La Zuppa di sasso a Gorizia, Danilo Conti porta la fiaba a Verdi d'Estate

La Zuppa di sasso a Gorizia, Danilo Conti porta la fiaba a Verdi d'Estate

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La Zuppa di sasso a Gorizia, Danilo Conti porta la fiaba a Verdi d'Estate

Di Redazione • Pubblicato il 29 Giu 2024
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Uno spettacolo adatto ai bambini dai tre anni in su, interpretato da Danilo Conti. La rappresentazione andrà in scena mercoledì 3 luglio alle 21.

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L’amicizia, la collaborazione, la voglia di conoscersi sono i temi del secondo appuntamento dell’edizione 2024 di Verdi d’Estate, la rassegna estiva del Teatro comunale Giuseppe Verdi di Gorizia. Mercoledì 3 luglio, alle 21, andrà in scena Zuppa di sasso, produzione Accademia Perduta/ Romagna Teatri. Uno spettacolo adatto ai bambini dai tre anni in su, interpretato da Danilo Conti. La rappresentazione andrà in scena alle 21 nel giardino interno di Palazzo de Grazia, in via Oberdan 15, con la possibilità di trasferirsi all’interno nel caso di maltempo. Il biglietto unico, al costo di cinque euro, potrà essere acquistato la sera stessa all’ingresso del Palazzo, dalle 20 in poi.

La storia della Minestra di sasso, fonte di ispirazione dello spettacolo, trasversale a diverse culture fiabesche, narra di un viandante che raggiunge un villaggio e non trova ospitalità per la paura e la diffidenza degli abitanti. Solo attraverso un espediente riuscirà a saziarsi: il viaggiatore improvvisa un fuoco nella piazza del paese e, dopo aver chiesto in prestito una pentola, mette a bollire un sasso di fiume. La curiosità prende il sopravvento sulla diffidenza e ben presto tutti gli abitanti del posto desiderano aggiungere qualcosa all'ingrediente segreto che bolle in pentola.

In tutte le versioni della storia c'è un denominatore comune: il viandante, così come è apparso se ne va, senza dare spiegazioni, senza dire chi sia. Semplicemente riprende il suo viaggio e scompare, lasciando però una profonda traccia del suo passaggio. Non è infatti tanto nella figura del protagonista, umano o animale che sia, da ricercare il significato o la morale della storia, quanto in quello che questa figura è in grado di lasciare nei personaggi che restano. Ne sono trasformati, riscoprono sentimenti di unione, amicizia, felicità, leggerezza che avevano dimenticato.

La diffidenza verso gli altri, il sospetto, la paura lasciano il posto all’apertura degli animi e a sentimenti veri, attraverso un gioco di illusione come quello del sasso. L’attore, attraverso l'utilizzo di oggetti e maschere, interpreterà i differenti personaggi e li condurrà verso la festosa cena finale.

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