celebra l'ammiraglio

Ritorna alla luce il sepolcro di von Spaun, Gorizia celebra l'ammiraglio

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Ritorna alla luce il sepolcro di von Spaun, Gorizia celebra l'ammiraglio

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 29 Mag 2023
Copertina per Ritorna alla luce il sepolcro di von Spaun, Gorizia celebra l'ammiraglio

La cerimonia questa mattina al cimitero centrale, il sepolcro recuperato grazie alla denuncia di Diego Kuzimin a 104 anni dalla morte.

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A 104 anni esatti dalla sua morte, avvenuta il 29 maggio 1919, trova nuovo lustro la tomba dell’ammiraglio Hermann Freiherr von Spaun. Terminato il restauro, questa mattina è stata inaugurata la sua sepoltura nel cimitero centrale di Gorizia con una cerimonia commemorativa organizzata dall’associazione “Amici della Croce Nera”. Lavori avviati pochi mesi fa grazie alla generosa iniziativa di Luca Caburlotto, soprintendente archivistico del Friuli Venezia Giulia, – che ne ha rinnovato la concessione – e di Fiorella Benco, funzionaria della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici.

Dopo la deposizione del cuscino dagli Amici della Croce nera austriaca e delle corone di fiori da parte delle delegazioni di Anmi Monfalcone e Ana Gorizia, don Valter Milocco ha impartito la benedizione. «Non possiamo non riconoscere come l’iniziativa sia nata anche grazie a un articolo pubblicato dalla stampa un paio di mesi fa», ha affermato il presidente del sodalizio Franco Stacul, ringraziando così Diego Kuzmin per la denuncia dello stato in cui versava il luogo di riposo dell’alto ufficiale austro-ungarico. Un personaggio che, nel corso dei suoi 54 anni di carriera militare, ha anche vissuto direttamente alcuni dei capitoli di storia più noti dell’Ottocento.

Infatti, il 20 giugno del 1866 partecipò anche alla battaglia di Lissa. Agli ordini dell'ammiraglio austriaco von Tegetthoff, era al comando della fregata corazzata “SMS Erzherzog Ferdinand Max” e contribuì significativamente alla vittoria della flotta asburgica su quella dei Savoia. L’esito infausto di quello scontro navale, dal punto di vista italiano lo conosciamo bene grazie alla saga di Giovanni Verga “I Malavoglia”, in cui Luca, partito soldato per la Terza guerra d’indipendenza – nota anche come Guerra austro-prussiana – cadde proprio servendo in quel tratto di mare dell’Adriatico.

«Proprio per essersi distinto in quella battaglia – è stato ricordato nel corso della cerimonia dal rappresentante di Monfalcone dell’Associazione nazionale marinai d’Italia (Anmi) – fu insignito dell’onorificenza dell'Ordine della Corona ferrea di III classe».Ma per l’ammiraglio quella non fu una vittoria, ma una “guerra tra fratelli”, perché così considerava i marinai ingaggiati in entrambi gli schieramenti». Il suo legame con Gorizia risale al 1872, quando vi si trasferì la sorella Kostanze, moglie del colonnello dell’esercito austro-ungarico Philip von Roner.

L’altra sorella, la baronessa suor Marie von Spaun, diresse dal 1898 l’istituto “Ancelle di Gesù Bambino” fino alla sua scomparsa, nel 1920, e riposa tutt’ora nel cimitero di Sant’Andrea. La madre, Franziska von Roner Spaun morì in via Santa Chiara, sempre a Gorizia, nel 1890 e volle essere sepolta nel cimitero di Monte Santo. Hermann von Spaun si stabilì a Gorizia solo dal momento del suo congedo militare, nel 1905, risiedendo al numero 36 dell’allora corso Francesco Giuseppe (oggi corso Italia 108). Pochi anni prima, il 28 aprile del 1892, sposò Emma Lobmery, che sarebbe poi morta nel 1904 sempre nel capoluogo isontino, dove venne tumulata, su sua richiesta, nella tomba di famiglia.

«Un rapporto, quello con la nostra città, che non fu spezzato neanche dalla Grande guerra e dal suo esito», ha sottolineato l’assessore di Gorizia ai Servizi funebri e cimiteriali Maurizio Negro. Qui infatti tornò nel 1918, dove sarebbe poi morto un anno dopo. «Alle sue esequie ci fu una grande partecipazione dei cittadini goriziani, con alla testa del corteo una banda musicale e un picchetto militare italiano – il ricordo di Stacul –. Sembra che furono proprio il duca d’Aosta Emanuele Filiberto e il generale Carlo Petitti di Roreto a volere che von Spaun fosse sepolto con tutti gli onori che si meritava».

A porgere nuovamente i propri saluti, oggi, oltre alla console onoraria austriaca a Trieste, Sabrina Strolego e alla delegazione della Croce nera d’Austria, guidata da Reinhard Wilding con Otto Jaus che ha portato il saluto quale primo rappresentante Osk al momento della costituzione dell'associazione, anche le principali autorità pubbliche e militari italiane: il questore Paolo Groppuzzo e il sottotenente di vascello Francesco Chiesa, nonché il primo luogotenente Bartolomeo Rispoli a nome del direttore del Sacrario di Redipuglia, tenente colonello Massimiliano Fioretti.

Foto Daniele Tibaldi

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