Studenti triestini adottano l'Aeroporto di Gorizia, premiati a Napoli

Studenti triestini adottano l'Aeroporto di Gorizia, premiati a Napoli

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Studenti triestini adottano l'Aeroporto di Gorizia, premiati a Napoli

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 14 Nov 2022
Copertina per Studenti triestini adottano l'Aeroporto di Gorizia, premiati a Napoli

I ragazzi premiati a Napoli, una quarantina si allena due volte all'anno con Elifriulia.

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L’aeroporto Duca d’Aosta di Gorizia è stato “adottato” dagli studenti. L’idea è nata nella sezione Aeronautica dell’Istituto Nautico “Tommaso Di Savoia-Galvani” di Trieste, che già da tempo frequenta la pista per le prove pratiche di volo. Dopo un periodo di assenza dal 2014 al 2021, la scuola è tornata qui dopo l’esperienza positiva vissuta fin dal 2011, portando circa due volte all’anno tre classi dell’indirizzo. L’occasione per conoscere più da vicino la storia del sito, però, è arrivata in un altro contesto.

Il tutto è nato infatti grazie al concorso “Adotta un monumento”, promosso dalla Fondazione Napoli Novantanove, che ha visto gli studenti triestini arrivare terzi ed essere premiati nei giorni scorsi nel capoluogo campano. “L’idea è nata con la mostra che abbiamo fatto sulla storia della Sisa - spiega Franco Padalino, docente coordinatore della sezione - fondata dai fratelli Cosulich nel 1922 e che fu la prima compagnia registrata a Trieste con idrovolanti. I suoi aerei volarono a Gorizia dal 1947 al 1960”, quando lo scalo era operativo.

In realtà, l’azienda entrò nel ’49 nell’Air Flotte Riunite, che proseguì l’attività in via Fratelli Rusjan fino a quando non aprì la pista di Ronchi dei Legionari. Quei trascorsi e soprattutto il ricordo degli albori dell’aviazione italiana hanno così spinto gli studenti ad approfondire la storia del luogo, raccogliendo notizie, foto e realizzando un video ad hoc. La loro è stata l’unica scuola ad avere adottato un intero aeroporto, decidendo di concentrarsi sull’importanza che questa struttura ha avuto non solo per la città in riva all’Isonzo, ma per l’Italia intera.

Oggi, però, “questo luogo non è percepito come un monumento - rileva Padalino - ma dal 1910 qui c’è stata la storia della nostra aeronautica. Non è un luogo solo degli anni Trenta, ma ha continuato a vivere fino ai Sessanta: da qui si decollava per Marsiglia, Tirana, in Iran, oltre che a Milano e Napoli”. Uno degli obiettivi del docente, inoltre, è riportare qui i corsi di cultura aeronautica, così com’era un tempo, grazie anche al supporto dell’Associazione Arma Aeronautica che ha seguito anche il progetto “La bellezza torna a volare”.

Sono stati 15 i ragazzi che hanno preso parte all’esperienza, raggiungendo poi Napoli per essere premiati al Palazzo reale. Insieme all’appassionato Edward Kovacich, inoltre, si sta lavorando anche ad allestire un piccolo museo in uno degli hangar presenti. Nel frattempo, proseguono le attività di volo grazie alla partnership con Elifriulia, con una quarantina gli alunni. Il professore evidenzia infine la positiva collaborazione con la stessa azienda consortile Ada: “Il prossimo passo è adottare il monumento al Duca” è l’auspicio.

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