'Sul confine della pace', grandi artisti e opere in mostra a Gorizia. Sinergia arcidiocesi, Illegio e Comune

'Sul confine della pace', grandi artisti e opere in mostra a Gorizia. Sinergia arcidiocesi, Illegio e Comune

Il messaggio di pace

'Sul confine della pace', grandi artisti e opere in mostra a Gorizia. Sinergia arcidiocesi, Illegio e Comune

Di Aurora Cauter • Pubblicato il 29 Set 2025
Copertina per 'Sul confine della pace', grandi artisti e opere in mostra a Gorizia. Sinergia arcidiocesi, Illegio e Comune

Tra le opere eposte anche il cartone di 'Guernica' di Picasso. Esposizione aperta fino all'8 febbraio 2025 a un anno dall'inaugurazione di Go! 2025.

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“La bellezza salverà il mondo” scriveva Dostoevskij. La stessa riflessione si può applicare alla nuova mostra d’arte “Sul confine della pace. La grande bellezza scuote il mondo in fiamme” che verrà inaugurata l’8 novembre 2025 nel cuore di Gorizia. Vivendo immersi in una contemporaneità ogni giorno sempre più violenta, i messaggi di pace devono essere più forti della forza distruttiva dell’essere umano. L'Arcidiocesi di Gorizia ha deciso di far parlare i grandi Maestri d’arte: 11 capolavori assoluti e universali verranno ospitati negli ambienti della Chiesa di San Carlo e nelle sale del Palazzo dell'ex Seminario maggiore. Tra gli altri, saranno presenti pezzi di Canova, Rodin, Rubens, Gauguin, Raffaello e Manzù. 

A rendere questa mostra imperdibile è la presenza dell’iconica “Guernica” di Picasso. Non si avrà la fortuna di vedere l’opera originale, legata indissolubilmente al popolo spagnolo e irremovibile dal museo di Madrid, ma il cartone che la riproduce. Si tratta del disegno realizzato da Picasso stesso nel 1955, utilizzato dalla tessitrice provenzale Jacqueline de la Baume-Durrbach per rendere “Guernica” un arazzo, che ora trova posto nella sala del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

La simbologia della mostra è molteplice ed estremamente significativa. Partendo dal titolo “Sul confine della pace” si fa diretto riferimento a Gorizia come Capitale transfrontaliera della Cultura che, insieme a Nova Gorica, rappresentano la prova che i confini si possono e si devono superare. Il tema del confine viene riletto non come barriera, ma come metafora del confine della storia e dei conflitti dell’essere umano, con la consapevolezza che si deve porre un confine al dolore. «Si comprenderà come i confini prima di tutto attraversano l’essere umano dall’interno - ci spiega don Alessio Geretti, il curatore della mostra - Siamo divisi non solo perché siamo materia e spirito, ma anche perché siamo un continuo slancio verso l’immensità. Da ciò si crea dentro di noi un continuo conflitto con l’estrema finitezza che paradossalmente ci distingue. Ecco che, quando vediamo questa guerra irrisolta che combattiamo dentro di noi, riusciamo a capire i conflitti del mondo esterno».

Simbolicamente la mostra si prolungherà fino all’8 febbraio 2026, anniversario dell’inaugurazione di Go! 2025. In questo senso siamo di fronte al primo progetto che vuole, come è stato più volte acclamato e promesso, prolungare nel tempo l’aura da Capitale della Cultura che la città si è costruita in questi mesi. L’etichetta “Go! 2025” non sarà appiccicata più su ogni evento, ma saranno i valori e gli ideali a rimanere. 

Il confine sul quale si vuole riflettere è anche quello tra la spiritualità e la religiosità: abbracciando il centro nevralgico della Chiesa cattolica di Gorizia, il Seminario come luogo di formazione, si vuole dare voce a un messaggio di pace necessaria, immediata e irremovibile. L’obiettivo è creare un dialogo tra cultura, arte, fede e umanità, facendo risuonare sempre più forte la voce di condanna contro la guerra. L’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli si augura che «Gorizia possa essere la città della pace, e che ospitando l’arte si possa mobilitare l’animo nella costruzione di un futuro migliore di fronte al drammatico momento storico che sta vivendo l’Europa». Gorizia infatti vuole farsi realmente portatrice internazionale di questo messaggio di pace e fratellanza, come racconta l’arcivescovo ricordando il viaggio di rappresentanza a Chemnitz, l’altra Capitale europea della Cultura in Germania, e tenendo presente il rapporto instaurato da tempo tra le Chiese di Gorizia e Koper. 

La mostra in preparazione non vuole essere una semplice esposizione, ma un racconto passato, presente e futuro dell’arte, dell’umanità, della guerra, del dolore. I tre “atti” della mostra costruiranno un viaggio spirituale che porta con sé l’obiettivo di costruire responsabilità in un presente precario. E dal momento che l’arte è pregna di significato, perché è umana e racconta la pesantezza dell’essere, ecco che la mostra ha un animo politico: «Stiamo preparando un G7 dell’arte, che convoca d’urgenza i grandi della bellezza ad un tavolo di crisi, sperando che la via dell’arte porti nuovamente alla ragione gli esseri umani - racconta don Geretti - è una meditazione d’arte in cui non c’è spazio per altre logiche, se non l’urgenza della pace per contrastare gli orrori immensi».

“Sul confine della pace” è una mostra promossa dall’Arcidiocesi di Gorizia, in stretta collaborazione con il Comune di Gorizia e Illegio, Associazione culturale Comitato di San Floriano. La sua realizzazione è resa possibile grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il Ministero della Cultura, la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, BCC Venezia Giulia e Impresa edile Goni. Sono partners dell’evento la Fondazione “Società per la conservazione della basilica di Aquileia”, Transmedia srl e lo Studio legale “Diego Deboni Ferletic: avvocati”.

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