Il Tavolo Monfalcone discusso in Regione: richiesta di Bullian e Moretti

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Il Tavolo Monfalcone discusso in Regione: richiesta di Bullian e Moretti

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 13 Ott 2023
Copertina per Il Tavolo Monfalcone discusso in Regione: richiesta di Bullian e Moretti

«Monfalcone può diventare un caso a livello nazionale», ribadiscono i consiglieri che hanno portato il caso in seconda commissione.

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Hanno chiesto un’audizione in II commissione in Consiglio Regionale i consiglieri Enrico Bullian e Diego Moretti al fine di parlare del ‘tavolo Monfalcone’: “Il suo avvio – sottolinea Moretti - rappresenterà qualcosa di utile solo se Fincantieri cambierà il proprio modello organizzativo e produttivo, eliminando il subappalto. Oggi, lo ricordo, il Contratto collettivo nazionale di lavoro dei Metalmeccanici esenta la navalmeccanica dai limiti all’appalto e subappalto previsti dal Contratto stesso. Se Comune di Monfalcone, Confindustria e organizzazioni sindacali locali, come pare, condividono che il subappalto nella navalmeccanica vada superato, agiscano nei confronti rispettivamente del Governo e dei loro referenti nazionali, per eliminare l’esenzione goduta sul subappalto dal settore navalmeccanico. Questa sarebbe la soluzione più diretta: il resto rischia di essere solo annunci”, conclude Moretti.

“Oltre a Fincantieri e Comuni di Monfalcone e del mandamento, la Commissione consiliare competente ascolti i rappresentanti dei lavoratori del cantiere navale e delle associazioni che si occupano di stranieri a Monfalcone”, così, invece, Bullian.

La Bisiacaria è un’area che “ha molte criticità, ma anche tante potenzialità inespresse”, dice Bullian nell’evidenziare come “Monfalcone possa rappresentare un caso significativo a livello italiano, visto l’impatto della “grande fabbrica” (il cantiere navale) sulla “piccola città”. Il ricorso sempre più marcato all’appalto esterno da parte di Fincantieri, con migliaia di operai, ha generato una presenza di stranieri che supera il 35% a Monfalcone, con una rilevante comunità originaria del Bangladesh e altre dei Balcani che sono stanziali, e una difficoltà nel controllo del rispetto delle tutele per i lavoratori che hanno fatto parlare soggetti interessati e osservatori di una “giungla dell’appalto”, una piaga sociale con dumping salariale, retribuzioni non assegnate correttamente e casi che rasentano il caporalato”. Di fronte a questa situazione, “serve un accompagnamento opportuno delle istituzioni in percorsi mirati all’inclusione, dall’insegnamento dell’italiano alle pratiche sportive”.

Non si è fatta attendere la risposta del sindaco, Anna Maria Cisint: “Il confronto aperto del Comune di Monfalcone, grazie alla fondamentale azione del viceministro Gava, con il coinvolgimento dei vari ministeri e di Fincantieri ha sicuramente aperto una larga consapevolezza sulla validità delle posizioni che sono alla base delle nostre rivendicazioni. Le convergenze che si sono condivise al Tavolo per il Patto per il Lavoro con le parti sociali e le realtà imprenditoriali, tavolo che si affianca a quello governativo, sono un risultato molto importante, così come il dibattito che si sta sviluppando fra le forze politiche a livello regionale. Bisogna, in ogni caso, evitare una semplificazione e una banalizzazione delle questioni più rilevanti. Si distingue, come sempre, il consigliere regionale Diego Moretti che per i suoi pregiudizi ideologici, si colloca una volta di più contro gli interessi della comunità cittadina”, prosegue Cisint.

Il progetto “si basa su tre aspetti fra loro profondamente intrecciati in quanto la loro risoluzione complessiva è condizione pregiudiziale per un nuovo assetto produttivo e una nuova condizione di sostenibilità sociale per la città. Il primo capitolo riguarda il tema del lavoro e le proposte avanzate dal Comune sono in piena sintonia con quelle espresse dalle realtà sindacali: riduzione dei subappalti, dignità salariale e contrattuale, continuità dell’impiego per la manodopera esternalizzata e soprattutto qualità e qualificazione delle professioni. Quindi il grande tema dei riflessi che l’arrivo di una incontrollata immigrazione hanno avuto sulle condizioni sociali e civili di Monfalcone, le cui conseguenze hanno superato il limite della sostenibilità da tutti i punti di vista abitativi, assistenziali, scolastici, ma anche culturali. Il terzo aspetto riguarda le imprese. L’attuale sistema determina non solamente un inaccettabile dumping salariale ma anche produttivo che esclude le aziende e gli artigiani locali dalle forniture dell’indotto”, conclude Cisint. 

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