Quasi terminati i lavori al Sacrario di Redipuglia, il nostro viaggio all'interno del cantiere

Quasi terminati i lavori al Sacrario di Redipuglia, il nostro viaggio all'interno del cantiere

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Quasi terminati i lavori al Sacrario di Redipuglia, il nostro viaggio all'interno del cantiere

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 10 Apr 2021
Copertina per Quasi terminati i lavori al Sacrario di Redipuglia, il nostro viaggio all'interno del cantiere

Il geometra Ugo Capello ci ha accompagnato all'interno del cantiere del quasi ultimato Sacrario Militare di Redipuglia. Ben un milione di gradini percorsi dal capocantiere in tre anni di lavori.

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Oltre un milione di gradini saliti e scesi, ben 5mila chilometri percorsi avanti e indietro tra gradoni, gradini, strade e case del cantiere. Sono alcuni degli invidiabili numeri che in tre anni di lavori, mediamente, il capocantiere Ugo Capello, geometra responsabile per l’Italiana Costruzioni del restauro del monumentale Sacrario Militare di Redipuglia, ha percorso.

Un’esperienza personalmente indimenticabile e professionalmente invidiabile per un professionista come Capello che per questo lavoro ha messo in campo le sue migliori professionalità, così come le maestranze che per mesi si sono alternate.

“È un grande onore lavorare su un monumento così storico e sacro. Ogni volta che ne parlo mi emoziono – racconta Capello – oltretutto è stato un ritorno, in quanto quasi quarant’anni fa qui venivo a fare il picchetto durante il mio periodo di leva militare”.

“Non è stato un lavoro di per sé complicatissimo, rispetto ad altri interventi dove bisogna mettere mano a strutture e portare avanti interventi invasivi. Qui non abbiamo avuto tutto questo. Ma è stato un cantiere grande, immenso. Tanto camminare e tanto movimento: la fortuna è stata lavorare all’aria aperta. Camminare in mezzo alla storia ti fa anche vanificare la stanchezza, non tanto da parte mia quanto da parte delle maestranze che hanno lavorato. Tutti si sono atteggiati con grande rispetto, verificando nel rimettere a posto le lastre anche la presenza delle ossa dei caduti”.

Ogni giorno, alle cinque del pomeriggio, quando dai megafoni del Sacrario parte il Silenzio per ricordare la memoria dei caduti, “ho ritenuto fosse obbligatorio e necessario che tutti si fermassero. Tutti gli operai, sia gli italiani che gli stranieri, si sono fermati per due minuti rivolgendosi alle croci, rispettando quello che il Silenzio vuole significare”, racconta Capello. “Sembra una cosa da poco ma non lo è”.

Nonostante le migliaia di chilometri e centinaia di gradini, “nessuno si è mai lamentato”. Entrando nello specifico di quanto è stato fatto, “si è trattato di un intervento di restauro. Innanzitutto, l’abbiamo ripulito totalmente da quelli che erano ottanta anni di pioggia, sporco, intemperie: di vissuto. Oltre 20mila metri quadri di pavimentazione, rifacendone 800. Abbiamo rimosso oltre 5mila lastre di bronzo che riportano i nomi dei caduti, ripristinandole a livello meccanico, sabbiandole, riportandole al colore bronzeo originale, e patinandole, restituendo al bronzo il suo colore originale”.

Intervento particolare anche alla tomba del Duca d’Aosta, la prima che accoglie il visitatore dopo la Via Eroica, con il rifacimento alcune lastre che, essendo porose, nel corso del tempo si erano deteriorate. “Abbiamo chiamato alcuni scalpellini professionisti per ricreare le 18 lastre, le più malandate”, conclude Capello, mentre sull’effigie è stato restituito il colore oro originale grazie ad alcuni interventi di restauro.

In questi giorni l’Italiana Costruzioni sta completando alcuni piccoli interventi di rifinitura e il suo intervento sarà concluso. Saranno poi le normative anti-covid a determinarne l’apertura definitiva al pubblico. 

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