I profughi mai più tornati a San Martino del Carso, il ricordo nel museo

I profughi mai più tornati a San Martino del Carso, il ricordo nel museo

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I profughi mai più tornati a San Martino del Carso, il ricordo nel museo

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 14 Dic 2022
Copertina per I profughi mai più tornati a San Martino del Carso, il ricordo nel museo

L'iniziativa segue la lapide posta sulla chiesa del paese. I 44 che non tornarono a casa erano soprattutto bambini.

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Sarà posizionata nel museo della Grande Guerra di San Martino del Carso, gestito dal Gruppo Speleologico Carsico, una nuova tabella storica che racconterà la storia della popolazione del piccolo paese carsico che dovette lasciare le proprie case e scappare a causa della guerra per rifugiarsi nei campi profughi all’interno dell’impero Austro-ungarico. La tabella ricorderà soprattutto il grande sacrificio di vite umane che dovettero sopportare a causa di questo esodo imposto dalle autorità e dai militari, che avevano scelto questi luoghi per difendere i confini dell’Impero in seguito alla dichiarazione di guerra.

La memoria di questo territorio, reso tristemente noto per essere stato uno dei campi di battaglia più sanguinosi dell’intero conflitto mondiale, avrà finalmente un pannello al museo di San Martino del Carso che riporterà la storia di questo piccolo paese e della sua gente durante il conflitto, ricordando anche i nomi dei 44 civili morti, per la gran parte bambini, nei campi di profuganza di Pottendorf (Landegg), Wagna, Wilhelmsburg e Bruck an der Leitha, frutto di una ricerca realizzata dalla sezione di ricerche storiche del gruppo speleo.

Un pannello dedicato a chi non fece più ritorno, ma anche a coloro che fortunatamente riuscirono a ritornare e a ricostruire il paese, ridotto come descrive l’Ungaretti nella poesia “San Martino del Carso” a “qualche brandello di muro” e niente più. Il nuovo pannello fa seguito alla lapide che ricorda i caduti di San Martino del Carso in divisa asburgica posizionata nel 2015 sulla parete esterna della chiesa del paese e ricorderà anche tutti quelli che hanno perso la vita in questo luogo.

“La struttura e la tabella storica sono state realizzate con il fondamentale contributo della BCC di Staranzano e Villesse, sempre presente e attenta alla memoria storica del territorio e alle iniziative del gruppo speleologico”, precisa il presidente Gianfranco Simonit.  

In foto: Wagna nel 1915.

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