il 2 febbraio
Teatro, i Miracoli metropolitani a Monfalcone: «Si ride e piange tanto»

Lo spettacolo di Gabriele di Luca in scena il 2 febbraio. Le metafore sul palco.
Un futuro incerto, nel quale l’esistenza dell’uomo è messa a dura prova dalla natura stessa che si ribella. Da prodotti figli di un progresso troppo incentrato su se stesso per pensare al prossimo e che ha generato mostri e vere e proprie maledizioni per la sopravvivenza della razza umana, costretta a chiudere ai rapporti con l’esterno e a vivere confinata. Questa la cornice in cui si svolge Miracoli Metropolitani, uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo per la drammaturgia di Gabriele di Luca.
La vicenda si svolge dentro una vecchia carrozzeria riadattata a cucina, specializzata in cibo a domicilio per intolleranti alimentari. Fuori imperversa l'allarme di una guerra civile: il mondo è diventato un luogo inaffidabile e intollerante, in cui anche la sanità e la scuola si stanno trasformando in istituzioni decadenti e incuranti del futuro. Come se non bastasse, la popolazione è terrorizzata da un pericolo imminente: le fogne della città, sature di spazzatura e rifiuti tossici, stanno per esplodere.
Miracoli metropolitani è il racconto di una solitudine sociale e personale dove ogni uomo, ma in fondo un'intera umanità, affronta quotidianamente quell'incolmabile vuoto che sta per travolgere la sua esistenza. Una pièce dalle risate amare. Dopo Thanks for vaselina, Animali da bar - già ospiti delle stagioni del Comunale di Monfalcone - e il distopico Cous Cous Klan, la pièce è lo spettacolo di una delle compagnie fra le più pop e dissacranti della nuova scena italiana, in cui il calco umano e drammatico risulta più profondo.
Come racconta Gabriele di Luca, il lockdown di marzo 2020 ha influito poco sulla trama dello spettacolo, che era già in scrittura, quanto sulla sua realizzazione in quanto Gabriele ha avuto sicuramente più tempo per dedicarsi allo spettacolo. “In Miracoli Metropolitani le persone sono recluse per l’esplosione delle fogne, noi lo eravamo per una pandemia”, racconta Gabriele. “A marzo 2020 ho iniziato a vedere tanti punti in comune tra quanto stavo scrivendo e quanto stava accadendo. Quando le mie idee di ottobre e novembre hanno trovato un riscontro, ho avuto delle conferme”.
Lo spunto vero e proprio, però, nasce da un fatto vero accaduto a Londra qualche anno fa, quando una grande palla di grasso condensato e di rifiuti aveva bloccato le fogne creando non pochi problemi. Questo Fatberg porta “a un messaggio grazie allo spunto drammaturgico. Se questo mostro metaforico prendesse vita dopo anni di abusi ambientali sul pianeta da parte dell’uomo, cosa accadrebbe?”.
La domanda è chiara e pone un interrogativo non da poco sulla malagestione dei rifiuti. “Anche la metafora in questa città allagata di escrementi che non sono solo fisiologici e metaforici. È il racconto dell’incapacità di una gestione ambientale. E un’accusa politica, che non fa i conti con il suo passato e con gli errori politici che hanno portato a questa emergenza ma trovano un capro espiatorio al problema. Nello spettacolo sono gli immigrati e, questa accusa porta a una persecuzione nei confronti degli stessi da parte di gruppi neofascisti”.
Una situazione nella quale anche il cibo è un aspetto fondamentale. Simbolo espresso del capitalismo più radicale e del consumismo pingue cui la nostra società e fondamentalmente serva, di Luca vede nelle intolleranze alimentari in cui la cucina dello spettacolo è specializzata, una visione delle intolleranze della società. “In un mondo si spreca nel cibo il tutto è collegato anche alle fogne e ai rifiuti”.
Non c’è un lieto fine. “È uno spettacolo in cui si ride moltissimo ma anche in cui si piange molto. Ci sono dei momenti in cui il pubblico è in subbuglio e ciò porta a delle riflessioni ed è giusto che lo spettacolo si propaghi come un eco”, conclude di Luca che racconta di un grande successo dello spettacolo in questi mesi di tournée. Debuttato a fine luglio 2020, dopo una pausa dovuta alla pandemia ha ripreso il suo viaggio tra i teatri d’Italia. E ora, il 2 febbraio alle 20.45, è la volta di Monfalcone.
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