La storia del Carso e di una famiglia, nasce il film sulla Lokanda Devetak

La storia del Carso e di una famiglia, nasce il film sulla Lokanda Devetak

san michele del carso

La storia del Carso e di una famiglia, nasce il film sulla Lokanda Devetak

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 07 Dic 2022
Copertina per La storia del Carso e di una famiglia, nasce il film sulla Lokanda Devetak

Ieri sera il racconto e l'anteprima del film, poi la degustazione della šelinka. Il racconto della famiglia.

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È iniziato tutto da un calzolaio in uno paesino sul Carso, quindi è arrivata l’idea di affiancare alla bottega un angolo dove mangiare qualcosa. La storia lunga 150 anni della Lokanda Devetak è nata così, dallo spirito del capostipite Ivan e sua moglie Marijana che, nel 1870, inaugurarono per la prima volta la trattoria destinata a raccogliere premi e riconoscimenti negli anni a venire. Il racconto è stato al centro della serata di ieri sera, proprio nello storico ristorante, presentando il libro dedicato.

Si intitola La Šelinka, come la celebre zuppa che ha fatto conoscere l’allora tavola calda e diventata un must del menù. La stessa è stata servita al numeroso pubblico accorso per l’occasione, cucinata come da tradizione da Gabriella, anima della cucina e moglie di Avguštin Devetak che, dopo sette generazioni, guida l’attività di famiglia. Il racconto è stato scritto da Enrico Maria Milič, attraverso più di un centinaio di interviste con i vari componenti della discendenza, richiedendo quasi tre anni di lavoro. Il volume si può avere contattando l'indirizzo email pdvrhsvmihaela@yahoo.it.

Complice il sopraggiungere della pandemia, le ricerche sono state rallentate ma il progetto - curato dal Prosvetno društvo Vrh sv Mihaela-Circolo culturale di San Michele del Carso e finanziato dalla Regione - ha realizzato un quadro storico, culturale, sociale, economico ma soprattutto umano di una delle attività più longeve della zona. Percorso inevitabilmente intrecciato con il vissuto della famiglia, come hanno raccontato sia Devetak che Milič intervistati dal giornalista Andrej Černic, e che porterà alla pubblicazione di un secondo volume e perfino un film.

L’anteprima del documentario, diretto da Massimiliano Milič, è stata proiettata ieri al termine dell’incontro. Al centro dell’opera, sempre la tradizione della Lokanda e il Carso in cui è inserita, dove ogni fatica è accentuata per ricavarne i frutti sperati. Il prossimo libro si intitolerà invece La grossa pietraia-Debela griža, ossia il toponimo popolare con cui è conosciuto il monte San Michele, atteso nell’estate 2023. Questo sarà concentrato sulle vicende più recenti, mentre Šelinka è partito fin dalle origini ottocentesche.

Commoventi i ricordi di Avguštin, come quello del prozio omonimo, che trascorse gli anni della Prima guerra mondiale nel campo profughi di Bruck an der Leitha, tra Vienna e Bratislava. L’infausto destino lo vide morire appena poco dopo aver scritto ai genitori che sarebbe finalmente tornato a casa, a guerra ormai conclusa, ma quella lettera arrivò a San Michele dopo la comunicazione ufficiale del decesso. Una volta tornati, la sua famiglia ricostruirà la casa distrutta dai bombardamenti.

Il volume si arricchisce anche di contributi esterni, come la poesia di Doriana Devetak e il ritratto che lo storico Mitja Juren ha fatto dell’ultimo recuperante, ossia coloro che andavano alla ricerca di residui bellici tra le cavità per rivederne il metallo. Tanti anni dopo, arriverà la svolta del pub, decisa dallo stesso Avguštin alla fine degli anni Settanta dopo aver terminato la naja. Un successo in termini di pubblico, ma che non era legato alle radici del territorio e da qui, negli anni Ottanta, la decisione di ritornare indietro.

Una scelta fatta in famiglia, che ha ripagato da ultimo con la Stella verde Michelin, ma soprattutto con l’aver ospitato due clienti d’eccezione: i presidenti della repubblica d’Italia, Sergio Mattarella, e di Slovenia, Borut Pahor. Aneddoti raccontati da Gabriella, arrivata ragazzina sul Carso da Brescia perché il fratello aveva problemi di salute, insieme alle ricette che sono state riportate nel volume. “La storia ci ha piegato ma non ci ha rotto - recita la frase in chiusura - Siamo sempre noi. Sono proprio qua, altrove non potrei essere”.

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