la pubblicazione
Studi Goriziani riparte, un numero speciale grazie a un nuovo editore

La 117esima uscita della pubblicazione curata dalla Biblioteca statale Isontina raccoglie molti contributi, distribuita in tutte le librerie d'Italia.
Un’elegante copertina in verde ottanio e formato A4: insolito rispetto alle più classiche e cromaticamente neutre edizioni precedenti. Ma quello presentato questa mattina è un numero speciale di “Studi goriziani”. La 117esima uscita della pubblicazione curata dalla Biblioteca statale Isontina di Gorizia viene infatti a festeggiare il centenario dalla sua nascita e sono molte le novità che la riguardano. Innanzitutto, come anticipato, la veste grafica che vede anche una doppia bordatura bianca sul dorso, una patinatura soft touch e, soprattutto, un colore inusuale scelto per la vicinanza alle mille tonalità dell’Isonzo di cui intende riproporre la natura cangiante.
Tutte queste sono innovazioni estetiche accolte di buon grado dal comitato scientifico nella riunione preliminare tenutasi esattamente un anno fa e finalizzata anche ad accogliere il nuovo editore QuDu libri di Patrizia Dughero e Simone Cuva. Ma, soprattutto, la novità principale è data dal fatto che si tratta del primo numero pubblicato sotto la supervisione del direttore Luca Caburlotto che ha ammesso di essere stato sollecitato – al tempo del suo insediamento - ad avere cura della rivista in considerazione del suo valore storico e spessore scientifico.
«Ho subito accolto questo suggerimento – spiega il direttore – consapevole che la biblioteca non è solo luogo di acquisto, promozione e conservazione di libri ma può benissimo diventare punto di aggregazione di studiosi. Questa edizione peraltro testimonia il rispetto delle competenze di quanti vi hanno collaborato poiché è stato adottato il sistema “double blind peer review”: ogni testo è stato sottoposto per revisione a due lettori anonimi e non in contatto fra loro che, ognuno secondo l’ambito di pertinenza, hanno rivisto l’articolo che poi è stato nuovamente inviato all’autore per le opportune correzioni».
Ad accogliere il lettore che sfogli la pubblicazione è un esergo in cui viene riportata la prima citazione scritta relativa a Gorizia “et medietatem unius ville que Sclavorum lingua vocatur Goriza”, scelto come punto di riferimento sia per la storia della città sia per la rivista, intesa come strumento di condivisione, creazione di conoscenza e consapevolezza indispensabili a creare una cittadinanza libera di interpretare la realtà. La pubblicazione di “Studi goriziani”, da oggi in vendita in tutte le librerie d’Italia al costo di 25 euro, è stata resa possibile dai finanziamenti della Direzione generale biblioteche.
Il volume ha visto la collaborazione di studiosi delle università di Udine, Trieste, Lubiana, delle istituzioni culturali di Gorizia e Nova Gorica, della Biblioteca Statale di Trieste, della soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio e dello Zavod za varstvo kulturne dediščine di Nova Gorica. Molte le personalità intervenute a salutare questa nuova edizione della rivista, dal questore Paolo Gropuzzo al professor Sergio Tavano, dalla ex vicedirettrice della Bsi Antonella Gallarotti a Lucia Pillon fino al direttore dell’archivio di Stato Marco Plesnicar. Oltre alla prolusione introduttiva di Caburlotto sono quindici gli articoli presenti.
Si contano un contributo di Diego Kuzmin sulle passate copertine di Studi Goriziani, le suggestioni gotiche di Biljana e Rualis descritte in inglese da Sara Turk Marolt, l’analisi dei documenti quattrocenteschi su San Lorenzo Isontino condotta da Marco Plesnicar, lo studio iconografico e cronologico sugli affreschi di Palazzo Lantieri di Cristina Bragaglia Venuti e la riscoperta archeologica del cimitero di Sant’Andrea, rinvenuto durante i lavori in un’abitazione in via del Carso, di cui parlano Paola Ventura, Paola Saccheri e Luciana Travan.
Rudj Gorian riporta una lista di libri di Giovanni Maria Marusig, Paolo Quazzolo racconta dell’esperienza di Carlo Goldoni in Friuli, Giulio Carraro riferisce alcune note preliminari sulle collezione numismatica dei Musei provinciali di Gorizia mentre Giorgio Marini ripercorre la fortuna di Edoardo Del Neri. Di Ugo Pellis parla Alvise Rampini, mentre Fulvio Senardi ricostruisce la personalità di Enrico Rocca; Rita Pamela Ladogana riflette sull’interpretazione della Grande Guerra fornita da Tullio Crali, Antonella Gallarotti si sofferma sul Fondo Michelstaedter mentre il fondo Biagio Marin della biblioteca di Grado è indagato da Paolo Santoboni.
A concludere gli interventi, prima delle note biografiche sugli autori degli articoli, viene riportata la recensione di Enrico Lucchese sulla tesi che Antonio Morassi discusse all’Università di Vienna nel 1916, dedicata all’architetto veronese Michele Sanmicheli.
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram e Whatsapp, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Occhiello
Notizia 1 sezione

Occhiello
Notizia 2 sezione
