Il Teatro di Nova Gorica apre con Bulgakov, cinque serate per il debutto

Il Teatro di Nova Gorica apre con Bulgakov, cinque serate per il debutto

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Il Teatro di Nova Gorica apre con Bulgakov, cinque serate per il debutto

Di Giuseppe Peter Pflanz • Pubblicato il 13 Set 2022
Copertina per Il Teatro di Nova Gorica apre con Bulgakov, cinque serate per il debutto

La prima con Il maestro e Margherita, rinviato il debutto a sabato per problemi tecnici.

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Dopo la pausa estiva, Nova Gorica ritorna a teatro e lo fa con il dramma satirico fantastico “Il maestro e Margherita” di Michail Bulgakov. La prima, inizialmente prevista per giovedì 15 settembre, è stata spostata a sabato 17 settembre, a causa di problemi tecnici e pandemici. Lo spettacolo verrà riproposto al Teatro nazionale altre quattro volte, fino a sabato 24 settembre. I temi centrali sono l’eterna lotta tra il bene e il male e il libero arbitrio, affrontati da diversi punti di vista e su tre livelli: nei paesaggi surreali dell'Unione Sovietica, dell'antica Giudea e di un sogno.

I protagonisti sono il maestro, uno scrittore e drammaturgo, e Margherita, che vivono una storia d’amore sullo sfondo della repressione staliniana degli anni Trenta. La comparsa del professor Woland a Mosca sconvolge la vita degli abitanti della città. Un clima di disagio e sospetto alleggia nell’aria. A queste vicende s'intreccia anche quella di Ponzio Pilato, che costituisce l'oggetto di un romanzo scritto dallo stesso Maestro. Proprio a causa di quest’opera verrà colpito dalla repressione staliniana, che lo porterà alla pazzia.

La direttrice del Teatro nazionale sloveno di Nova Gorica Mirjam Drnovšček ha parlato “di una stagione molto ambiziosa e ricca di novità”. La regista Nona Ciobanu, dal canto suo, ha fatto notare quanto attuale sia Bulgakov di questi tempi e quanto lo siano la comprensione e la compassione, temi che contraddistinguono la sua opera. “Come vediamo in questo periodo il diavolo è dietro l’angolo” ha aggiunto.

“Il male che viene perpetrato in questa opera è molto simile alle fake news e ad altre manipolazioni del nostro tempo, attraverso il quale si cerca di ripulire la mente umana, e attraverso il quale il potere materiale sostituisce il potere politico. Sacrificio, coraggio, compassione e il perdono sono le armi con cui si può resistere con successo a tutti i tentativi di manipolazione e oppressione provenienti da qualsiasi sistema di controllo”

Il direttore artistico Marko Bratuš ha fatto sapere che stavano lavorando al progetto de “Il maestro e Margherita” già da due anni, ma che a causa della pandemia sono stati costretti a rimandarlo ben due volte. Bratuš ha parlato di “un progetto imponente e di difficile realizzazione dal punto di vista tecnico, non per ultimo a causa della mole di personaggi”. Si è detto poi contento di iniziare la stagione con un grande classico che rappresenta la complessa storia della natura umana.

Peter Harl, che interpreta il Maestro e Jeshua, ha sottolineato la complessità di comprensione dell’opera; inoltre, a suo modo di vedere, anche dal punto di vista della recitazione lo spettacolo è molto impegnativo. Per quanto riguarda il suo personaggio, al contrario di Margherita, “è un codardo quasi fino alla fine. Viene influenzato dall’ambiente circostante”. Continua poi Harl: “quest’opera ci fornisce molte più domande che risposte. Possiamo sempre decidere tra il bene e il male, ma dobbiamo saper ben distinguere l’uno dall’altro, poiché può capitare di pensare di far del bene e invece aver scelto la strada del male. Sta a noi stessi scegliere da che parte stare.”

Urška Taufer, che sul palco è Margherita, ha rimarcato il fatto che l’opera tocchi vari temi, come il tema della salute mentale e dell’apertura sociale. È naturale che l’uomo si ponga delle domande su sé stesso e sulla propria stessa salute mentale. Taufer definisce lo spettacolo come “veramente complesso.” Margherita è a suo modo di vedere un personaggio molto coraggioso. “Ognuno nella propria vita ha da una parte il diavolo e dall’altra l’angelo”, aggiunge.

Gorazd Jakomini, che impersona Woland, ha parlato dell’importanza della verità, del fatto che ognuno ha le proprie verità, “finché c’è un equilibrio tra bene e male va tutto bene, ma se il male prevale possiamo arrivare al punto in cui ci troviamo oggi”. Anche lui ha rimarcato la complessità e la difficile comprensione del testo. Woland rappresenterebbe la dittatura, sarebbe un’allegoria di Stalin, poiché all’epoca non se ne poteva parlare.

Radoš Bolčina, che interpreta Ponzio Pilato, ha infine sottolineato l’importanza dell’influenza della tragedia goethiana del Faust, rimarcando anche il dualismo presente nell’opera.

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