Storia, pittura e scrittura: Giorgio Geromet si racconta a Gorizia

Storia, pittura e scrittura: Giorgio Geromet si racconta a Gorizia

Il personaggio

Storia, pittura e scrittura: Giorgio Geromet si racconta a Gorizia

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 14 Ott 2023
Copertina per Storia, pittura e scrittura: Giorgio Geromet si racconta a Gorizia

Vari gli interventi per raccontare la personalità, ormai goriziana d'adozione. Da Gradisca ad Aquileia fino allo sfociare della passione per la storia.

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La storia, con i suoi secoli, i suoi manufatti, le pietre poggiate una sull’altra a fondare le mura della città. Vite umane, strade costruite lungo un cammino che si perde nella memoria. Tutto questo, ha voluto narrare e dipingere nella sua lunga attività lo storico, nonché pittore e scrittore - goriziano d’adozione - Giorgio Geromet.

Si è svolto nella serata di venerdì - presso la sala Incontro di via Veniero - il convegno in suo onore, patrocinato dal Club per l’Unesco di Gorizia, in collaborazione con il Centro per la conservazione e valorizzazione delle tradizioni popolari Borgo san Rocco. Ad aprire l’incontro le parole di don Ruggero Dipiazza. Il quale ha voluto evidenziare come il lavoro di Geromet sia testimonianza di risultati raggiunti “solo se si approfondiscono con l’intelligenza e con il cuore. Senza fatica e impegno le cose non si portano avanti. Se non riusciamo a cambiare la mentalità di una città, non ci salviamo”. Ritenendo l’anno in cui Gorizia sarà capitale della cultura soltanto un’occasione, un momento di passaggio che debba consentire alla città piena apertura verso l’Europa. “Passerà tutto, resteranno solo ‘ruinas’, rovine. Allora è necessario tanta passione, impegno e coraggio, nell’affrontare le cose”.

Figura di spicco, quella di Geromet, “per la sua multiforme attività di artista e storico”, ha sottolineato il segretario dell’associazione Claudia Ursic. Autore di circa venti volumi, grazie alla sua perizia e allo studio meticoloso ha restituito alla comunità “una storia antica colma di fascino”, facendo riaffiorare alla luce ciò che “per molti anni era stato considerato solo un residuo senza significato”. Mostrando un impegno accurato e una pazienza tali da acclamarlo “artigiano della storia”. Un lavoro immenso che ha mirato a strappare all’oblio il passato fissandolo sulla carta. Operazione non dissimile da quella del Manzoni nel noto incipit: “L’Historia si può veramente deffinire una guerra illustre contro il Tempo”.

Passione che ha spinto Geromet a lavorare sempre “a titolo gratuito, questo è l’aspetto meritorio”, ha invece sottolineato il presidente del Club per l’Unesco Adriano Chinni. “La nostra attività come club è quella di far fiorire tutte le attività culturali e paesaggistiche del nostro territorio. Lavoriamo per esportare queste bellezze anche a livello nazionale; infatti, quest’anno abbiamo due candidature presentate dal Club. Una della vicina Slovenia, Castagnevizza, e una - che rientra nel territorio di Udine, con cui collaboriamo – rappresentata da Torviscosa, esempio di città industriale. Oggi invece abbiamo con noi un artista poliedrico, non solo un pittore”. Due le opere presentate durante la serata. Una tela grande, raffigurante Aquileia ed esposta anche per il Giubileo del 2000 nella stessa cattedrale. E una tela minore, di precisione estrema, che mostra la Gorizia del 1400 - con il castello e le mura medievali. Lavoro realizzato attraverso una ricerca durata oltre trent’anni.

“Sono stato a casa di Giorgio e ho scoperto uno storico", ha commentato l’assessore alla cultura Fabrizio Oreti. "A casa sua c’è un mondo, la storia di un territorio” sviscerata in tutte le sue declinazioni. “Dobbiamo avere in mente l’amore per la nostra città, progetti tangibili e ottimismo”, ha rimarcato ancora, rivelando poi come l’opera raffigurante Gorizia verrà a breve donata alla cittadinanza. Mentre le piante verranno stampate – a titolo gratuito o con donazioni di copertura delle spese - e rappresenteranno un elemento divulgativo anche in vista del 2025. “Sono arrivato a Gorizia negli anni Sessanta”, racconta con emozione il gradiscano Geromet, ormai ottantenne. Commendatore, vincitore del premio letterario governativo nell’anno 1975, nonché insignito della croce per la pace delle Nazioni unite, l’allora giovane Geromet appena giunto nel capoluogo isontino era un umile fioraio appassionato di storia. Quarant’anni dopo la Prima guerra mondiale decide di intervistare i soldati sopravvissuti alla tragedia e ai massacri, realizzando una sorta di archivio storico incentrato sui reggimenti. Fu grazie a un colonnello che il libro venne inviato al Viminale, aggiudicandosi il premio letterario. Un trionfo che lo incentivò nel lavoro di scrittura, conducendolo ad approfondire la nobiltà presente sul territorio, poco prima che sfiorisse. La stesura di due tomi lo condusse a intervistare “settanta nobili, due principi, quattro marchesi, un duca, venti conti e quindici baroni”.

Una proustiana “Recherche” sfociata nel 1999 con la presentazione dei due volumi presso il castello Formentini, alla quale presero parte i nobili intervistati – che di lì a poco sarebbero scomparsi. “A dieci anni, due anni dopo la conclusione della guerra, mio zio perse un figlio e iniziò a bere”, ricorda narrando della propria infanzia. Per distogliere lo zio dalla depressione, il piccolo Giorgio iniziò ad affiancarlo accompagnandolo nei musei e presso gli scavi di Aquileia. Fino a promettere al direttore Giovanni Battista Brusin una mappa della cittadina, realizzata quindici anni più tardi. Commistione di arte e storia, che si sposa con i libri sui casoni, valli costumi e infine incontra l’araldica. Per la quale realizzerà ben 6mila stemmi di famiglie slovene, istriane e dalmate - interamente dipinti a mano e inseriti nei suoi volumi a sostituzione delle foto. Fra le opere storico-letterarie spicca invece quella riguardante le borgate di Gorizia e la nascita stessa della città. Sorta “da un piccolo villaggio di quattro cinque case di contadini che facevano la ricchezza di Aquileia”, quest’ultima distrutta dal temibile Attila. “Case disposte a quadrato intorno alla chiesetta e alla cisterna con l’acqua”, grumo di attività umane da cui prese vita la Gorizia attuale - con tutta la magia di strade, piazze e scorci nascosti, pressoché intatti nell’impianto medievale. Un impegno storico riconosciuto anche dal consiglio direttivo, che ha voluto consegnare al grande artista un attestato e un simbolico ricordo, “a testimonianza del contributo e del continuo lavoro di diffusione dell’arte e della cultura”. 

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